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MISCHIE D’AREA DALLA REGIONE AI CAPOLUOGHI

L’intervento di Fausto Devoti

SOLO CONFUSIONE NELLA POLITICA LUCANA ?

I titoli più importanti della Politica in Basilicata sembrano tutti catalogabili sotto la voce confusione. Ma è proprio così? Ci dobbiamo rassegnare a questa baraonda. In un tempo di crisi così grande? Il canto amaro e solito la Svimez lo ha già trasmesso in queste ore. Burroni e recessioni sono alle porte. Vediamo i titoli: il Consiglio regionale della non sfiducia, le surroghe che pesano, le incognite dei provvedimenti giudiziari. La plateale battaglia “stellare” fra Giorgetti e Carlucci. Il Leone ferito, ma non morto e via elencando. Poi c’è il Consiglio comunale deserto della Città capoluogo di regione.

LA CITTÀ DI POTENZA ABBANDONATA E MATERA PIANGE

Potenza è stremata dalle incapacità del Sindaco, per caso, che la guida. Anche qui numeri inquieti. Maggioranze in continuo assestamento. “Noi con l’Italia” e “Fratelli d’Italia” guardinghi. Oscilla, indeciso forse incapace, Guarente. Non sa che pesci prendere. Le strade, le buche, la terra gli trema sotto i piedi. Se Atene piange, Sparta non ride. A Matera Bennardi sono mesi che viaggia sull’otto volante. Maggioranze appese, voci di organigrammi e di ricatti. Un cielo senza stelle e senza gloria nella più classica delle esperienze, minori e fallimentari, che i pentastellati “rassegnano” in Basilicata e in Italia. Più stanno peggio, e più fanno stare peggio, più voti arrivano. Se poi volessimo scendere con il binocolo in tanti altri centri della nostra regione il putiferio di cose scadenti e inqualificabili che la politica ci consegna diventa indigesto anche per la stampa più attrezzata e con il pelo sullo stomaco della cronaca.

LA SANITÀ DELLA VALLE DELL’AGRI

A Villa d’Agri, ad esempio, il “perbenino” (come definirlo…) sindaco Zipparri convoca tutti sulla sanità e sul destino epocale dell’ospedale. Leggiamo cronache dell’incontro che sono più che deprimenti: chiacchiere vuote, valutazioni di merito lunari per chi capisce la sanità presente in quella sala si doveva alzare ed intonare un grandissimo “vaffa”!! Le parole più caute le ha dette Gianuario Aliandro, da Paterno. Miracolo, ma co- sì è. Il Cicala di Viggiano, sindaco e fratello d’Italia ormai (o no?), si allunga populista, con supercazzole e argomenti spassosi, ridicoli e a tratti offensivi. Dopo questo elenco nemmeno completo di confusioni che conclusioni dovremmo trarre. Inutile applicarsi?

LE CONFUSIONI INSUPERABILI DELLA SINISTRA E QUELLE MINORI DELLA DESTRA

La Basilicata ha il destino segnato? Irredimibile? No. Continuiamo a pensare di no. I fenomeni dei due campi sono diversi. A sinistra nelle forze politiche ci sono personalità e progettualità contrapposte che non hanno soluzioni. Appaiono come elementi di “impossibile mescolanza”. Non esiste più cemento per tenerli insieme. Lomuti, Bennardi, Turco (?), Braia, Polese, Pittella e Cifarelli sono un elenco da zibaldone e non da coalizione. Le retrovie a questi rappresentanti attuali sono pessime e descrivono imprevedibili prospettive. Dietro Cifarelli chi c’è? Alcuni con il randello alcuni con il coltello: Chiurazzi, Marrese, Muscaridola e poi Gravela… sul potentino Santarsiero e Lacorazza, De Filippo, Locantore, Falotico (mamma mia, viene l’ansia solo a scrivere questi nomi)… poi ci sono i nuovi arrivi di Articolo 1. Anzi sono l’articolo quinto. Sono i seguaci del Ministro partenopeo e lucano (doppia identità geografica). Poi ci sono i minori… vi risparmiamo l’elenco. Tanto piccoli nei numeri quanto grandi nelle pretese. Poi Pittella e il terremoto di idee e di pretese che il cognome si porta con se’. Braia e Polese ma anche De Maria e Rubino. Non abbiamo luci per illuminare il cielo dei pentastellati, ma immaginiamo. Poi i “riservisti della confusione”. Insomma una Medina senza mappe ed orientamenti umani possibili. A guardare bene dall’altra parte ci sono diffidenze e spaccature ma appaiono di più facile soluzione. Il “fratellone” d’Italia più alto, in tutti i sensi, che e’ il Senatore Gianni Rosa sta alzando la voce in questi giorni. Sembrano rimproveri preventivi, però. Non abbiamo ancora il verbo di Pepe. Si aggirano con liturgie democristiane Latronico, Coviello e Quarto. Certo bisogna capire questi dissidi. Il quadro nazionale, però, e’ un contesto chiaro per le destre lucane. la Basilicata sta in Italia. Rosa e Pepe lo sanno. Possono tirare lo strappo fino a rinunciare ad una prevedibile, ormai, vittoria alle regionali? I sacri libri della politica dicono che si riparte da Bardi. Possono evitarlo? Non mi pare. Hanno un terreno più semplice di intese ed un senso della disciplina che il Governo Meloni, altamente politico e partitico come ha ricordato D’Alema, ha molto rafforzato. Non possono sbagliare. Eviterebbero un destino “politicista” a volte, fraticida in altre circostanze, che i centro-sinistri lucani interpreterebbero alla grande. Orsù interpretiamo la sorte della nostra amata terra.

Di Fausto Devoti

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