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SOTTOSEGRETARI, ELETTI E NON CI SPERANO

Dalla promessa di Berlusconi a Moles al leghista Pepe in cerca di un posto a Roma fino al meloniano “ignoto”. Governo Meloni, lo zero Ministeri per la Basilicata apre al controgioco per cariche ambitissime

Il Governo Meloni, il primo Governo italiano guidato da una donna, il primo Governo italiano guidato da una personalità che proviene dalla destra post missina ha ormai giurato, oggi e domani incasserà la fiducia delle Camere e sarà pienamente operativo. Nell’elenco dei Ministri nessun lucano di nascita ma soltanto la lucana di elezione Maria Elisabetta Alberti Casellati al ministero delle riforme istituzionali. E così, nella storia d’Italia restano quattro i Ministri lucani: Nitti e Colombo che partendo dalla Basilicata sono riusciti ad arrivare anche alla Presidenza del Consiglio e Lamorgese e Speranza che, pur essendo lucani di nascita, non sono stati eletti in Basilicata essendo la prima un tecnico ed essendo stato il secondo ripescato nella scorsa legislatura in toscana dopo essere stato bocciato dal popolo lucano.

LA PARTITA DEI SOTTOSEGRETARI

Se i Ministri lucani nella storia d’Italia sono stati davvero pochi, da Angelo Sanza a Filippo Bubbico, da Moles a De Filippo e Margiotta sono stati qualcuno in più i parlamentari che sono stati eletti in Basilicata e che hanno trovato una collocazione in un ruolo di secondo livello nei Governi nazionali. Ed è proprio sulla partita dei sottosegretari che si concentra la partita tra gli eletti, i non eletti e i non candidati lucani. In Forza Italia Moles, dopo la sua non candidatura ha ottenuto la promessa di avere un ruolo da sottosegretario ma la partita è tutt’altro che semplice. Pacta sun servanda rebus sic stantibus, ammonisce il diritto internazionale ricordandoci che i patti si rispettano fino a quando le condizioni restano invariate, una regola aurea che vale sempre in politica. Le condizioni potrebbero essere mutate, Forza Italia è stata fortemente ridimensionata dalle urne e Berlusconi è stato costretto ad una resa nei con- fronti della Meloni che gli ha ricordato di non essere ricattabile, tutto ciò ha aperto una vera e propria guerra tra i falchi di Ronzulli e Mulè e le colombe di Tajani. Una condizione che, oltre a rendere difficile la partita al governo della maggioranza nell’attribuzione degli incarichi, mette in difficile equilibrio la posizione di Moles che per confermare la propria scrivania come Sottosegretario all’editoria dovrà superare e vincere la concorrenza del Sen. Alberto Barachini, presidente uscente della vigilanza Rai.

LA LEGA AL SUD E LA QUESTIONE PEPE

Anche Pasquale Pepe aspira ad una poltrona da sottosegretario, il suo silenzio nella vicenda regionale malgrado gli attacchi al vetriolo rivoltigli da Zullino sembrano immaginare che abbia deciso di giocarsi la partita con la massima discrezione. Il consigliere regionale della Lega a proposito di Pepe ha detto ai microfoni di “Oltre il giardino” che Pepe è soltanto il sindaco di un piccolo paese della Basilicata. Per non restare legato al ruolo che gli ha riservato Zullino e che rischia di relegarlo in una posizione secondaria nella Lega degli assessori regionali, del sindaco della città capoluogo e dei consiglieri regionali ha bisogno che Salvini lo indichi nella squadra di governo nella pattuglia dei sottosegretari. Nella Lega l’ex senatore si fregia del titolo di responsabile per il mezzogiorno, è necessario ora capire se questo titolo ha una vera funzione politica o si limita ad essere un’inutile medaglietta. Certo la Lega, dopo aver indicato Ministri soltanto personalità del Nord, se non vuole rinunciare ad un ruolo nazionale deve inserire persone del Sud nella squadra dei sottosegretari, purtroppo per Pepe, però ci cono pochi posti per la Lega e molti aspiranti. Il Segretario Regionale della Puglia Marti è anche commissario leghista in Basilicata aspirerebbe, così come aspirerebbero i leghisti campani che, a differenza di Pepe, sono stati eletti in Parlamento e sono nelle condizioni di svolgere un ruolo politico nell’assemblea legislativa. Strada in salita per Pasquale Pepe, in bivio tra il ricominciare come sin- daco di Tolve o raggiunge- re uno dei massimi livelli mai raggiunti da un lucano al Governo.

FRATELLI D’ITALIA E I SUOI TRE PARLAMENTARI

Fratelli d’Italia esprime in Basilicata tre parlamentari, l’ultima volta che la destra espresse tre parlamentari è stato nel 1994, all’epoca furono eletti Barra, Monteleone e Venezia, nessuno dei tre riuscì ad arrivare al Governo e, così, nella storia della destra italiana l’unico uomo di vero peso politico è stato Donato La Morte da sempre capo della segretaria di Almirante e Fini se non si vuole scomodare, in un’epoca molto più antica e diversa Nicola Sansanelli che, partendo da Sant’Arcangelo, fu segretario nazionale del Partito Nazionale Fascista durante il ventennio. In Fratelli d’Italia quello che ha più possibilità di ottenere un posto da sottosegretario è Aldo Mattia, lucano di adozione che proprio a Potenza ha sancito l’accordo tra Lollobrigida e Coldiretti, annunciando dal palco del Teatro Don Bosco l’imminente nascita del ministero della sovranità alimentare. Un ruolo di centralità politica che potrebbe tradursi in un sottosegretariato o nella presidenza della commissione parlamentare Agricoltura. Più difficile la posizione di Gianni Rosa e Salvatore Caiata, il primo è al suo primo mandato mentre il secondo, pur avendo i titoli per anzianità parlamentare, potrebbe scontare la chiusura delle indagini della Procura della Repubblica di Siena che preannuncerebbe un rinvio a giudizio per reati societari. Dai rumors, però, sembrerebbe non escludersi anche un incarico di Governo per un lucano non candidato in Parlamento anche in considerazione dell’esigenza di FdI di garantire il numero in aula e, quindi, di non scoprire il Parlamento. Intanto il segretario regionale Quarto, con qualche giorno di ritardo rispetto al giuramento, ha fatto gli auguri al suo segretario nazionale per l’incarico di Primo Ministro. Il segnale di un impegno profuso per ottenere spazi di Governo per il territorio? La partita è appena iniziata. Per adesso nessuno dalla Basilicata sembra percorrere la strada di Colombo e Nitti, del resto quando i due erano in assemblea costituente riuscirono ad ottenere per la nostra regione una delega alla proporzionalità tra senatori ed elettori in modo da assegnare alla Lucania un nu- mero di parlamentari superiori a quelli che le sarebbero toccati secondo una distribuzione meramente proporzionale. Una capacità politica non secondaria che non hanno avuto i parlamentari lucani della scorsa legislatura e che non sembra presente negli attuali eletti.

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