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ARRIVANO PIOGGE E MALTEMPO MA TRIPALDI È GIÀ SCAPPATO

Dissesto idrogeologico, il giallo dell’ex commissario

Iniziata ufficialmente la stagione delle grandi piogge, sul nostro territorio la mente immediatamente va alla fragilità del nostro territorio. Terra di frane, di smottamenti, di torrenti che da vuoti diventano impetuosi, terra di paesi costruiti sulle montagne e dove la speculazione edilizia grande e piccola ha cementificato chilometri su chilometri. Ogni volta che accade uno smottamento, una frana, un alluvione, uno straripamento ci si interroga sui cambiamenti climatici, si parla di tropicalizzazione del clima.

L’INTERVENTO DELL’UOMO

Senza voler entrare nel merito sulla logica sostenibilità dell’allarme climatico, senza volerci addentrare nella vexata quaestio che divide allarmisti da una parte e normalizzatori dall’altro, ci preme evidenziare che l’uomo da sempre si è prodigato per mitigare il rischio e trovare dagli eventi climatici le risorse per uno sviluppo economico. Furono già gli antichi egizi, ci insegnano i libri di storia, a imparare come sfruttare le disastrose piene del Nilo al fine di migliorare la concimazione e i raccolti.

LA BASILICATA FRAGILE

L’augurio è che non accada mai nulla di ciò che abbiamo visto accadere a Sarno qualche anno fa o qualche mese fa nel nord Tirreno cosentino ma di auguri e di auspici non si vive. La Regione ha il dovere di intervenire per mitigare il rischio e di farlo subito e senza indugi, in realtà da troppo tempo tutto è fermo e ci si affida alla protezione della Madonna Nera come unico rimedio nella speranza di evitare il peggio.

L’INATTIVITÀ DI DOMENICO TRIPALDI

In una Regione come la nostra la struttura che si occupa di dissesto idrogeologico dovrebbe essere sempre operativa e sugli scudi. Non è quello che è accaduto fino ad oggi. La struttura, guidata fino a poco tempo fa da Domenico Tripaldi, infatti, è stata pressoché immobile e ferma, il pullulare di opere e di cantieri che si sarebbe dovuto registrare non si è visto, restano le strade a rischio frana e il pericolo per gli smottamenti. Ci piacerebbe sapere quali opere sono state realizzate contro il dissesto idrogeologico in questi anni, dove si è intervenuto, cosa si è fatto.

I COMUNI, LE PROVINCE E LE STRADE ALLAGATE

Non di meno sono i Comuni, le cui strade sistematicamente si allagano quando piove molto. Ricorderemo tutti via del Gallitello a Potenza sommersa dall’acqua e trasformata in un torrente e già ieri con le prime leggerissime piogge la città non sembrava essere in grado di evitare rigagnoli e fiumarelle. Cosa accadrà se e quando le precipitazioni dovessero essere più cospicue? Ci si è attrezzati per pulire tombini e caditoie, per tenere in ordine le cunette? Né migliore la situazione appare sulle strade provinciali, le cui cunette sono sommerse di piante, occluse da rifiuti e poco appaiono in grado di garantire un corretto scorrimento della pioggia.

LE STAGIONI SONO NATURALI, L’INCURIA È UMANA

Alle prossime piogge con smottamenti ed o strade allagate sentiremo nuovamente le lamentele per la tropicalizzazione e il surriscaldamento globale. Potrebbe essere anche vero ma è pur vero che, endemico o meno che sia il fenomeno, ci piacerebbe davvero che chi governa il territorio si adoperi per governarlo. Interventi mirato e manutenzione sarebbero assolutamente necessari ma a noi non pare che siano avvenuti.

Di Massimo Dellapenna

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