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IL CDX E IL DOVERE DI CAMBIARE ROTTA

Oltre il giardino inchieste giudiziarie, presunzione di innocenza e politica: il triangolo irregolare. Per Piro, Leone e Pepe serve maggiore coralità e più decisionismo.

PIRO, PEPE E LEONE

Mentre la politica latita nelle istituzioni che si ripiegano nella logica degli insulti, a provare a parlare di quella che dovrebbe essere la più nobile delle attività umane, si impegna Cronache TV su Canale 76 a Oltre il Giardino condotto da Paride Leporace che, con Pepe, Leone e Piro ha provato a fare il punto sulle vicende giudiziarie e sugli equilibri politici della maggioranza. Nomen omen, Rocco Leone non teme di ruggire forte quando rivendica la sua innocenza come essenziale della sua decisione di non dimettersi dal Consiglio Regionale e critica chi lo ha definito elemento socialmente pericoloso mentre Piro passa decisamente al contrattacco evidenziando come la Procura della Repubblica abbia dato ascolto a persone condannate per reati ai suoi danni. Più riflessivo Pasquale Pepe secondo il quale il rispetto della magistratura deve essere coniugato con la presunzione di non colpevolezza. È sui temi della politica che, però, la discussione prende veramente piede tra la delusione non nascosta di Piro che lamenta la mancata vicinanza del suo partito che lo costringerà a valutare volta per volta la sua collocazione e la richiesta di maggiore coralità da parte di Leone e Pepe nelle decisioni. Una linea di coralità e decisionismo sulle cose, avanzata per prima dal Sentore Rosa e che oggi viene ripresa da tutta la coalizione a dimostrazione che, evidentemente, se il centrodestra vuole tornare a vincere ha il dovere di provare a cambiare rotta e atteggiamento. L’intelligenza di Paride Leporace ha trasformato Cronache TV nel salottino vero della politica e del confronto che manca nelle sedi istituzionali dove tra insulti e caccia al fascista si preferisce non riflettere e non ragionare. Un livello qualitativo notevole, se si considera per esempio che dopo il dibattito dei tre politici Lucani è intervenuto in trasmissione il noto Luigi De Magistris.

LE PATURNIE DI CARIELLO E L’ORBACE DI CIFARELLI

A vederlo non sembra Ettore Muti e, onestamente, non riusciamo ad immaginarlo impegnato nel salto del cerchio di fuoco o a guidare le quadrate legioni, eppure dalla ridotta autoreferenziale di quello che fu la gioiosa macchina da guerra del Partito Regione, Cifarelli Capogruppo di se stesso riesce anche ad immaginare Pasquale Cariello in orbace e camicia nera. Onestamente non sappiamo più se ridere o piangere delle quotidiane e grottesche uscite del nostro solitario eroe che riesce anche a trovare il tempo di fare un po’ di body shaming ironizzando sull’orsacchiotto e sul celodurismo del capogruppo della Lega. Per quanto anche il prode Cariello dovrebbe essere un po’ più preoccupato delle tribolate vicende giudiziarie prima di fare il processo all’intenzioni a chicchessia. Tanto più in assenza di qualsivoglia sintomo di illegalità, anzi. Ad ogni modo, il fascismo torna quando meno te lo aspetti, è un incubo ricorrente nella testa del Partito Democratico, lo insegue come un ombra, lo cerca e lo trova dappertutto, anche nel maldestro Cariello.

LE EDUCANDE E LE CAMICIE NERE

«La ferocia dei moralisti è superata solo dalla loro stupidità» diceva Filippo Turati e non ci permetteremo mai di criticare il grande socialista, nemico tanto di Mussolini quanto di Togliatti e Stalin che pure il capogruppo del Partito Democratico in Regione Basilicata dovrebbe conoscere. Ridotto ormai alle ceneri di se stesso, persi i più importanti riferimenti elettorali, liberato dai parlamentari, il Partito Democratico, trasformato in supporto dei Cinque Stelle alla Provincia di Potenza, insegue il loro populismo anche nei concetti politici. Cercava le educande Cifarelli il giorno in cui Leone e Piro rientravano in Consiglio Regionale liberati da ogni misura cautelare e non le trovava. Un curioso mondo nel quale i requisiti per l’attività politica sono gli stessi della vita monastica esiste solo nella fantasia del capogruppo di se stesso Cifarelli. Oggi cerca la famelica occupazione del potere da parte della destra guidata dal fascistissimo Cariello, una ricerca veramente difficile da soddisfare. Se c’è un campo nel quale il centrodestra ha fallito è proprio nella costruzione di una classe dirigente alternativa al centrosinistra, limitandosi a riciclare e ricollocare persone dell’ancient regime. E, allora, non ce ne voglia il cercatore di fascisti del Metapontino se, nel suo agitarsi ci ricorda il famoso aforisma di Roberto Gervasio, secondo cui i moralisti sono soltanto peccatori senza occasioni. Non riusciamo ad immaginare Cifarelli in camicia nera ed orbace ma non riusciamo neanche ad immaginarlo lontano dal desiderio di occupare con uomini suoi gli spazi. Anche senza camicia nera e fez siamo certi che lo avrebbe fatto tranquillamente se fosse stato al Governo e possiamo immaginare che sarebbe pronto a farlo nell’ipotesi, tutt’altro che verosimile, di un ritorno al Governo del Partito Democratico. Sta di fatto che tutto questo dimostra i limiti del centrodestra e lo scivolone di Cariello, quasi salvato dall’uscita di Cifarelli che bene fa a chiedere che se l’indagato Pasquale denunci o eviti di fare illazioni.

Di Massimo Dellapenna

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