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SERGIO MATTARELLA IN REGGIO EMILIA PER 847º ANNO ACCADEMICO E 25º ATENEO A RETE DI MODENA E REGGIO EMILIA

“Tutto questo sottolinea quanto sia importante e prezioso nel nostro Paese il ruolo della costellazione dei nostri atenei”

Il Presidente Mattarella alla cerimonia di inaugurazione dell’847° Anno Accademico dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è recato a Reggio Emilia per la cerimonia di inaugurazione dell’847° Anno Accademico dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e del 25° anniversario della nascita dell’Ateneo a rete di sedi di Modena e Reggio Emilia.

SERGIO MATTARELLA IN REGGIO EMILIA PER 847º ANNO ACCADEMICO E 25º ATENEO A RETE DI MODENA E REGGIO EMILIA 

Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’847° Anno Accademico dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia

Reggio Emilia, 01/12/2022 (II mandato)

Con il consenso del Rettore, desidero rivolgere a tutti i presenti un saluto di grande cordialità, alla Ministra dell’Università, al Presidente della Regione, al Sindaco di Reggio Emilia, al Presidente della Provincia, agli altri Sindaci presenti e a tutti i loro concittadini.

Un saluto particolarmente intenso al Corpo accademico, al Magnifico Rettore, ai Prorettori di Modena e Reggio, al personale tecnico–amministrativo, alle studentesse e agli studenti di questo Ateneo.

Ringrazio molto la Ministra per il suo intervento, per le considerazioni che ha fatto e per gli interventi che ha indicato in favore del diritto allo studio. Mi associo al ricordo che ha fatto – e che ha ripreso il Rettore – di Marco Biagi, docente in questo Ateneo.

Ringrazio il Rettore per l’invito a essere presente in questa occasione, che apre il 25° anno di UNIMORE e l’847° di anzianità dell’Ateneo nel ramo di Modena, che richiama anche l’altrettanto antico Studium di Reggio e gli anni del ‘700 dell’ Università di Reggio.

È quindi un ateneo giovane nella formula, ma antico e consolidato nella tradizione e nell’esperienza.

È stato di grande interesse ascoltare la raffigurazione da parte del Rettore dell’Ateneo come un luogo, il luogo della formazione, della ricerca, dell’interazione – ha detto – e dell’accoglienza. In piena sintonia con quanto ha detto il rappresentante degli studenti, parlando con grande puntualità – che condivido – dell’Università come luogo di formazione personale, non soltanto di trasmissione di competenze. E in sintonia con quanto è stato manifestato d’impegno dal rappresentante del personale tecnico-amministrativo.

Il Magnifico Rettore ha anche sottolineato come ci troviamo in un tempo, in un momento di transizione.

Vorrei riprendere e sottolineare questa considerazione, che sta diventando sostanzialmente perenne.

La transizione non è più immaginabile, come nei secoli passati, come il passaggio da una lunga stagione stabile e consolidata ad un’altra, altrettanto lunga, stabile e consolidata.

Ma in realtà, i mutamenti così veloci, anche profondi, che intervengono costantemente, fanno sì che il tempo di transizione sia costante e si tratti di un cammino costante di avanzamento e di adeguamento.

È in fondo, un modo molto più giovane, che i giovani possono comprendere meglio di noi anziani, di questo nuovo ritmo che presenta la convivenza umana.

È una condizione che fa risaltare l’importanza di quanto ha detto il professor Cipolli, che ringrazio molto. È stato di grande interesse ascoltare la ricostruzione storica della formazione di UNIMORE, la rivendicazione orgogliosa del carattere innovativo di questa formula di Ateneo a rete di sedi, cui si è aggiunta Mantova. È una formula innovativa, certamente, alla prova di questi venticinque anni di crescita costante, una formula felice.

È stato interessante anche ascoltare l’indicazione di orizzonti da perseguire, e l’indicazione delle esigenze che si presentano e che vanno affrontate.

Gli interventi che abbiamo ascoltato questa mattina in realtà rendono evidente quanto ben conosce il Corpo accademico, ben conosciamo tutti e ben conoscono gli studenti: l’importanza del ruolo degli atenei nel nostro Paese, come in qualunque altro Paese.

Vi è bisogno di quanto le Università presentano e consegnano alla società: la trasmissione della conoscenza e il suo continuo avanzamento, i continui orizzonti della conoscenza che vengono perseguiti e consegnati.

E la sottolineatura, la trasmissione dello spirito critico – garanzia della libertà di insegnamento e della libertà di pensiero – è motore della ricerca.

Tutto questo sottolinea quanto sia importante e prezioso nel nostro Paese il ruolo della costellazione dei nostri atenei.

Per questo ringrazio sempre quanto fanno le nostre università e rivolgo a voi tutti l’augurio di buon anno accademico.

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