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ECCO LA VERITÀ DEL RIESAME

Cambiano gli equilibri in Consiglio regionale? Alla prossima seduta ritorna Giorgetti e potrebbe rientrare anche Piro. Inchiesta Sanità, depositate le motivazioni dal collegio presieduto dal giudice trasferito Gubitosi

Sono state depositate le motivazioni del Tribunale del Riesame che ha revocato, circa un mese fa, gli arresti domiciliari all’ex sindaco di Lagronegro, Maria Di Lascio, il divieto di dimora a Potenza per l’ex assessore regionale Francesco Cupparo e la sospensione dall’esercizio della professione per il Direttore generale dell’azienda ospedaliera San Carlo, Giuseppe Spera. Parrebbe che Riesame, presieduto da Aldo Gubitosi, abbia riformato in maniera incisiva l’impianto accusatorio anche in riferimento alla riqualificazione, in parte, dei reati. Sembra, pertanto, aver vinto l’inquadramento nell’ipotesi di corruzione elettorale per la quale, essendo punita con la reclusione da 6 mesi a 3 anni, non sono previste misure cautelari. Sale l’attesa degli avvocati difensori per leggere il contenuto delle motivazioni, depositate ma non ancora notificate alle parti. Molte le intercettazioni riportate dal Riesame che avrebbe fornito alle stesse un’interpretazione marcatamente distante da quella prodotta dall’accusa. L’inchiesta dell’Antimafia di Potenza spazia dal voto di scambio alle comunali di Lagonegro, svoltesi nel 2020, fino alle nomine, ai trasferimenti, alle promozioni in Sanità, nonchè sulle strategie di controllo clientelare in vista della realizzazione del nuovo ospedale di Lagonegro. A non ricorrere al Riesame gli altri 2 dei 39 indagati, tra cui il presidente della Regione Vito Bardi, i consiglieri regionali Francesco Piro e Rocco Leone, sottoposti rispettivamente all’obbligo di dimora nel comune di Lagonegro e al divieto di dimora a Potenza. Anche il Gip Amodeo, in un certo senso, attende le motivazioni del Riesame per sapere, come specificò nel caso di Piro, al quale sostituì gli arresti domiciliari con l’obbligo citato, se le motivazioni siano estensibili o meno alla posizione dei 2 consiglieri regionali ovvero se le stesse debbano ritenersi limitate ai soli Di Lascio, Cupparo e Spera. Piro, che come prima misura cautelare fu destinatario della misura restrittiva nel carcere di Potenza, potrebbe riottenere la piena di libertà. C’è chi, dalle parti di via Verrastro, ipotizza effetti sul Consiglio regionale prendendo in considerazione l’opzione, al momento remota, che il forzista qualora in Aula al momento del voto della mozione di sfiducia a Bardi, voterebbe a favore, facendo così salire ad 11 i voti per la fine anticipata della legislatura. Infine, c’è la Procura di Potenza. Al “buio”, poichè il contenuto delle motivazioni non noto, il Pm Antimafia Vincenzo Montemurro, orientato per l’impugnazione dell’ordinanza del Riesame in Cassazione. Se il giudicato cautelare emergente dal giudizio del Riesame, rafforzato dagli “ermellini”, sarebbe un colpo significativo per l’impianto accusatorio. Di contra, però, se, invece, accolto il ricorso, la Procura in prima istanza al Gip chiese la custodia cautelare in carcere per Leone, Cupparo, Piro, Di Lascio, mentre i domiciliari per Spera, lo sbilanciamento tornerebbe a favore dell’impianto accusatorio.

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