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«NON INSEGUO NESSUNO»

Pronta replica del Gen a Vizziello e Zullino usciti dalla maggioranza al grido: «Dovrebbe dimettersi». Bardi va avanti e ai dissidenti: «Auspico un ripensamento, le mie porte sono aperte»

La crisi politica all’interno della Regione Basilicata si tinge di un nuovo capitolo. Dopo l’inchiesta giudiziaria sulla “mala politica” che ha visto metta della Giunta Bardi indagata e messo sotto provvedimento giudiziario i consiglieri di centrodestra Francesco Piro (FI) e Rocco Leone (FdI), portando anche alle dimissioni da assessore e consigliere di Franco Cupparo (FI), a rendere ancora più traballanti i numeri del governo Bardi ci hanno pensato i leghisti Massimo Zullino e Giovanni Vizziello che hanno ufficialmente dichiarato di essere fuori dalla maggioranza. Come anticipato ieri da queste colonne, alla base del- la scelta dei due non solo l’assenza di dialogo con il governatore ma anche la mancata attenzione da parte dei vertici regionali della Lega a ricomporre il partito.

LO STRAPPO IRRICUCIBILE CON LA MAGGIORANZA

«Non faremo più parte della maggioranza di governo del presidente Bardi. Ai cittadini lucani chiediamo scusa per non essere stati in grado di produrre quella giusta incisività per portare a compimento il programma elettorale del 2019». Così hanno esordito i consiglieri regionali Massimo Zullino e Giovanni Vizziello, per spiegare come sono giunti a questa decisione «sofferta ma convinta dopo una sequela di umiliazioni». «A partire dalle numerose mozioni rimaste inevase – hanno spiegato – e per finire all’emendamento da noi proposto nel mese di agosto per il bonus gas alle imprese e cassato senza discussione. L’ultimo Consiglio regionale, invece, approvando l’ordine del giorno presentato dai consiglieri Braia e Polese che prevede aiuti alle imprese, ha sancito l’ingresso di Italia Viva in maggioranza. Ribadendo che mentre noi siamo rimasti in Aula a votarlo favorevolmente loro si sono addirittura astenuti».

«MENO CASERMA E PIU’ POLITICA»

Nonostante sia una persona mite questa volta Vizziello non ha risparmiato invettive contro i membri della maggioranza e lo stesso Bardi. Nell’affermare che «ci sarebbe bisogno di meno caserma e più politica», ha ricordato che si riscontra «un mancato rispetto della volontà popolare in quanto gli esponenti di governo Latronico e Galella, come anche la consigliera Sileo e i rappresentanti istituzionali Busciolano e Perri non sono stati eletti dai cittadini lucani». «Il vulnus principale – ha sottolineato ancora il consigliere – sta nella gestione della sanità che vede l’apice della criticità nell’Azienda sanitaria di Matera. Si assiste a una continua emigrazione sanitaria, non solo dei pazienti ma anche dei medici e alla difficoltà di gestione dei concorsi. Il richiamo dei medici in pensione non risolve le problematiche anzi comporta una maggiore remunerazione delle prestazioni». «Andrebbe, invece, implementato il personale medico e paramedico», ha detto ancora Zullino. «Si ha una visione campanilistica e non d’insieme, un esempio sono gli 80 milioni di euro assegnati all’ospedale di Lagonegro. Manca una visione strategica. Il Governo del cambiamento avrebbe dovuto dare una sterzata, invece non ci sono più i presupposti per andare avanti». «Più che dissidenti come ci hanno definito siamo diffidenti rispetto alla linea di questo governo che non risponde alle esigenze della popolazione lucana» ha chiosato Vizziello.

L’ASSENZA DI DIALOGO CON BARDI

Nonostante da mesi i due consiglieri abbiano più volte chiesto all’atto della verifica di maggioranza, un cambio di passo nel merito e nel metodo sulle tante questioni politiche che interessano la Basilicata e che, ad oggi, risultano ancora irrisolte, «la risposta che il presidente Bardi ha inteso dare -ha sottolineato Zullino- era quella di non dialogare con i consiglieri che pensavano di avere una maggioranza coesa e di risolvere le problematiche, ma di dialogare con Italia Viva e di portare nel perimetro della maggioranza i renziani».

L’AFFONDO A ITALIA VIVA E LE SCELTE «SOLO SU PROVVEDIMENTI IMPORTANTI»

«Che si consacri allora la nuova maggioranza con Italia Viva – ha tuonato Zullino -. Noi resteremo in Aula e saremo pronti a fare la nostra parte quando verranno portati all’attenzione del Consiglio regionale provvedimenti importanti per i cittadini lucani, come la legge sul bonus gas perché è giusto che non sia la comunità a pagare le conseguenze di una politica che si dimostra divisiva. Non abbiamo chiesto nulla e non chiederemo nulla per noi. In questi anni sono stati numerosi i passi indietro che abbiamo fatto per il conseguimento di obiettivi comuni. Siamo delusi dal comportamento del presidente Bardi che doveva essere il padre nobile del centro destra. Abbiamo assistito, invece, alla spaccatura di tutti i partiti e alla perdita di autorevolezza del Consiglio regionale».

COSA SI SALVA DI 3 ANNI

I due esponenti regionali hanno poi ripercorso le principali azioni del loro impegno in questi tre anni, a partire dal contributo offerto per il Piano trasporti regionale, l’apertura della Bradanica, le misure per combattere il dissesto idrogeologico fino alle battaglie per salvare il Punto nascita di Melfi. Ma non hanno certo nascoste che sono molte le loro istanze che aspettano ancora risposte.

I NUMERI CHE NON TORNANO

Con la fuoriuscita dei due leghisti il centrodestra è matematicamente senza numeri per poter detenere la maggioranza fissata a 11 consiglieri. Dei 12 iniziali infatti, con Leone e Piro fuori dall’Assise consiliare per le misure restrittive a cui sono sottoposti nell’ambito dell’inchiesta giudiziaria, e meno i due leghisti si arriva infatti a 9 voti per la maggioranza guidata da Vito Bardi. Che potrebbe essere costretto ad affidarsi alla “stampella” di Italia viva per andare avanti nel suo mandato e traghettare la legislatura fino al 2024.

L’ADDIO AL «MATRIMONIO» CON LA LEGA

«Certamente siamo molto dispiaciuti e non è facile essere qui oggi ma come i migliori matrimoni anche questo è finito». È stata la metafora utilizzata da Massimo Zullino per definire anche il loro addio al Carroccio. Nonostante Zullino sia stato tra i fondatori del partito e sia stato colui che ha spinto Vizziello a riapprodare nella Lega l’assenza di interesse mostrato alla crisi lucana ha fatto “disinnamorare” i due del Capitano. Zullino ha confermato di aver anticipato la loro uscita dal partito allo stesso Matteo Salvini che prendendo atto della scelta si è comunque detto dispiaciuto. Ma quello che ora bisognerebbe chiedersi «se esiste ancora la Lega in Basilicata, visto le affermazioni del sentore Bossi che apre di nuovo al comitato per il nord e su questo nulla è stato smentito. Le dinamiche sono molto più complesse». Nello stesso tempo il consigliere Venosino si è anche dimesso da tutte le cariche politiche interne alla Lega. «Non ci collochiamo in nessun altro gruppo e in nessun altro partito, anche perchè Bardi se gli è rimasta dignità politica dovrebbe rassegnare le dimissioni» ha concluso Zullino.

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