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«ADERISCO CON ENTUSIASMO A ITALIA VIVA»

L’intervistala squadra dei sindaci renziani in Basilicata sale a 5: c’è anche Albano di Lucania

In politica c’è chi vince e c’è chi perde. Bruno Santamaria ha vinto e sta convincendo ad Albano di Lucania. Il neo sindaco mostra di avere le idee chiare anche su quello che accade a livello regionale e nazionale. E sceglie Italia Viva e il Terzo Polo spiegando tutte le ragioni politiche

Sindaco ormai sono trascorsi quasi cinque mesi dalla sua elezione. È già in grado di fare un primo bilancio di questa esperienza?

«La ringrazio innanzitutto per questa intervista. Sono trascorsi cinque mesi da quando gli elettori mi hanno onorato assegnandomi il mandato; sono consapevole che questa carica ha richiesto e richiederà in futuro impegno, competenza, senso delle istituzioni, dedizione, capacità di relazione e di “problem solving”. Caratteristiche essenziali per tutti coloro che si apprestano a svolgere una funzione pubblica e che richiede necessariamente come prerogativa l’essere all’altezza delle aspettative dei propri concittadini. Facciamo parte di un territorio meraviglioso, con risorse immense, dobbiamo solo saper sfruttare al meglio queste nostre potenzialità cogliendo tutte le occasioni che si presentano al fine di garantire finalmente uno sviluppo sostenibile e una crescita continua. A tal proposito il mio Comune si sta muovendo nelle direzioni più disparate, sfruttando a pieno le potenzialità del territorio e sta puntando soprattutto alla captazione di fondi e risorse, senza perdere di vista la mobilità sostenibile, la transizione ecologica, l’efficientamento energetico, il decoro urbano e la semplificazione nella gestione dei servizi. Si tratta di elementi sui quali sono stati sottoscritti improrogabili impegni programmatici con i cittadini di Albano e sui quali stiamo già intervenendo meticolosamente. Su tutto il tessuto urbano ed extraurbano, con capillari operazioni di programmazione e progettazione mi- rate a migliorare il servizio di viabilità e il verde pubblico, abbiamo intrapreso un cammino che permetterà all’ente, previa aggiudicazione fondi (alcuni già ammessi a finanziamento), di disporre, finalmente, di maggiori risorse economiche da destinare a settori fondamentali. Naturalmente il cambio di mentalità, per quanto riguarda le abitudini consolidate, non può prescindere dall’offerta di alternative adeguate che puntano ad una soluzione ‘ad impatto ambientale zero’. Buona parte del programma è già stato rispettato: abbiamo bandito in pochi mesi tre concorsi pubblici al fine di sanare le criticità dovute alla carenza di personale apicale dei nostri Uffici e molto altro. Albano di Lucania oggi più che mai ha il dovere di continuare a mantenere un ruolo di primo piano all’interno del territorio».

I prossimi obbiettivi per Albano?

«I prossimi obbiettivi di Albano sono molto mirati: saranno gli obbiettivi che probabilmente condivide la stragrande maggioranza dei miei colleghi dei paesi limitrofi: creare una sinergia sul territorio e far si che i campanilismi siano un mero ricordo del passato. O si lavora insieme, in sinergia (e questa non deve essere una frase di circostanza, deve trovare terreno fertile nell’operatività delle amministrazioni), oppure si rischia di perdere una grande opportunità. L’ obbiettivo principale è quello di abbattere le barriere ed uscire dall’isolamento al quale sono destinate le nostre comunità»

La politica non si ferma. A poche settimane dalla sua vittoria c’è stata la partita per le provinciali di Potenza e poi le politiche. Lei non ha fatto mancare il suo impegno con il sostegno elettorale al Terzo polo. Una scelta di testa o di cuore?

«Non le nascondo che il mio supporto al Terzo polo è stata una scelta che non mi ha causato particolare remore. Lei mi parla di testa e di cuore. La testa mi indica una direzione ben definita fatta di scelte dovute, di obbiettivi, di condivisione di un progetto comune che guarda al di là della siepe, che segue chi ha voglia di lasciare un’impronta ben marcata nel cemento fresco della politica lucana. Il cuore invece come tanti dei miei compagni di viaggio si rifiuta di ammainare quella bandiera che sventola alta nel mio cuore e che ostinatamente nonostante il vento contrario punta a sinistra. Purtroppo però a volte le decisioni provenienti dall’alto inibiscono l’entusiasmo di chi crede in un progetto ampio e la delusione è preponderante su tutto il resto. In sostanza: oggi bado più alla squadra, più alla persona che al credo politico. Ci sarà il momento del ritorno, ma probabilmente i tempi non sono ancora maturi».

Quindi aderisce ad Italia Viva e perché?

«Aderisco a Italia Viva perché ho avuto modo di confrontarmi con un team che con entusiasmo, con determinazione e con coraggio si è contrapposto a quei blocchi consolidati e ne è uscito a testa alta. Si tratta di una squadra che in poco tempo ha ottenuto un risultato eccezionale, una squadra di lucani, che pensa lucano e parla la lingua della gente comune. È la squadra degli amministratori di periferia, dei politici ostinati che credono ancora nei valori della politica e che non hanno avuto problemi ad abbandonare porti sicuri per avventurarsi in acque burrascose. Il mio è un impegno locale e potrei essere fuorviato dal mio storico credo politico. Credo altresì che ci sia un bisogno estremo di riformismo. Soprattutto in questo momento in cui si attua una politica difensiva a destra come a sinistra, e ci si stringe attorno a quei valori di ‘partito’ molto marcati e di chiara identità, dove ci si barrica nel tentativo di tutelare la stagnazione delle paludi, e di rimando si scatenano focolai di “malattie infettive” dalla sintomatologia importante che possono portare a conseguenze irreversibili. Ho scelto di aderire a questo progetto, perché voglio contribuire a portare avanti un programma che, a livello internazionale, si riconosca nei valori atlantisti ed europeisti, nei quali mi sono sempre rispecchiato. Ho apprezzato molto l’intervento di Matteo Renzi al Senato: rivela una personalità impregnata di riformismo e un forte senso delle istituzioni, apertura al dialogo, ma allo stesso tempo la ferma opposizione alla deriva incontenibile della destra dell’Europa contemporanea. Assume una ferma posizione sulla questione immigrazione, sul lavoro, sulla scuola e la meritocrazia. Un’ opposizione che si pregia di impegno e azioni concrete, bandendo la retorica. Mi soffermo sull’incisiva pacatezza con cui ha esplicitato a nome del Terzo polo una linea politica di opposizione costruttiva, analoga a quella che i nostri rappresentanti stanno effettuando sul nostro territorio. Una posizione intelligente quella dei nostri consiglieri regionali, alternativa all’attuale maggioranza, ma non insensibile alle questioni sociali e mirata al sostegno di quei provvedimenti utili alla comunità, senza “tatticismi politici”»

Lei è il quinto sindaco nel potentino insieme a De Luise di Spinoso, De Maria di Latronico, Rubino di Moliterno e Sinisgalli di Missanello che entra nella compagine politica di Renzi sul nazionale e Polese e Braia in Basilicata. Che squadra di amministratori ha trovato nella sua nuova casa politica?

«Come ho evidenziato in precedenza, nutro molta stima nei confronti degli altri componenti del gruppo. Credo che si potrà fare molto bene per la nostra terra! Leggo tra le nostre fila quella voglia di politica, quella voglia di aggregazione priva di esclusivo interesse personale. Intravedo quella potenzialità che può innescare un’esplosione di buona politica»

Intanto il centrodestra governa a Roma e Potenza con il centrosinistra tradizionale che non sembra in grado ormai di vincere. Lei da Albano cosa consiglia per battere il centrodestra?

«Oggi su tutti i media traspare un tentativo da parte della sinistra di far passare la vittoria del centrodestra come un ritorno quasi ad un regime totalitario. Ebbene: io non penso minimamente questo. Nel nostro tempo non c’è spazio per il ritorno al passato! Non è tempo di apologie e potenziali ritorni ad “autarchie”. La classe dirigente della destra dei nostri giorni vive costantemente aggrappata a slogan e frasi convenzionali atte a suscitare emozioni in un elettorato confuso che oggi più che mai ha bisogno di certezze. Non la ritengo altresì pericolosa, anzi, credo che l’esperienza di Governo contribuirà ben presto a rivelare la sua natura debole sia a livello programmatico che ai fini della risoluzione dei problemi reali del Paese. Si sgonfierà presto! Quello che invece mi preoccupa è la timidezza della classe dirigente nello schieramento di centrosinistra. Qualcosa si è mosso negli ultimi tempi, ma non basta. È come se si avesse timore di prendere le redini di questo nostro Paese e proiettarlo ai vertici di una Europa che necessariamente dovrà assumere un ruolo apicale nello scacchiere internazionale. In Basilicata, come riscontrato negli ultimi anni, sull’onda emotiva di quello che sta accadendo a livello nazionale, il pensiero politico di centrodestra è preponderante rispetto a quello di sinistra, ma non è maggioranza. Lei mi chiede come sconfiggere questa destra che sembra invincibile? È molto semplice, lo si percepisce nell’aria: un’unione tra Partito democratico, M5S, Terzo Polo e di qualche compagine della società civile finora ai margini della politica. Lei mi dirà: ma come crede che si possa pensare ad un’ unione del Terzo polo con il blocco democratico dopo la fuoriuscita di personaggi di spessore proprio dalla casa democratica? Credo che il buonsenso prevarrà sul risentimento personale, bisogna fare ammenda degli errori del passato. In fin dei conti in Basilicata non ci sono fratture insanabili. C’è solo da risolvere criticità legate a questioni organizzative e magari mettere alle corde qualche tessitore di trame occulte che ha come unico obbiettivo quello di creare instabilità. Infine credo che il Terzo polo e di conseguenza Italia Viva saranno decisivi nella prossima tornata elettorale regionale: i numeri parlano chiaro».

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