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IL GIP CONCEDE I DOMICILIARI A PIRO

Confermati i domiciliari a Di Lascio e la sospensione per il dg Spera. Divieto di dimora a Potenza per Cupparo e Leone. Nonostante il parere negativo del Pm Montemurro, affievolita la misura cautelare.

Inchiesta dell’Antimafia di Potenza sul voto di scambio alle comunali di Lagonegro e su nomine, trasferimenti, promozioni in Sanità, nonchè sulle strategie di controllo clientelare in vista della realizzazione del nuovo ospedale di Lagonegro: il Gip del capoluogo, Amodeo, ha per l’ex capogruppo consiliare di Forza Italia in Regione, Francesco Piro, affievolito la misura cautelare della custodia in carcere, sostituendola con quella meno afflittiva degli arresti domiciliari. C’è di più. Il suo avvocato difensore, Sergio Lapenna ha annunciato che con la notifica della conclusione delle indagini, chiederà il giudizio immediato per minare nel merito il castello accusatorio nel corso del dibattimento. Nella stessa giornata di ieri, il Gip ha depositato le decisioni anche per altri indagati che, come Piro, avevano anche loro fornito una prima versione dei fatti oggetto dell’inchiesta nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia, svoltosi martedì. Sono stati confermati i domiciliari per la sindaca di Lagonegro, Maria Di Lascio, sospesa per effetto della legge Severino. Per lei, 2° round al Riesame. Alleggerita, invece, la misura per il Direttore generale dell’Aor San Carlo di Potenza, Giuseppe Spera: revocato il divieto di dimora nel capoluogo lucano, ma confermata l’interdizione dai pubblici uffici. Responso dolce-amaro per l’assessore regionale all’Agricoltura, Francesco Cupparo, e per l’ex assessore regionale alla Sanità, Rocco Leone, attuale consigliere regionale di Fratelli d’Italia. Ad entrambi revocato l’obbligo di dimora nei comuni di residenza, rispettivamente Francavilla in Sinni e Policoro, ma disposto il divieto di dimora a Potenza, che, di conseguenza, farà scattare la loro sospensione dalla carica per effetto della legge Severino. Poi, in giornata, dal solo Cupparo, l’annuncio delle dimissioni dalla carica. Da ricordare che il Pm Antimafia Vincenzo Montemurro si era opposto per tutti e 5 i citati alla modifica delle misure cautelari stabilite in prima battuta che il Gip dispose perchè le ritenne le uniche proporzionate alla entità dei fatti emersi dall’inchiesta. Per gli inquirenti la nomina di Spera quale prima Commissario del San Carlo, poi Dg, è stata fortemente favorita e sostenuta da Piro, a nomina di Commissario fresca, subito la chiamata tra Piro e Spera con quest’ultimo che esprimeva la propria gratitudine nei confronti dell’allora consigliere regionale, « io ti ringrazio», sottolineando «l’efficace interessamento “sei stato preziosissimo”», in quanto funzionale al raggiungimento dei propri interessi connessi non solo ma specialmente alla realizzazione del nuovo ospedale di Lagonegro al co- sto di oltre 70 milioni di euro. Il «potere» di Piro sarebbe stato così esteso tanto che avrebbe goduto, tra le altre, di un particolare «fonte confidenziale»: un militare della Guardia di Finanza dal quale «potrà attingere notizie riservate in ordine a procedimenti penali e attività di indagine, previo ottenimento di “un riguardo” a favore del di lui figlio».

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