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MEGLIO TARDI CHE MAI: LA POLITICA SI SVEGLI

L’intervento di Nicola Savino

Se siamo ridotti in bilico tra «insormontabile disordine e agitazione», come da Devoti su Cronache del 30 novembre scorso, e se il direttore de “Il Giornale”, Sallusti, paragona al gatto e alla volpe (finti amici di Pinocchio) Renzi e Candreva (che manovrano per allargarsi al Centro un po’ come accade qui da Italia Viva), non è forse doveroso chiederci quale mai sia rimasto il futuro della Basilicata? Non sembra, infatti, né per l’una né dall’altra parte, prospettiva che non sia quella di continuare a ricercare briciole di consenso per la sella! Non infatti comprensibile verso quale Basilicata si vada, per quale Pnrr o eventualità di sviluppo o di futuro. C’è chi tenta di salvare Bardi come «unica pedina seria per il futuro», ma che non spiega perché i Dirigenti che egli aveva importato dall’ex Collega campano (Stefano Caldoro) stiano fuggendo l’uno dopo l’altro; e perché nemmeno l’Amministrazione regga. Il nostro resiste, un po’ Generale e un po’ politico, un po’ con una maggioranza ed un po’ con una minoranza, un tempo elevato dai seguaci di Berlusconi e un altro abbandonato da transumanti al- la moda. Insomma, una guida che ai più sembrerebbe incerta: e non solo per l’ibridismo anagrafico… un po’ campano e un po’ lucano, ma per assenza di ancoraggi sicuri non fosse la grand’illusione di «aver fatto il colpo della vita» con il bonus gas (sostanza dell’evanescenza), di cui la gente non soltanto lucana si scorda presto; più spesso nei tempi in cui la politica è fatta di “dazioni” non di ideali e nemmeno di programmi: piuttosto di petizioni alle quali, se infine corrispondesse la soddisfazione del voto, essa andrebbe comunque a vantaggio dell’ultimo elargitore! Intanto, le altalene giudiziarie vanno e vengono; né si capisce se per merito dei giudici, che talvolta vanno a giudizio essi stessi, o per l’eccezionale vitalità degli Attori che di tanto e tal prestigio e cotanto “livello” non si sarebbero giammai immaginati; né di tale inutilità pubblica (con in più la permalosità se gli si consiglia di studiare prima di parlare a vuoto)! È perciò tempo di chiedersi se reggerà nel futuro l’Istituzione regionale, ch’è peraltro anche quotidianamente indebolita, come si nota ogni giorno-dal crollo demografico. E se i Nordici, invece d’impuntarsi sull’autonomia differenziata, ne calcolassero costi e produttività fino a pretenderne la soppressione? Forse non incontrerebbero molti e forti ostacoli e oppositori! E dunque, non devono porsi questo problema i democratici sopravvissuti alla Prima Repubblica, i vecchi “resistenti” di quegli anni, e sollecitare i giovani a non restare passivi, a mobilitarsi per un «Salviamo la Regione»? Non occorre sollecitare e sostenere un’alternativa, programmi ed organizzazione, capaci, il primo, di disegnare finalmente qualche prospettiva, e la seconda, di riaccendere la speranza sul da farsi e la fiducia in nuove energie per la Rappresentanza? In ciascun Comune sono ancora molti che militarono e s’ impegnarono nell’ambito dei “vecchi” partiti, Dc-Pci-Psi-Psdi-Repubblicani ed altri, ai tempi in cui questi utilizzavano ancora i Probiviri per la selezione. Ora sono tutti sbigottiti dinnanzi a quel che accade ed anche perché esso scorre come se fosse normale! In assenza del loro civismo, avrebbero persino evitato di andare alle urne e comunque temono di finire così, presto o tardi! Non è forse un dato che l’astensione in Basilicata sia tra le più elevate? Dappertutto profondo disagio e radicalità negativa di giudizi: anche tra di essi e con giovani e giovanissimi con i quali accade di parlare della “Res publica”. Sentono non potersi pretendere il loro impegno serio..in una “vera” politica senza partiti “veri”; e che tutti hanno bisognano di un alveo, di una tradizione, di un ambiente nel cui ambito sviluppare le proprie riflessioni, i loro dibattiti. Che anzi i giovani non possono esser lasciati al disinteresse, alla separatezza, al distacco dal futuro e dalle Istituzioni! È perciò l’ora che i “vecchi partigiani” della Prima Repubblica si attivino per aiutarli ad organizzarsi, volta a volta, ad incontrarsi e riflettere per sfuggire all’alternativa tra emigrazione ed assistenza, per arrestare la decadenza come automatica e fatale conseguenza del presente! Ma occorre anche l’aiuto di altri Organizzati, che offrano sedi, sollecitino e sorreggano, non essendo nelle energie dei “vecchi partigiani” un miracolo del genere! Dovrebbero attivarsi anche la Chiesa ed i Sindacati, forse i Comuni e chiunque possa, con tutta convinzione e tempestività! Prima che sia tardi, svegliarsi è ormai d’obbligo per tutti!

Di Nicola Savino

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