L’EX CONSIGLIERA REGIONALE CARLUCCI: «RIFAREI ALTRE MILLE VOLTE QUEL RICORSO»
Il rientrato, dopo quasi 3 anni, Giorgetti l’ha accusata d’aver voluto «ad ogni costo sedere sulla “seggiola”». La replica della pentastellata
L’ex consigliera regionale del Movimento 5 stelle, entrata in Assise ai danni di Gino Giorgetti nel gennaio del 2020 per via Giustizia Amministrativa, ed estromessa questa settimana sempre per via Giustizia Amministrativa, ha inteso confermare che «col senno di poi, di fronte a tre sentenze del Tar e una del Consiglio di Stato che mi hanno dato ragione, rifarei quel ricorso altre mille volte per poter rappresentare ogni singolo voto dato, non a me, ma, al M5S». Vero è che l’attacco a Carlucci da parte di Giorgetti, al suo rientro in Consiglio martedì scorso, è stato duro «sono trascorsi quasi tre anni dalla mia ultima volta in questa Assise, non per un mio demerito, ma per colpa di chi voleva, ad ogni costo, sedere su quella seggiola», ma Giorgetti non ha torto. Di una semplicità tecnica l’intera vicenda che anche il Consiglio di Stato, che poi a seguito dell’udienza del 4 ottobre scorso ha dato ragione a Giorgetti, è come balzato sulla sedia non comprendendo come il tutto sia potuto accadere. L’atto chiave, era conosciuto da tempo sia a Carlucci che con ogni probabilità anche agli altri due consiglieri regionali Gianni Leggieri e Gianni Perrino. Si tratta, nello specifico, del verbale redatto dall’Ufficio centrale circoscrizionale presso il Tribunale di Potenza e datato 17 luglio 2020, per il cui effetto, Giorgetti, risultava e risulta «eletto avendo conseguito un totale di 2985 voti di preferenza rispetto alle 2970 preferenze attribuitegli dalle sentenze del Giudice di primo e secondo», mentre Carlucci «risulta prima candidata non eletta avendo conseguito 2962 voti di preferenze attribuitegli dalle sentenze del Giudice amministrativo di primo e secondo grado». Che tale atto «riscontrato non affetto da nullità o illegittimità» possa esser rimasto per oltre 2 anni «privo di conseguenze nel mondo giuridico», è l’elemento imbarazzante della vicenda. L’inspiegabile, per il Consiglio di Stato oltre che immotivata anche illegittima, inerzia dell’Ufficio centrale regionale nel recepire il verbale citato, ha consentito il protrarsi della permanenza di Carlucci in Consiglio. Non a caso, post sentenza, lo stesso Ufficio centrale regionale “dormiente” per 2 anni, ha subito provveduto senza nulla eccepire. Inspiegabile, di conseguenza, uscendo dal tecnicismo e sfociando nelle sfumature politiche, anche l’assenza dell’attivazione dell’intervento pentastellato per chiudere la faccenda molto tempo fa evitando, tra l’altro, controversie giuridiche poi conclusesi con l’esito ormai noto: Giorgetti di nuovo in Consiglio. Cioè, per maggiore chiarezza, sulla carta, l’Organo competente aveva dichiarato nuovamente Giorgetti eletti, ma nella realtà, continuava a sedere in Consiglio regionale la prima dei non eletti come da verdetto del Consiglio di Stato. «Ciò che taluno ha detto, durante l’ultimo Consiglio regionale, di me e della forza politica che lo ha eletto non solo è sintomo di vigliaccheria – ha proseguito Carlucci -, dal momento che non potevo esser lì a replicare, ma è un esercizio, malriuscito, di puro vittimismo. Si, perché gloriarsi di avere più voti piagnucolando di esser rimasto senza “seggiola” tre anni per poi voltare le spalle al M5S significa rinnegare quegli stessi voti; significa rinunciare alla forza politica che ti ha eletto e ti consente l’onore di rappresentarla nella massima assise regionale con tutto il coraggio che merita». «Detto questo – ha concluso l’ex consigliera regionale del Movimento cinquestelle, Carlucci -, mi taccio perché le lucane e i lucani non hanno bisogno di scaramucce interne al M5S, ma di soluzioni concrete ai numerosi problemi che attanagliano la nostra regione. Rivolgo un ringraziamento speciale a Gianni Leggieri, a Gianni Perrino e a tutti i nostri collaboratori: in questi anni abbiamo lavorato con passione, armonia e dedizione. Continueremo a camminare insieme, guardando nella stessa direzione».