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CONFERITA LA “TOGA D’ORO” A 6 AVVOCATI LUCANI

Una cerimonia che segna un traguardo, ma anche la solidarietà ed il senso di appartenenza all’Ordine

La sala Grippo del Palazzo di Giustizia di Potenza è stata sede del conferimento delle onorificenze “Toga d’Oro” per sei avvocati lucani, da parte del Consiglio dell’Ordine.

Una cerimonia che segna un traguardo lavorativo importante, ma anche la solidarietà ed il senso di appartenenza all’Ordine. Così, nelle loro toghe e con un baglio di esperienza e di vita tra le mani, gli av    vocati Mauro Francesco Finiguerra, Francesco Matteo Pugliese, Lorenzo Mazzeo, Nicola Edoardo Perri, Alfonso Salvatore e Giuseppe Spirito hanno ricevuto dall’Ordine la speciale targa. Ad ogni conferimento è seguito un discorso.

Toccanti le parole di coloro i quali hanno attraversato mezzo secolo di avvocatura.

Parole sentite, talvolta commosse, tutte legate comunque al ricordo del passato, dell’inizio, taluni del primo giorno in Tribunale.

Non sono mancate le sottolineature in merito a quanto sia cambiata la professione negli anni, a quanti lasciano la professione per dedicarsi ad altri mestieri. Ma per chi persegue la strada intrapresa immutata resta invece la passione. La cerimonia esprime dunque anche l’auspicio che continui il passaggio di consegne tra vecchie e nuove generazioni. Qualcuno si conosceva sin dagli inizi, per altri è stato un ritrovarsi.

Affollata l’Aula di parenti, amici e colleghi che hanno fatto sentire la loro calorosa presenza in un momento così importante della vita e della carriera di questi avvocati.

Le Toghe d’Oro sono state conferite in occasione del cinquantesimo anno di iscrizione all’Albo professionale.

Un premio che rende onore all’impegno, quotidiano ed instancabile, di chi ha reso illustre il foro. La cerimonia inoltre segna un momento importante per l’Ordine forense, che fa cerchio intorno alle Toghe d’Oro, affermando il senso di appartenenza alla professione di avvocato che trova il suo culmine nella tutela dei diritti fondamentali delle persone e più ampiamente nella Giustizia, Libertà e Democrazia.

La toga – il cui nome è collegato con il verbo latino tego, “ricoprire” – era una veste usata dagli antichi romani. Era l’emblema delle cariche pubbliche, del potere civile, dell’attività politica.

Nei secoli cambiò fogge, fino a giungere a quelle attuali. La toga resta però l’emblema esteriore dell’altissima funzione sociale, intellettuale e morale dell’avvocato; è, altresì, la veste che contraddistingue il ruolo importantissimo della difesa nella dialettica del processo, è insomma, il punto di riferimento del cittadino che in essa ripone fiducia ogniqualvolta veda violati i propri diritti, et nel pubblico et nel privato.

La toga non è dunque una semplice veste per identificare chi svolge la professione di avvocato, ma è qualcosa di più, che racchiude in sé professionalità, ricerca di Giustizia e Verità.

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