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REGIONE, SI TORNA AL PUNTO DI PARTENZA

Le aperture delle opposizioni restano solo parole, mentre Vizziello e Zullino chiedono fatti e non promesse. Dimissioni e caso surroghe, Bardi non ha ancora i numeri ed è costretto a rifare tutto

Come in un immenso gioco dell’oca, si riparte dal via e Bardi riconvoca i capogruppo per capire come andare avanti. Un gioco infinito che onestamente non si capisce a cosa possa portare. Venerdì il centrodestra non ha avuto i numeri per tenere il numero legale per votare le dimissioni e la surroga dei Consiglieri Regionali. Bardi ci ha provato in tutti i modi a blandire e convincere il duo Vizziello- Zullino ed o l’opposizione e non ci è riuscito. Le posizioni, del resto erano già chiare prima del Consiglio Regionale, le opposizioni avevano più volte ribadito che la maggioranza doveva essere autosufficiente e al completo per non avere ostacoli da parte dell’opposizione. Vizziello e Zullino avevano detto che non avrebbero collaborato senza un segnale chiaro di discontinuità che doveva consistere nell’abrogazione della pieni poteri, nell’approvazione della legge Zullino sui Consorzi di bonifica, nella sostituzione del cerchio magico di Bardi con personalità politiche e nella modifica della linea politico-amministrativa in materia sanitaria.

UN ATTO DOVUTO

Tommaso Coviello, formalmente capogruppo di FdI ma nella sua funzione ufficiosa di attendente del Generale, ha ribadito che la surroga del consigliere dimissionario è un atto dovuto da parte del Consiglio Regionale. Ovviamente Coviello dice una parziale verità. La surroga del Consigliere Regionale dimesso è un atto autonomo, successivo e conseguente all’accettazione delle dimissioni da sorte del Consiglio. L’accettazione delle dimissioni, a differenza della surroga, è un atto politico. In teoria una assemblea legislativa può anche rigettare le dimissioni e obbligare il Consigliere (o il deputato) a rimanere nell’organo legislativo suo malgrado. In alcuni casi è anche capitato. Essendo un atto politico è un atto che la maggioranza deve avere i numeri per fare da sola, del resto la Legge Severino, nel non far valere le assenze dei sospesi al fine del numero legale, ha in sé la ricetta per evitare che le assenze forzate facciano cadere il numero legale. Nei fatti la maggioranza, se recuperasse Zullino e Vizziello avrebbe i numeri per procedere all’accettazione delle dimissioni e alle surroghe.

UN NODO POLITICO

A differenza di ciò che crede Coviello la questione è squisitamente politica. La maggioranza è compatta o no? Esiste o no? Il centrodestra aveva espresso chiaramente l’idea di procedere a 11, senza Vizziello e Zullino. Il diavolo, però, fa le pentole e non i coperchi e le sospensioni legate alle indagini hanno reso indispensabili Vizziello e Zullino. I due sanno che per ottenere la piena cittadinanza politica devono incassare prima di entrare in Aula. Purtroppo la storia di questa legislatura ha fatto guadagnare al Generale la reputazione di inaffidabilità politica, il Presidente ha dimostrato di non dare alcun valore alla parola data. I due lo sanno e dimostrerebbero veramente scarsa intelligenza politica se accettassero di sostenere la maggioranza nell’unico momento in cui la loro presenza è indispensabile. Non appena fatte le surroghe, la loro presenza sarebbe ininfluente e tornerebbero nell’ombra. Bardi dovrebbe trovare il modo di dare un segnale chiaro ed irrevocabile di cambiamento prima di procedere alle surroghe. In teoria, se la maggioranza lo volesse, nulla impedisce di approvare in Consiglio le leggi proposte da Zullino prima di procede- re all’accettazione delle dimissioni e nulla impedisce a Bardi di sostituire Perri e Iorio con persone indicate dai partiti. Due atti che porterebbero subito Zullino e Vizziello all’incasso politico (le richieste di Zullino sono squisita- mente politiche e non personali) e consentirebbero poi di procedere all’accettazione delle dimissioni e alle surroghe.

UNA NUOVA MAGGIORANZA

Del resto, a meno di rimangiarsi tutto quanto detto prestandosi a fare la stampella al Governatore, anche l’opposizione non ha alternativa alla posizione espressa venerdì qualora non ci fossero segnali chiari nella direzione da loro auspicata. Non si può negare all’opposizione il valore dell’onestà intellettuale e della chiarezza. L’opposizione chiede a Bardi di restare Presidente cambiando maggioranza con un patto politico diverso. In teoria sarebbe anche possibile: i consiglieri regionali di minoranza sono 8, con Bardi sarebbero 9 e non è da escludere che due consiglieri di maggioranza possano diventare dei novelli responsabili del resto Baldassarre ha già dimostrato più volte di avere un legame più forte con Bardi che col suo partito di provenienza. Un cambio di maggioranza o un azzeramento che consentirebbe a Bardi di sopravvivere un altro anno e mezzo alla Presidenza della Giunta Regionale.

IL PRESIDENTE NON DECIDE

Il Presidente, però, non prende nessuna decisione in merito. Per allargare la maggioranza dovrebbe iniziare con l’azzeramento della Giunta, per ottenere il consenso di Vizziello e Zullino dovrebbe almeno abolire la pieni poteri e licenziare il suo staff. Bardi preferisce restare immobile, riconvocare i Consiglieri regionali e riprendere a raccontare loro che lo fa solo per il bene dei lucani, che è psicologicamente provato, che serve aiuto in uno spettacolo un po’ penoso che non commuove e non convince nessuno. Senza segnali evidenti di discontinuità in un senso o nell’altro, deve sperare solo che centrosinistra e Zullino-Vizziello si rimangino le proprie posizioni senza avere nessun segnale politico magari nel terrore di perdere lo stipendio. Intanto il Consiglio Regionale sta offrendo uno spettacolo indegno iniziato quando Bardi ha deciso, con il suo primo rimpasto di Giunta, di avviare un mercanteggiamento personale con i consiglieri regionali. Lunedì intanto ricomincia il gioco dell’oca, si riparte dal via e dalle consultazioni personali con la bizzarra idea di Bardi secondo cui si può fingere che la politica non esista e le persone siano tutte o in vendita o dalla commozione facile. Intanto è partito l’ennesimo tentativo di distrazione di massa, il profilo Facebook del Generale dice che si può partire con le autocertificazioni per il bonus gas, dimenticando che senza la modifica della Legge regionale sarà soltanto un mero esercizio mentale senza effetti pratici per nessuno.

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