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TUTELA DONNE, UN DIVERSO MODELLO

A Potenza il Convegno di Fratelli d’Italia moderato dalla direttrice di Cronache Fedota

«Mi guardi Onorevole Serracchiani, le sembro una donna che sta un passo indietro agli uomini?» liquidò con questa battuta Giorgia Meloni le polemiche innescate dal Partito Democratico in Parlamento secondo cui la visione della donna che Fratelli d’Italia aveva era quella che la volevano un passo dietro agli uomini. Per anni la sinistra si è ritenuta unica depositaria delle politiche femminili, trasformando una certa visione del femminismo in un dogma unico. L’elezione di Giorgia Meloni a Presidente del Consiglio dei Ministri ha mandato in crisi questa lettura monopolista e costretto la sinistra a confrontarsi con una destra che mette al centro del proprio impegno politico anche il ruolo della donna senza sterili rivendicazionismi che si sono ripiegati nella retorica delle desinenze e degli articoli.

LA SFIDA A POTENZA

Fratelli d’Italia ha iniziato proprio partendo dalle donne il suo tour dell’ascolto. “Dialogo tra mamme e istituzioni sulle politiche per la famiglia”, questo il titolo del convegno organizzato dalla destra italiana nel palazzo della cultura a Potenza e moderato dalla nostra direttrice Maria Fedota. Un convegno che ha visto la partecipazione di mamme impegnate in ogni ramo della società e delle istituzioni regionali e comunali e che, dopo il contributo video del ministro Rocella, ha visto le conclusioni tirate da Marta Schifone della Commissione competente alla Camera dei Deputati.

UN DIVERSO MODELLO DI TUTELA DELLE DONNE

La sfida al monopolio sul femminismo evidentemente non è piaciuta alla sinistra che di quelle tematiche si ritenevano e si ritengono depositarie. A lanciare la carica contro il convegno è Lucia Sileo che, a mezzo facebook, ha ripreso il manifesto criticando l’iniziativa che, a suo dire, avrebbe descritto le donne esclusivamente come mamme scrivendo che «stiamo tornando al Medioevo». Una polemica raccolta da Angela Blasi secondo cui la donna descritta dal convegno sarebbe vista solo nella sua funzione riproduttiva cui ha fatto eco addirittura Livia Turco che ritiene il convegno «una vicenda inquietante che dimostra quando dobbiamo e dovremo combattere». Alla schermaglia non si è sottratta Ivana Smaldini, organizzatrice dell’evento, che ha ironizzato sulle reazioni scomposte della sinistra se toccata su una questione sulla quale riteneva di avere il monopolio.

MATERNITÀ E LAVORO

Quella degli strumenti per consentire di coniugare maternità e lavoro è la questione centrale delle politiche per le donne in Italia dove gli strumenti per consentire questa cosa sono sempre state sporadiche e non efficienti. Come nel resto delle materie esistono due legittime posizioni politiche, quella della sinistra che si batte per consentire alle donne di farsi chiamare avvocata, architetta e presidentessa, cui si contrappone una lettura di destra della materia che vuole trovare strumenti concreti per impedire alle donne di dover scegliere tra maternità e carriera. Un confronto politico in divenire che, come per tutto il resto, non conosce aree esclusive di pertinenza e monopoli della materia.

Di Massimo Dellapenna

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