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PIRO TORNA IN CONSIGLIO

Sarà presente con l’altro “dimissionario” Cupparo. Seduta in diretta su Cronache Tv. Il Gip autorizza la presenza in Aula del forzista, ma dice di no a Leone

Sarà trasmesso in diretta da Cronache76 sul canale 76 del digitale terrestre il Consiglio Regionale che vedrà la discussione delle dimissioni presentate da Cupparo e Piro alla presenza dei due dimissionari. La norma è chiara anche se i Consiglieri Regionali di maggioranza e lo stesso Bardi non l’avevano ben compresa o, per la fretta di sbarazzarsi di Piro e Cupparo, preferivano fingere di non comprenderla in una corsa alle dimissioni che avrebbero liberato il Consiglio Regionale di presenze i cui comportamenti, a detta dello stesso Bardi, avevano messo in imbarazzo il Presidente che, invece, per sé protestava la massima innocenza. Come abbiamo più volte detto, inascoltati dai legislatori regionali, le dimissioni del Consigliere Regionale non sono immediate (a differenza di quelle dei Consiglieri Comunali) ma sono atti che necessitano dell’accettazione del Consiglio. Nell’accettazione il Consiglio Regionale deve verificare la piena libertà del dimissionario in quanto, proprio nel rispetto della mancanza di vincolo di mandato, il Consigliere non può essere condizionato nella sua scelta di dimettersi da nessuna forza o potere esterno. Nel caso in questione, proprio la condizione di libertà diminuita di Piro e Cupparo, meritavano un secco respingimento delle dimissioni, almeno fino allo svolgimento del Riesame. Per fortuna, in una eterogenesi dei fini alquanto contorta, proprio la cinica volontà di qualcuno di utilizzare questa situazione per alzare la propria funzione nel Consiglio, garantisce la possibilità per Piro e Cupparo di presenziare al prossimo Consiglio Regionale.

PIRO AUTORIZZATO AD ESSERCI, CUPPARO HA DETTO CHE CI SARÀ

Piro, tornato in libertà e gravato soltanto dell’obbligo di dimora ha chiesto e ottenuto dal Gip il diritto a presenziare al Consiglio regionale. Cupparo ha già annunciato che ci sarà. Nessuno dei due ha detto se intende revocare le proprie dimissioni, certamente vorranno discuterle. Sicuramente nella testa dei due Consiglieri regionali cui la magistratura ha restituito la libertà risuoneranno le parole del Generale che ai nostri microfoni aveva distinto la sua personale innocenza rispetto ai comportamenti dequalificanti di altri dai quali lo stesso Bardi prendeva le distanze. Toccherà proprio a Bardi ora chiarire se quella differenza tra la sua innocenza e le responsabilità morali di altri era riferito a Cupparo, Piro e Leone. Del resto qualcosa avrà pur voluto significare quella differenziazione tra la sua rettitudine morale e i comportamenti altrui.

SI VOTERÀ IN CONSIGLIO?

Per fortuna la mannaia moralistica non ha colpito Cupparo e Piro, possono tornare in Consiglio Regionale. Ora toccherà a loro decidere se confermare o ritirare le dimissioni. Se le ritirassero il Consiglio Regionale, convocato soltanto per discutere delle dimissioni, sarebbe inutilmente convocato, non avrebbe più nulla di cui parlare. Noi ci auguriamo che i due Consiglieri vogliano ritirare le proprie dimissioni e tornare in Aula a svolgere il mandato per il quale sono stati eletti. Se non le confermassero ci auguriamo che il Consiglio Regionale, in un sussulto di dignità, voglia respingerle come succede in casi analoghi in tutte le istituzioni legislative del mondo. Da sempre, infatti, le Assemblee legislative respingono almeno una volta le dimissioni per garbo istituzionale e anche per verificare se, a mente più serena, il dimissionario voglia cambiare idea libero da ogni condizionamento. Solo il Consiglio regionale della Basilicata, evidentemente non convinto della propria autorevolezza, ha rischiato di accettare le dimissioni di due persone che le avevano presentate ristrette in vincoli per una decisione poi revocata dal Riesame. L’auspicio è che la politica regionale voglia alzare la qualità del dibattito politico senza intagliarsi in sterili discussioni tra imboscate e fretta espulsiva finalizzata alla sopravvivenza.

SE CUPPARO VOLESSE TORNARE IN GIUNTA?

Oltre che dal Consiglio, Franco Cupparo si è dimesso anche dalla Giunta. Il Generale Bardi non ha perso tempo ad accettare le dimissioni dell’assessore sentendosi liberato dalla presenza di una persona ritenuta evidentemente incompatibile con l’etica e l’estetica delle istituzioni del Governatore. Il Riesame ha revocato la misura cautelare che il GIP aveva emesso nei confronti del Consigliere di Francavilla. Per essere chiari, il Riesame nel revocare la misura ha ritenuto che non ce ne fossero i presupposti. Il Riesame, in sostanza, ha detto che Cupparo poteva affrontare le indagini da uomo libero, esattamente come Bardi, Fanelli e Merra e che non esiste nessuna condizione diversa tra il Presidente della Regione, i due assessori ancora in Giunta e l’assessore dimissionario. Non solo Cupparo avrebbe il diritto di tornare nella stessa Giunta in cui siedono gli altri coindagati ma dovrebbe essere lo stesso Bardi a chiedere a Cupparo di tornare in Giunta rinominandolo assessore. Etica ed estetica della politica non sono soltanto la cravatta ben messa e i capelli ben pettinati ma anche il rispetto del principio di uguaglianza. Perché Bardi, Cupparo, Merra e Fanelli, pur essendo nelle stesse condizioni devono essere trattati in modo diverso? Può il Consiglio Regionale accettare le dimissioni di Cupparo e Piro e non pretenderle per Bardi, Merra e Fanelli? Venerdì scopriremo cosa accadrà. La speranza, forse vana- mente posta, è che ciascun singolo consigliere e il Consiglio tutto abbiano consapevolezza dell’importanza del proprio ruolo e ne siano all’altezza. Il Consiglio Regionale non è l’ufficio protocollo di un Comune, sulle dimissioni si deve pronunciare e facendolo deve parlare di sé stesso e della propria dignità politica che speriamo sia più alta di quella del protocollo di un paesello. Etica ed estetica delle istituzioni non può essere solo un ritornello vacuo.

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