Le Cronache Lucane
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LA REGINA, 6 GIORNI ALLA FINE

Non c’è pace per il Pd. A Roma come altrove. L’ultimo terremoto – in effetti l’ultimo di una lunga serie – si è registrato in Basilicata. Nella serata del 10 ottobre, con una mozione a firma della vecchia guardia del partito, è stato sfiduciato il segretario regionale, Raffaele La Regina, che ricopriva quel ruolo da meno di un anno. Do qualche settimana di messaggi al vetriolo, invettive e prese di posizione si è giunti finalmente ad una data per decidere il futuro del segreteria dem. È stata infatti convocata per lunedì 24 ottobre la riunione dell’assemblea del Partito democratico che vede come punto all’ordine del giorno: la mozione di sfiducia al segretario regionale e elezione del nuovo segretario. In questi giorni in nessun modo, nonostante qualche piccola intercessione romane (anche se occupati con la successione di Enrico Letta), si sarebbe ricucito lo strappo. Anzi, la situazione man mano che i giorni sono passati si è fatta sempre più tesa. L’atto di accuso formulato nella mozione a firma di 35 componenti che a gran voce chiedono «una guida lungimirante ed adeguata alla nuova fase che si pare» resta confermato. Al segretario regionale viene contestata una responsabilità che va oltre l’esito del voto, a cui ora si aggiunge anche quel lungo sfogo sui suoi profili social in cui ha postato tutti i nomi dei 35 firmatari della sua mozione di sfiducia. Nonostante Raffaele La Regina abbia confermato di voler andare avanti a «testa altissima» quel posto ha creato non poco turbamento tra i dirigenti dem. Allegare ogni singolo nome dei firmatari della mozione, nonostante la stampa ne fosse stata già in possesso, è apparsa ai più come una strategia da “vittima”. Proprio nella mozione di sfiducia i 35 sottolineavano come «Ancor peggio sarebbe provare maldestramente ad allontanare una discussione sui propri errori, facendo prevalere l’idea che abbiamo tenuto elettoralmente rispetto alle precedenti consultazioni: non è rispettosa di come un partito deve stare insieme ed è offensiva nei confronti di una comunità che ha fatto la campagna elettorale con serietà». Tra le righe è possibile comprendere come l’analisi manifestata all’indomani del voto del 25 settembre da La Regina che non ha ammesso fino all’ultimo la sconfitta è apparsa inverosimile. Basti solo pensare che rispetto alle scorse politiche il Pd ha eletto un solo rappresentante per la Basilicata, per di più neanche lucano (il campano Enzo Amendola). In molti, recriminano infatti al giovane segretario di non aver saputo gestire al meglio questo percorso di transizione che gli era stato consegnato. Non a caso nella mozione di sfiducia gli viene rinfacciata non solo «di avere nascosto al partito regionale, fino all’ultimo minuto, la sua candidatura umiliando co- sì l’intero gruppo dirigente che gli aveva affidato un mandato preciso» ma «ha consapevolmente deciso di subire le scelte sbagliate del partito nazionale che ha approvato le liste disattendendo i criteri che lo stesso aveva definito nel Regolamento per le candidature». Lunedì. al di là della scelta sulla mozione di sfiducia che a quanto pare dovrebbe avere un esito favorevole, secondo i ben informati), si apre certamente una nuova stagione per il Pd.

Maria Fedota

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