IL PRINCIPE TOTÒ E LA POLITICA NON SOLO LUCANA: PER DOVE DOBBIAMO ANDARE?
Un capolavoro del cinema italiano è la scena del film di Totò Peppino e la malafemmina a Milano, dove lo straordinario principe De Curtis chiede al vigile: per andare dove devo andare… per dove devo andare? Ecco questa emblematica domanda si attaglia molto alla situazione della politica lucana. Direi in maniera vasta alla società della Basilicata. In questo crocevia complicato della storia regionale. Le destre governano a Roma con crisi di identità al proprio interno più profonde di come si potrebbe immaginare.
IL CENTRO DESTRA
Forza Italia si accorcia ogni giorno, senescente e impomatato Berlusconi non ha più la verve. Dalla Sicilia Miccichè rilancia e raddoppia con Forza Italia 2 contro Schifani. Salvini si ritira piano piano dall’occupazione dello stivale e si rinchiude nella ridotta del Nord, sospeso da un equilibrio instabile nel Lombardo-Veneto. Autonomie e stupidaggini simili il nuovo “statuto”. Meloni padroneggia, per ora, ma con grandi prospettive di fallimenti se non di insufficienza nell’orizzonte delle questioni italiane, europee e mondiali. Da noi in Basilicata questo quadro è ancora più deprimente. In consiglio regionale non si capisce: Vizziello e Zullino fra reazioni ed ammutinamenti nessuno li considera, Pepe da Tolve tumefatto dal risultato elettorale in cerca di ruoli. Un giorno lo danno qui, un altro a confronto con Pittella ed i terzopolisti, insomma non ha capito ancora dove andare. Per l’appunto!
IL CENTRO E I SINISTRI
Il centrosinistra che fa? C’è una spaccatura in ognuno delle forze (forze?) che lo costituiscono. Anche nelle più piccole. I Verdi di Pietrantuono, entusiasta e radicale ambientalista con la fissazione della transizione da Stellantis all’Amazzonia di Lula. A Melfi non gli credono però, ad esempio, visto quanto conta elettoralmente. Ma c’è di più. Cosa pensa il vero cerimoniere, appartato ma con le pile in mano del potere vero degli ecologisti, Giovanni Mussuto? E Donato Lettieri, ultimo blasone elettorale dei Verdi lucani? Per non citare il disordine per antonomasia che è la Vittoria Purtusiello. Vittoria, dai su’! Come battuta. Il Pd barcolla tra congressi e pretese di dirigenti tutti in crisi respiratoria per ora. Santarsiero, muoia Sansone dice ogni giorno, e lui dove starebbe? Nobile ed altolocato rinnovatore. Lacorazza che ha qualità operative, a volte con sforzi eccessivi e dannosi, sta molto agitato. Ha “fame” di ruoli e di impegni: usa la musica, la cultura, Sinisgalli e Pittella, l’energia ed i quesiti referendari. Si avete letto bene, posta un ieratico Gianni Pittella che notoriamente usa il metodo solito della famiglia. Se siamo noi i cerimonieri saremo carichi di complimenti per tutti. Anche per chi tenta di ucciderci. Politicamente. Un sublime doroteismo lauriota. Chi lo ascolta ora nel Pd a Piero venuto dalle guerre? Poi Cifarelli, del quale più volte abbiamo detto. E poi Locantore, Lospinoso, Laregina, (ancora!), Chiurazzi, De Filippo, Margiotta, Muscaridola, Falotico, ecc… un popolo di posizioni. “Tot capita tot sententiae”, tante teste, tanti giudizi dicevano i latini. Ed anche di più. In alcune delle teste anche più giudizi. Poi ci sono figuri inquieti che vanno girovagando nella politica e nelle istituzioni regionali. Gianni Perrino che descrive una “situazione antipatica”, dice proprio così, di alcuni cittadini di Irsina sulle emergenze abitative. Un comunicato che poteva essere trasformato semplicemente in una telefonata alla mitica assesora Merra, perché è evidente che si tratta di un piccolissimo incaglio burocratico. Ma meglio scrivere e diffondere carte inutili e comunicati ai cittadini. Per andare dove? Con Braia materano e membro della più importante delle istituzioni che è il Consiglio della Fon- dazione Matera 2019. Sì luogo, quel consiglio, dalla forza incommensurabile. Non si scherza perché Matera è l’unico posto declinato al futuro nel Sud e quindi da lì si potrebbe cambiare il mondo. Ma anche di cultura e di storia si può parlare poco o niente nella politica lucana.
LE STAMPELLE, LA CONFUSIONE ED IL RUOLO DECISIVO DI BARDI NEL FUTURO
Ma insomma a questi tre angoli, Pd, Cinquestelle e Terzo polo, sarebbe affidata l’alternativa repubblicana a quella destra conosciuta. Intanto si può stare un po’ qui un po’ lì. Come serafiche riassumono le foto di Polese e Cariello a Picerno o Ruoti, tutti e due novelli Achille Lauro a raccontare di gas e molecole, la trapunta che potrebbe coprirli da qui al voto regionale. Per andare dove devo andare dice in “prima persona” Mario nel frattempo mi faccio accompagnare da Cariello o da Bardi o da Tommaso Coviello. Non sappiamo che succede, sembra dire, potremmo perdere la strada nei campi larghi senza mappe ed orientamenti. Quindi? Per andare dove devo andare che fare? Manca poco al voto regionale ed il respiro dell’ansia aumenta: Bardi “sorseggia” la situazione sapendo che se perde fra i suoi al di là delle stampelle “vive” sarà lui il vigile accreditato a dare le carte e forse ad “arruolare” pezzi della società civile o della politica anche di centro e di sinistra, che pure in questa decadenza, potrebbero scegliere un Generale. A volte alieno a volte disinteressato ma comunque un grado in meno, in questo caso, fra i peggiori!
Di Fausto Devoti