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CONSIGLIO, LA LUNGA PAUSA

Surroghe, Assise il 4 novembre. Mozione sfiducia a Bardi: 5s invitano Iv a sottoscrivere la loro

Si terrà soltanto il 4 Novembre il Consiglio Regionale che dovrà decidere sull’accettazione delle dimissioni di Piro e Cupparo e le conseguenti surroghe dei consiglieri primi dei non eletti. Il Generale evidentemente cerca ispirazione nel napoletano Diaz per annunciare la vittoria che sancirà la fine della paralisi del Consiglio Regionale. Per adesso i consiglieri sono in vacanza a spese dei contribuenti già da una settimana, dopo esserlo stati per tutta la campagna elettorale e ancora prima per la pausa estiva interrotta soltanto dal blitz di metà agosto. Una lunga sospensione delle attività del Consiglio Regionale che non fa onore al Consiglio e alla democrazia in Basilicata ma che, evidentemente, trasferisce tutta la difficoltà di Bardi nella gestione della situazione.

IL SILENZIO DELLA MAGGIORANZA

Se le opposizioni, anche in maniera frammentata, hanno preso posizione sulla questione delle surroghe, quelli che tacciono sono i consiglieri e i partiti di maggioranza. La posizione di FdI è stata esplicitata da Coviello che, nel pieno rispetto delle disposizioni impartite da Bardi, ha deciso che la questione è meramente tecnica e non politica. Una posizione che elimina l’importanza politica dell’accettazione delle dimissioni e si concentra sulla tecnicità che, invece, riguarda soltanto la tecnica. Per capire quanto sia errata la lettura giuridica dell’avvocato di Lagopesole e quanto l’accettazione delle dimissioni in un’assemblea legislativa sia un atto politico basti pensare che soltanto nella scorsa legislatura sono stati cinque i casi di Parlamentari che, pur avendo presentato le dimissioni, se le sono viste respinte dall’Aula di Montecitorio o di Palazzo Madama. Del resto, nel dibattito dell’Assemblea Costituente è chiaro che questa necessità di verifica politica delle dimissioni è stata esplicitamente voluta dai padri costituenti proprio per verificare che le dimissioni non siano indotte da fattori esterni. La libertà dell’esercizio del mandato e la volontà democraticamente espresse dagli elettori sono ritenute dai padri costituenti più importanti della volontà dimettente di un eletto. Pur comprendendo le ragioni della politica dispiace vedere un avvocato dimenticare la differenza tra organi amministrativi e organi politici e la mancanza di vincolo di mandato che non consiste soltanto nella possibilità (dal capogruppo di FdI in Consiglio Regionale molto ben conosciuta) di cambiare gruppo consiliare rinnegando il patto con gli elettori ma anche nell’esigenza di rappresentare il Popolo più e prima delle proprie esigenze.

LA POSIZIONE DI FRATELLI D’ITALIA

A Roma Giorgia Meloni ha dimostrato all’Italia e al mondo che è possibile affrontare e risolvere le questioni velocemente. FdI ha messo subito la testa ai grandi problemi che attanagliano la Nazione, non ha perso tempo e ha fatto capire che si può e si deve agire velocemente e senza fronzoli. A Potenza, invece, il partito della Meloni tace sulla disgraziata gestione delle istituzioni da parte di Bardi e della sua maggioranza. Un silenzio imbarazzante che non tiene conto dei problemi dei lucani che evidentemente possono aspettare rispetto ai lenti tempi della decisione del re tentenna Bardi e sottostare ai sofismi giuridici di Coviello. In questa vicenda, infatti, chi sta facendo la figura peggiore è proprio FdI. Se è comprensibile il silenzio tremebondo della Lega e la complicità politica di Forza Italia cui Bardi appartiene, quello che stona è proprio l’immobilismo di FdI. Fratelli d’Italia ha costruito la sua fortuna politica e la sua credibilità sul coraggio e sulla determina- zione. Forse, però, come Cristo anche il coraggio di FdI si è fermato ad Eboli, l’aver affidato il ruolo di capogruppo ad un ex leghista ha lasciato strascichi di modalità Papeete nell’atto decisionale nella destra lucana. «Non indietreggeremo e non vi tradiremo» ha detto la Meloni in Parlamento, forse questo stesso coraggio non vale per FdI in Basilicata. Intanto da domani si potranno presentare le autocertificazioni per il bonus gas, una misura tanto importante da richiedere un consiglio a metà agosto ma che oggi rischia di diventare un esercizio di stile perché è necessario modificare la Legge. Per farlo è necessario, però, convocare il Consiglio regionale ma su questo si può attendere e procedere.

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