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GUARENTE E MECCA, L’ARTE DI RIMANGIARSI LA PAROLA

TACCO&SPILLO

Avete a mente quando Mario Guarente, peggior sindaco leghista d’Italia, cacciò il trio assessorile Rotunno-Fazzari-Napoli in malo modo e con gli improperi del caso che pure s’era sollevato per via delle congiure di FdI e Idea e poi, come se niente fosse e nel giro di 24 ore, si rimangiò tutto, mostrando ai potentini il suo attaccamento alla poltrona municipale più che il mantenimento d’onore della sua stessa parola, peraltro formalizzata ai quattro venti con una delibera divenuta ormai esempio istituzionale del suo rotondissimo volteggio. Ora la scenetta si ripete dalle parti d’Avigliano e sempre nel recinto del centrodestra, dove il sindaco Giuseppe Mecca, leghista pentito e subito accasato in FdI, dopo che con un atto d’imperio e di piena solitudine aveva defenestrato dalla giunta Angela Maria Salvatore, peraltro tra le più brave, s’è dovuto rimangiare tutto e premere il tasto ripristino per un cattivo funzionamento. Così a leggere il nuovo decreto di nomina si respira quest’aria di cazzeggio freudiano. Si parla di “assunzione di scelte responsabili” per “garantire stabilità” a “tutela del bene comune” come a dire che prima in giro si vedeva praticamente il contrario. Canta Ensi:“Le scommesse non si fanno..no-no. Scommetti che devi rimangiarti le  parole”. 

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