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DE FILIPPO: «I CITTADINI ITALIANI DEVONO ESSERE TRATTATI TUTTI ALLO STESSO MODO, MA COSÌ NON È»

L’ex deputato del Pd: «La legge proposta da Calderoli emargina il Parlamento e separa il nostro Paese»

«L’Italia, la secessione e l’unità: chi canterà “fratelli d’Italia”, l’inno di Mameli nei prossimi mesi? Il Ministro Calderoli come da impegno ha cacciato le carte: presentata la proposta di legge sull’autonomia differenziata ai sensi dell’articolo 116 della costituzione, terzo comma. Almeno 3 drammi per il #sud. Come sappiamo da sempre il vero scontro e’ sulla spesa storica e sui Lep (livelli essenziali delle prestazioni) cioè gli italiani sono da trattare tutti allo stesso modo dallo stato: dal nord al sud, alle isole. Sembra scontato ma così non è. Così Vito de Filippo del Partito Democratico. «Se si applicassero prima i Lep e poi si ragionasse su un sistema di autonomie la questione potrebbe avere un senso. Notoriamente al di là di una brutale pubblicista( a volte cinica messa in campo dalle lobby delle cartine geografiche !) in termini di spesa storica il Sud ha ricevuto sempre di meno ( prove alla mano), e raggiungere quote solo proporzionate alla popolazione che risiede nella regioni del mezzogiorno e’ stato sempre un obiettivo durissimo e, forse, quasi mai centrato. Almeno nella totalità dei settori pubblici». Continua De Filippo. «Calderoli ci confonde con la nota abilità che conosciamo e scrive una norma ambigua che nella sostanza consente di avviare l’autonomia differenziata sulla base della sola spesa storica». Sottolinea Vito De Filippo. «In secondo luogo la proposta sembra tutta centrata sulla non “modificabilità” delle intese una volta sottoscritte: cioè si determinerebbe un paese delle piccole patrie che cancella senza ti- more il disegno unitario in questa fase che fra pandemie e geo-politica mondiale fatta di guerre e scontri commerciali servirebbe essere coesi, compatti. Ritorna un mantra federalista che per vent’anni almeno ha condizionato il dibattito politico». Prosegue ancora Vito De Filippo. «C’è del clamoroso poi nella norma per quanto riguarda il ruolo del parlamento totalmente emarginato. Se si dovesse scegliere una battaglia di civiltà in questo tempo sicuramente quella contro questa norma presentata il giorno dei Morti ( sic!) senza logica e sostanza nel più drammatico dei momenti nazionali, dovrebbe essere la madre di tutte le battaglie. Chi canterà l’inno nazionale ? Associazioni e sindacati, partiti e parlamentari, università e mondo della scuola? Lo vedremo». Conclude Vito De Filippo del Partito Democratico.

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