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MASSERIA CASINO PADULA, NESSUN DANNO ERARIALE

Tra prescrizioni e assoluzioni, il sindaco di Matera Bennardi, gli ex assessori Antonicelli e Sarli e i dirigenti non devono alcun risarcimento alle casse comunali

Masseria Casino Padula, nessun danno erariale. La Corte dei Conti di Basilicata ha assolto, ritenendoli esenti da responsabilità amministrativa, il sindaco di Matera, Domenico Bennardi, Felice Viceconte, Giuseppe Gaudiano, Giulia Mancino, Marilena Domenica Antonicelli e Giuseppe Sarli. I giudici contabili lucani, contestualmente, hanno accolto l’eccezione di prescrizione della domanda avanzata dalla Procura regionale nei confronti di Emanuele Pio Lamacchia Acito e Delia Maria Tommaselli. Accusa e quantificazione dell’ipotetico danno erariale erano già stati, in parte, modificati, ma comunque la Procura regionale aveva insistito nel contestare in via principale un buco da 1 milione e 548 mila euro e subordinatamente l’importo di 81 mila e 384 euro individuato in ragione delle «quote d’ammortamento annuo del bene, corrispondenti al periodo di mancata o sviata utilizzazione, quote che sono, per l’appunto, espressive in concreto della parte di costo di cui l’amministrazione si è fatta inutilmente carico». Il milione e mezzo di euro, a valere sui fondi Fesr Basilicata 2000-2006, incassato dal Comune di Matera è stato erogato con la finalità del recupero e della rifunzionalizzazione dell’antica masseria “Casino Padula” e delle zone circostanti, ovvero per la crea- zione di un complesso destinato a centro di quartiere per servizi sociali di base e servizi sociali avanzati.

IL FINTO COLLAUDO PER NON PERDERE IL FINANZIAMENTO

Pena perdita del finanziamento, ovvero restituzione delle somme erogate, l’ultimazione del programma progettuale e la messa in funzione delle opere, secondo le previste specifiche finalità, avrebbero dovuto essere effettuate entro il termine finale, cioè il 30 settembre 2012. Le indagini della Guardia di Finanzia, sul punto, hanno svelato un primo misfatto. In qualità di Rup, l’ingegnerie Acito Lamacchia, il 13 settembre di quell’anno, il 2012, scrisse nero su bianco che «i previsti impegni ed obblighi» erano stati «rispettati dal comune di Matera». Il mese successivo, attestò che «il progetto si era concluso, in quanto i lavori erano stati completati in data 14 settembre /2012 ed erano state sostenute tutte le spese necessarie alla realizzazione dell’opera», aggiungendo che «il centro polifunzionale di quartiere era operativo» e che «l’opera è fruibile dal 14 settembre 2012». La Guardia di Finanzia, tuttavia, in contrasto con le dichiarazioni citate, attestò che la struttura era stata accatastata nel luglio del 2015 e che era stata oggetto di collaudo soltanto nel marzo del 2017, «ben oltre lo scadere del termine del 6 settembre 2012, venendo così a mancare uno dei presupposti per la stabilizza- zione del contributo». Per il processo contabile, è stata accantonata, poichè su altro binario della Giustizia, la problematica dell’archiviazione per prescrizione del procedimento penale aperto a carico di Lamacchia Acito sull’ipotesi di falso in atto pubblico. La non veridicità dell’attestazione sulla tempestività del completamento dell’opera fu scoperta solo nel 2019.

DAL 2017 A MATERA 2019 PER FINIRE CON LE ASSOLUZIONI

Ad ogni modo, le opere furono consegnate dalla ditta esecutrice nell’ottobre del 2017 ma, invece di avviare l’attività del Centro polifunzionale di quartiere, il comune di Matera, come da decisione di Giunta, concesse la struttura in comodato, per un periodo di 6 mesi, alla Fondazione Matera-Basilicata 2019 per l’Open design school. Terminato l’anno Capitale, per la Procura l’intera area fu «sostanzialmente abbandonata, tant’è che, a quanto consta, versa in uno stato di cospicuo degrado nonostante il consistente investimento pubblico». In sintesi, contestato il «sostanziale inutilizzo del bene» nella fase successiva all’affidamento provvisorio della struttura alla Fondazione Matera 2019, risultando l’utilizzo stesso di Casino Padula, «del tutto sporadico e su base spontaneistica», fattori rivelatori di «un contesto di completa inadeguatezza della azione amministrativa». In merito, nelle loro difese, Bennardi , amministratori e dirigenti, hanno fornito elementi di prova del fatto che la Fondazione, anche successivamente al 31 dicembre del 2019, avesse continuato ad utilizzare l’immobile in questione per attività analoghe a quelle considerate conformi alle pubbliche finalità, prevedendo che gli spazi interni ed esterni di Casino Padula fossero messi a disposizione sia delle associazioni no profit-sociali richiedenti, sia degli abitanti del quartiere e della città di Matera. In qualche modo, almeno dalla Fondazione, fino al giugno scorso, la struttura risultava più o meno utilizzata. Per altre attività sociali, rallentate o non partite, colpa del Covid-19. Poi nel luglio scorso, è stata stabilita, per le finalità perseguite dal progetto Maori (Misure di accoglienza e orientamento per il rafforzamento dell’integrazione), l’apertura di uno sportello integrato del Servizio politiche sociali. Per questi e altri motivi, la Corte dei Conti di Basilicata ha giudicato infondata la pretesa risarcitoria relativa al danno erariale derivante dall’inutilizzo e dalla mancata idonea finalizzazione della struttura pubblica oggetto di lavori di recupero finanziati con i contributi pubblici. Tra prescrizioni, per Lamacchia Acito e la dirigente Tommaselli, e assoluzioni, per il sindaco Bennardi, per gli ex assessori Antonicelli e Sarli, e per i dirigenti Mancino, settore Servizi alla Persona, Viceconte e Gaudiano, entrambi settore Patrimonio, nulla da pagare.

Ferdinando Moliterni

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