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CAOS PD, «MASOCHISMI»

Congresso, Margiotta contro il rinvio. Intanto in Basilicata si litiga ancora sull’ex segretario La Regina

Ecce congressum! Il nuovo segretario del Pd sarà eletto dalle primarie, il 12 marzo 2023. In mezzo, un lungo percorso di quattro mesi e mezzo aperto a chi vorrà iscriversi fin alla soglia delle primarie, cioè in pratica ‘alla qualsiasi’. Ma se la mediazione di Enrico Letta, che sarà “arbitro nel congresso”, “guida nell’opposizione”, è passata, non è stato all’unanimità, però, stavolta, tra astensioni, voti in dissenso, sotto forma di non partecipazione al voto e contrari. «È stata una discussione franca», dicono tutti, il che vuol dire che sono volati gli stracci. Tra chi spingeva per anticipare, e tanto, i tempi, e chi ha chiesto, nella Direzione di ieri, tempi adeguati per una discussione “vera”. Cioè, tempi lunghi (almeno sei mesi, era l’idea) che, però, al giorno d’oggi, diventano biblici. Non a caso ieri sulla questione tempistica, un valore non di poco conto in politica, è tornato Salvatore Margiotta, a lungo parlamentare, ex sottosegretario e dirigente del Pd lucano che su Twitter lancia la provocazione: «Sondaggio Ghisleri: Pd perde altri 2 punti rispetto a 25 settembre; ora è al 17, superato da M5s. Il Congresso è a marzo -molti, sapendo di perderlo, avrebbero voluto farlo più avanti, ovvero mai. Masochismi o ciniche volontà distruttrici (della serie meno siamo meglio stiamo)?». Ma se a livello nazionale il caos in casa dem sembra farla da padrone anche a livello regionale non va meglio, soprattutto dopo che la “questione” lucana è stata portata alla ribalta in direzione nazionale Lucia Sileo (coordinatrice delle donne democratiche della Basilicata) aveva denunciato come il segretario regionale Raffaele La Regina «è stato sfiduciato con un vero e proprio blitz dal vecchio gruppo dirigente». Parole a cui lo stesso Letta ha replicato con la constatazione che «al Sud esiste un problema partito». Il quadro dipinto sul partito lucano e soprattutto sull’atto di sfiducia a Raffaele La Regina da Lucia Sileo, da sempre grande sostenitrice dell’ex segretario regionale, in Basilicata non ha riscosso grande successo. Anzi. Gli animi dem si sono maggiormente surriscaldati. Tra tutti a tuonare L’esponente della provincia di Matera Vito Lupo che via social non ha pensato due volte a sottolineare «l’incoerenza» di quanto rappresentato dalla coordinatrice delle donne lucane. «Il 16 agosto Lucia Sileo, dopo il colpo di mano notturno accaduto in Direzione nazionale e avallato da La Regina, silente e complice, sul tema delle candidature al Parlamento -scrive Lupo- “Apprendeva con stupore del non rispetto della rosa approvata dalla Direzione Regionale del Pd Basilicata, credeva nella necessità del Pd di essere rappresentato nella sua pluralità e comunicava al Segretario Letta e al segretario candidato La Regina l’indisponibilità ad accettare candidature di servizio o surrogati delle stesse, infine auspicava la difesa del diritto di rappresentanza che è stato leso ed è frutto del più Becero opportunismo e machismo”». «Sorprende il cambio radicale di posizione di Lucia -evidenzia l’esponente materano che oggi parla di La Regina sfiduciato con un colpo di mano da “capi bastone” locali, di corso nuovo e Coinvolgente costruito nei 10 mesi da La Regina». Tra le righe Lupo fa comprendere che probabilmente Sileo non ricorda tutto quello a cui viene imputato all’ex segretario regionale dai firmatari della mozione. Al centro non c’è solo non aver detto fino all’ultimo della sua candidatura come capolista alla Camera dimenticando cosa era stato scelto invece in direzione regionale, ma l’assenza di condivisione con gli altri esponenti. Aveva iniziato dimenticandosi che a Policoro c’era un sindaco del Pd uscente e riuscendo, così, nell’impresa di non far presentare al Partito regione la lista nel secondo comune della Provincia di Potenza. Poi alle provinciali di Potenza ha sottoscritto un accordo per far eleggere un presidente del Movimento 5 Stelle, scelta che ha portato diversi amministratori dem ad allontanarsi. Insomma, tutte scelte che ad oggi risuonano più come crepe nel partito che come unione. Non a caso Lupo nella sua analisi infine tuona: « Il dramma di questo Pd è la mancanza di coerenza, frutto di inarrestabile e continuo riposizionamento personale; ieri La Regina era brutto, cattivo ed egoista, oggi è un martire. Chapeau !».

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