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DISSIDENTI, MA IN MAGGIORANZA! FRANCHI TIRATORI, CARIELLO CI SPERA

Vizziello-Zullino: la rabbia del leghista a un bivio.

Esistono due pensieri di Pasquale Cariello, uno che all’indomani delle elezioni politiche per il rinnovo del Parlamento italiano chiede la testa di chi non ha votato Lega e in conferenza stampa dichiara che Zullino e Vizziello sono fuori dalla Carroccio e un altro che, invece, sostiene ad “Oltre il Giardino” su Canale 76 che i due si sono dimessi perché non condividevano le scelte della Lega per le elezioni politiche, che il loro destino nella Lega sarà determinato da dinamiche nazionali e che i due sono, comunque, parte della maggioranza. Uno strano pensiero bipolare quello di Cariello che, evidentemente, trova fondamento sull’esigenza di conservare diaria e indennità anche al prezzo di rimangiarsi ogni posizione politica precedentemente espressa. La coerenza non è evidentemente un valore molto spendibile sulla bilancia della politica lucana, sulla quale evidentemente pesa molto di più e ha maggiore valore il trasformismo. Se Parigi val bene una messa, evidentemente per Cariello e per la Lega qualche mese in più di Consiglio Regionale valgono bene il rimangiarsi la parola.

IL CONSIGLIO IMMOBILE PERCHÉ?

Ma, se veramente non esistono problemi nella maggioranza, per quale motivo non viene convocato il Consiglio Regionale? Perché il Presidente Bardi sente il bisogno di procedere a consultare anche l’opposizione? Domande alle quali Cariello non da una risposta politicamente coerente. O la maggioranza e autosufficiente e, quindi, va in Consiglio o non lo è e allora cerca allargamenti e rinvia la discussione.

MEGLIO TIRARE A CAMPARE CHE TIRARE LE CUOIA

Allo stato attuale, intanto, dopo le dimissioni di Cupparo e Piro e la conseguente decadenza di Bellettieri, sarà necessario procedere ad una convocazione del Consiglio Regionale solo per poter procedere a prendere atto delle dimissioni e procedere alla surroga. Due settimane sono passate senza che nulla accadesse e i ben informati dicono che ne passerà un altra. Meglio tirare a campare che tirare le cuoia, diceva Andreotti ma lo diceva in tempi di vacche grasse, quando la situazione economica consentiva di allungare i tempi della decisione. Oggi, nella più grande crisi economica e sociale del dopoguerra, con una guerra in corso questo tempo non si può attendere. A metà agosto il generale Bardi ha convocato d’urgenza un Consiglio Regionale per far approvare la legge per il bonus gas. All’opposizione che lo accusava di una mossa propagandistica per potenziarsi in vista delle elezioni, il Generale replicava dicendo che la fretta era necessaria per rendere operativa la Legge prima dell’inizio dell’anno termico. Ora serve riportare la Legge in Aula per una modifica necessaria, l’anno termico è già iniziato e il generale può prendersi il lusso di rinviare ogni decisione. Il tempo, evidentemente, è un concetto relativo, quasi uno stato mentale.

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