LA POTENZA DI IÑIGO DE’ GUEVARA
L’approfondimento di Antonella Pellettieri
Iñigo de’ Guevara, nato intorno al 1418, era figlio di Costanza de Tovar e di Pedro Velez de’ Guevara, signore di Oñati, oggi cittadina dei Paesi Baschi. Si guadagnò la stima di re Alfonso sin dal 1435 quando cominciò la campagna di conquista del Regno di Napoli. Molti furono gli incarichi militari e gli importanti uffici che furono concessi dal re al de’Guevara: maggiordomo reale e consigliere nel 1438, nel 1440 gli furono assegnate le terre di Ariano e Apice, nel 1442 il possesso della città di Potenza e nel 1444 il marchesato del Vasto. Iñigo accompagnò Alfonso nella conquista del Regno di Napoli sin da subito e con re Alfonso compì diverse volte il periplo del Mediterraneo Dopo l’arrivo a Ponza, re Alfonso considerò Iñigo suo uomo di fiducia più importante e nel 1450 gli diede l’incarico di gran siniscalco, incarico che i de’ Guevara conservarono a lungo anche con gli altri discendenti. Nel 1438 le fonti attestano un Iñigo in Sardegna proprietario di alcuni feudi quando re Alfonso era già re dell’isola. La presenza della famiglia de’ Guevara è attestata anche ad Ischia dove, ancora oggi, è possibile ammirare la Torre de’ Guevara nella quale si conserva un elegante e raffinato ciclo di affreschi ben restaurati e anche uno stemma della famiglia completamente recuperato dopo il restauro. Non esistono documenti che attestano la presenza di Iñigo a Ischia ma è possibile supporlo poiché l’isola era il luogo prediletto di re Alfonso per trascorrere le vacanze. Ebbe possedimenti anche a Malta e Gozo: apprendiamo da altre fonti che il conte di Ariano e di Potenza ebbe uffici di castellano e le dogane di Malta e Gozo, il feudo di Aajin Toffeha, ed altri beni feudali, e diritti regi. Iñigo fu fedele anche a re Ferdinando e, quando si presentò al nuovo erede al trono di Napoli «piangendo, se gli gitto steso ai piede col corpo in terra ai piede et besoli cum dirli, io sum qua tuo servo schiavo et vassallo; comandame che ormai te tengo per mio signore». La città di Potenza era stata concessa in feudo a Micheletto il 15 aprile 1435 dalla regina Isabella di Lorena e Marco Attendoli ne prese possesso per conto di Micheletto, ricevendo il 19 aprile il dovuto omaggio dalla città. La città gli era stata infatti portata in dote, insieme ad altri feudi in Principato Citra, Basilicata e Calabria (tra cui Tursi, Tito, Policoro, Pignola, Torre a Mare, ecc.). Ricaduta in potere di Alfonso d’Aragona, Potenza fu poi confermata ad Iñigo de Guevara, a cui era stata già concessa dall’aragonese con privilegio emesso a Gaeta il 12 giugno 1435, mentre era in corso la guerra con Renato d’Angiò. Il de’Guevara con privilegio emanato a Napoli il 23 ottobre 1452 fu insignito di Potenza, con il titolo di conte e di altri feudi. Ritroviamo documentato Iñigo de Guevara come signore di Potenza il 23 novembre 1442 quando a Foggia re Alfonso d’Aragona confermò alla città di Potenza i capitoli da essa presentatigli tra cui una riduzione dei pagamenti delle collette dovute, poiché «per li tempi passati è stata disfacta et povera», la conferma di tutti i privilegi generali e particolari concessi dai precedenti sovrani fino alla regina Giovanna II e di alcune franchigie riguardanti i mercati che si svolgevano in città e le prerogative degli ufficiali cittadini. Sin dal suo arrivo si stabilì un contatto molto forte fra il conte e la città. Nel 1445 «il Magnanico Conte di Potenza D. Indico Guevara dona alla sua città once dieci, con condizione però, che la Città debbe rifare la Muraglia in molte parti rovinata per la passata Guerra, e che si debbano ridurre in giusta difesa, e che vi si dia subito principio, e che la donazione debbia durare sin tanto, che saranno dette muraglie perfezionate». E proprio in quegli anni fu costruita anche la torre che oggi svetta solitaria. Allora era parte di un perimetro murario ampliato e trasformato dalla nuova militarizzazione di Potenza vo- luta da Iñigo che portò anche alla costruzione di nuovi accessi alla città come la grande apertura di Porta Salza, nel versante cittadino opposto alla torre. Secondo alcuni risulta probabile che Iñigo morì in Abruzzo nel 1462 se il duca di Milano, il 9 ottobre 1462, inviò le sue condoglianze appena appresa la notizia della morte. Sem- bra, invece, che la morte avvenne a Monteleone di Puglia nella notte tra il 23 e il 24 settembre 1462. La fonte della notizia è una lettera di Antonio da Trezzo, corrispondente sforzesco da Napoli, scritta il 24 settembre dall’accampamento regio presso l’Ofanto, in cui scrive: «El gran siniscalco [cioè Iñigo in questi dì che so’stato fora se è infermato de febre et due posteme, una in la testa et l’altra in la schena, de la quale infirmità questa nocte è morto ad Montelione. Ha lassato uno figliolo de età de XI anni [cioè Pietro] al quale la maistà del re ha confirmato lo stato et officio haveva el padre». Oltre Pietro vi era Antonio che fu il secondo Conte di Potenza della famiglia de’ Guevara e, al contempo, anche vicerè di Napoli per un brevissimo periodo. Per trent’anni, Iñigo percorse il Mediterraneo occidentale in lungo e in largo e, ovunque si fermava, lasciava un buon ricordo poiché, in maniera generosa, ricostruiva cinte murarie, costruiva torri di difesa, abbelliva le città, fondava accademie e allietava i cortigiani con canti e balli, scrivendo poesie e recitandole. Era l’uomo di fiducia di Alfonso d’Aragona, un uomo d’armi ma anche un uomo di grande cultura e di buon gusto, insomma un uomo giusto per stare alla corte di re Alfonso. Tristano Caracciolo lo descrisse come un uomo non solo dedito alla guerra ma, anche se non esperto di musica, capace di ballare e cantare con virile dignità. Aveva competenze filosofiche e molti interessi letterari oltre a possedere una biblioteca molto particolare e scelta. Organizzava giochi e giostre: ne organizzò una nel 1444 per celebrare le nozze del figlio del re. Iñigo è un uomo del suo tempo e di un Mediterraneo al centro degli interessi politici ed economici a pochi anni dalla scoperta dell’America. Ebbe possedimenti in Sardegna, ad Ischia e a Malta: conosceva bene le più importanti isole del mare nostrum ma viaggiò in tutta la penisola italiana come delegato di re Alfonso ponendo le basi per una nuova aristocrazia nel Regno di Napoli proveniente dalla Spagna. Presto la famiglia de’ Guevara si imparentò con nobili famiglie del regno meridionale e non solo. Ancora oggi una importante torre ad Ischia posta vicino al mare e una torre a Potenza che apparteneva al circuito murario portano il nome de’ Guevara. Seguire gli spostamenti di Iñigo insieme a re Alfonso risulta di particolare interesse e ci fa ben comprendere che il condottiere de’ Guevara fu al fianco del re in tutti i suoi viaggi e, quasi in tutti i posti in cui soggiornò, lasciò un determinante segno del suo passaggio. Avrebbe potuto fare ancora molto per il Regno e per i suoi possedimenti ma Iñigo muore a soli 44 anni.
Di Antonella Pellettieri