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MARATEA, DOPO I DANNI RICHIESTO LO STATO DI CALAMITÀ NATURALE

Continuano gli interventi per tornare alla normalità.

Dopo il nubifragio del 13 ottobre che si è abbattuto sulla Perla del Tirreno e lungo tutta la costa, si continuano ancora a contare gli enormi danni provocati dal maltempo. Nella serata di giovedì, una vera e propria bomba d’acqua è esplosa tra Maratea e Tortora provocando ingenti danni al suolo, alle abitazioni, alle strade nonché alla viabilità e causato notevoli disagi ai marateoti e agli abitanti delle frazioni circostanti. Alberi caduti, allagamenti, auto trascinate via dalla fanghiglia, guasti nelle abitazioni soprattutto a piano terra, alcune aree hanno subito l’interruzione di luce e gas: tutta una serie di criticità che hanno messo ko soprattutto la zona di Castrocucco, contrada La Secca e Marina di Maratea; mentre sia una strada comunale che quella tra la SS585 – Fondovalle del Noce e la SS18 hanno subito notevoli danni, effetto di due grosse frane che ne hanno interrotto l’agibilità causando ingenti danni alla circolazione che hanno richiesto l’intervento necessario dei Vigili del Fuoco: più di 60 le azioni dei caschi rossi, tra questi, hanno lavorato fino alla sola giornata di ieri – per le eccezionali attività di messa in sicurezza – esperti in tecniche fluviali alluvionali ed operatori con macchine per movimento terra, per un totale di 30 unità che si sono alternate in 48 ore. Insieme alla Protezione Civile, alle Forze dell’ordine e ai volontari. E altrettanto critico sembra ancora essere la conta dei danni che il primo cittadino marateota Daniele Stoppelli ha prontamente avviato all’indomani della notte infernale. Allo stato attuale, resta ancora da stabilire quando le sei famiglie di Castrocucco di Maratea potranno rientrare nelle loro case, prontamente fatte abbandonare per l’incolumità dei residenti. Solo un caso, infatti, la notte del 13 ottobre, ha evitato che quella bomba d’acqua, accompagnata da una colata di rocce e fango, provocasse una tragedia. Intanto, in attesa che oggi venga formalizzata con una delibera di giunta la richiesta di riconoscimento dello stato di calamità na- turale, ieri mattina è stata indetta una riunione operativa per fare il punto della situazione: l’Anas ha riaperto la SS18 – nel tratto tra Marina e Castrocucco interessato da più smottamenti – e ripulite gran parte delle strade dai detriti, seppure restano ancora chiusi alcuni tratti di strada all’interno delle due frazioni. Le varie squadre tra professionisti e volontari, continuando a lavorare fuori e dentro le abitazioni. Nessun danno strutturale, ma, insieme allo sgombero degli arredi, ormai inservibili – individuando un sito per il deposito temporaneo in cui accantonare l’intera cloaca – tecnici e vigili del fuoco, hanno continuano ad ispezionare uno ad uno gli impianti elettrici. C’è anche un’altra questione da affrontare nelle prossime ore: la rimozione dei massi pericolanti dalle pareti, che sovrastano la frazione. Si resta perciò in attesa di un’ ispezione che stabilisca se il fenomeno franoso, acuito dalla violenza delle ultime piogge, sia o meno esaurito. Superata, poi, la fase emergenziale ci sarà da lavorare anche sul sistema di smaltimento delle acque piovane: il canale di scolo, che costeggia le case pare essere totalmente insufficiente. Gli abitanti, intanto, invocano sicurezza e manutenzione. Ma, in particola, la comunità di Castrocucco ringrazia gli stessi cittadini che si sono prodigati nell’aiutare in momenti drammatici le famiglie in difficoltà. Dichiarandosi «pronti a rialzarci» ma col monito che non vengano lasciati soli.

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