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OPERETTA IN FA(RE) MINORE

Per i ritrovati indagati, vuota formalità: quasi che dopo Cupparo, il cdx sperava di liberarsi anche di Piro e Leone

Come nel più classico dei balli mascherati delle celebrità i consiglieri regionali hanno indossato la maschera della migliore ipocrisia ed espresso le più banali e scontate frasi di circostanza come usano fare i falsi amici ai matrimoni e ai funerali. Il viso di circostanza di Coviello, Cariello, Braia e Cifarelli a dare il ben tornato a Piro e Leone, tutto è stato preparato nel dettaglio come in un’operetta ben costruita. Sembrava che tutti fossero convinti da sempre dell’innocenza di Leone e Piro e del loro rientro immediato in aula, eppure non è quello che è sembrato in queste settimane.

LA SOLIDARIETÀ DI NESSUNO, LA FRETTA DI LIBERARSENE

Prima che il riesame li liberasse non si è sentita la solidarietà di nessuno verso i tre indagati privati della libertà. Non si è sentita da parte dei coindagati, non si è sentita dal capogruppo di Fratelli d’Italia Coviello, non si è sentita da parte del capogruppo leghista Cariello nè da parte del forzista Bellettieri. Hanno taciuto tutti quando parlare costava coraggio, ora parlano tutti e lo fanno con il viso contrito dell’ipocrisia più evidente. Ha detto bene Marcello Pittella nel suo intervento nel Consiglio dopo che Piro gli ha chiesto scusa per gli attacchi che in passato aveva rivolto all’ex Governatore quando ha evidenziato la solitudine dell’indagato e il giudizio morale del popolo che precede qualsiasi processo e non consente nessuna difesa. Quella di Pittella è stata l’unica parola di solidarietà verso i consiglieri privati della libertà, tutto il resto del Consiglio ha taciuto. Suonano ancora nell’aula le parole di Franco Piro che, quando venne in Consiglio per revocare le sue dimissioni, lamentò l’indifferenza del suo partito e del Governo Regionale nei suoi confronti evidenziando che erano tutti pronti a valutare chi avrebbe preso il suo posto. L’impressione che c’è stata è che la maggioranza, dopo aver tirato un sospiro di sollievo dalle dimissioni di Cupparo, non vedeva l’ora di liberarsi di Piro e Leone.

LO SGAMBETTO DELLE OPPOSIZIONI

Ieri le opposizioni, sollecitate a parlare sulla mozione di sfiducia, hanno evidenziato che non c’entrava niente l’indagine in corso né la limitazione della libertà che impediva a Leone e Piro di presenziare in aula ma la verità è che, al di là delle belle parole pronunciate da Braia sul rispetto degli avversari che aveva imparato nella sua passata vita da calciatore dilettantistico, all’opposizione avrebbe fatto politicamente comodo un 10 a 9 che non avrebbe comportato lo scioglimento del Consiglio Regionale ma avrebbe fatto emergere chiaramente la minorità della coalizione di Governo.

LEONE PARLA COL CUORE, CIFARELLI IL MORALISTA

L’unico tratto di autenticità emerge dalle parole di Leone quando dice che così come nella sua professione medica quando cura un bambino si approccia alla questione come se stesse curando il figlio, parimenti dovrebbe fare un inquirente nell’approcciarsi ad un caso giudiziario come se riguardasse il fratello, il figlio, l’amico. Di tutta la vicenda giudiziaria Rocco Leone è stato quello che meglio ha incarnato lo spirito combattivo. Non si è fermato davanti a nulla e ha continuato a combattere senza mai neanche immaginare di dimettersi con la consapevolezza che l’innocenza non ha nulla di cui vergognarsi davanti alle accuse. Un atteggiamento coerente e sensibile che, però, non commuove Cifarelli che, anche davanti alla revoca delle misure cautelari e al ridimensionamento delle accuse effettuate dal Riesame usa la clava del moralismo per commentare quanto emerso dalle indagini. Non è emerso un comportamento da educande da parte del Governo Regionale, ha detto il capogruppo del PD dalla ridotta autonominale in cui si è chiuso quello che fu il Partito Regione, quasi che si possa approntare una discussione politica sulla base di un moralismo bacchettone e bigotto che nulla a che vedere con la politica né con l’amministrazione né col diritto.

NON SI PARLA DI POLITICA

Neanche davanti ad un’indagine, alle misure cautelari che hanno limitato l’azione di alcuni consiglieri regionali e che sono state poi revocate dal riesame, il Consiglio Regionale riesce a volare alto e parlare di politica limitandosi al solito teatrino delle facce formali e degli insulti ormai ricorrenti. Anche i nani in tempo di tramonto hanno ombre lunghe.

Di Massimo Dellapenna

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