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LA BASILICATA, TRA ARRESTI E TELEGRAM

La riflessione

Tutto in un solo giorno, e di venerdì. Preoccupante partenza, per chi ci crede. Al mattino presto il pubblico ministero Montemurro seguiva l’esecuzione dei provvedimenti cautelari chiesti al Gip Amodeo. Nel tardo pomeriggio il governatore Bardi, sveglia all’alba per la notifica di rito dell’inchiesta anche a suo carico e per la consegna del telefonino a un maresciallo dell’Arma, scalava la sua time line social annunciando ai cittadini che avevano cinque giorni di tempo, week end compreso, per inviare un’autocertificazione ai comuni di residenza per il bonus gas. Chiariamo subito, questo del gas è un provvedimento epocale, storico, al di là dei mille distinguo, alcuni fondati altri strumentali, sugli accordi energetici che restituiscono ai lucani la fortuna di essere, per l’appunto, lucani, forti delle proprie risorse. Ritorniamo al nostro venerdì. A tramonto inoltrato l’Anci pregava di non diffondere l’autocertificazione indicata dalla Regione, per l’impossibilità dei comuni di gestire il flusso delle mail e arrivando, dopo una concitata interlocuzione con gli uffici regionali già chiusi, a strappare un appuntamento con il capo di gabinetto Busciolano per stamattina per meglio pianificare le procedure. Il sindaco di Potenza, Mario Guarente, primo firmatario dell’appello, per la sempre in voga politica dei due forni, si portava avanti con il lavoro e annunciava i punti di assistenza per il disbrigo delle pratiche, modello caf. Nel frattempo, in un “fatti una domanda e datti una risposta” senza interlocutore, era tutto un condividere “scarica qui”, da Telegram, per avere a disposizione il modulo richiesto, appoggiato su un sito all news non istituzionale mentre la confusione lievitava tra chi indicava mail, pec e il fatidico spid. “E’ la transizione digitale, bellezza, e tu non puoi farci niente”, quando arriva arriva. C’è da dire che nella comunicazione istituzionale l’ufficialità della fonte è la prima garanzia di affidabilità ed è decisamente irrituale aver rinviato i cittadini a un canale Telegram che si presenta come “la community dei lucani che non si arrendono” e che a questo punto è di ritenersi rientrante nella batteria della comunicazione regionale che, sotto l’apparente informazione di servizio, irride gli avversari politici, per esempio il sindaco di Matera o anche il Pd sbeffeggiato con la foto di un ragazzo di colore nel gesto di dire “siete pazzi a opporvi”, le bollette ve le pagate voi. Il gioco del canale sotto copertura ormai è scoperto, legittimo politicamente ma non istituzionalmente. Il povero Bardi questo non può saperlo. A giornata conclusa, il capogruppo regionale di Forza Italia, Francesco Piro, si avviava a trascorrere la sua prima notte al carcere di Betlemme e la sindaca di Lagonegro, Maria di Lascio, detenuta in casa, forse faceva i conti con la propria coscienza ripensando a quello che tutti i sindaci dicono quando sono eletti, terminata la campagna elettorale, “sarò il sindaco di tutti”, verosimilmente trattenendo – alcuni – più realistici propositi di ritorsione verso i non allineati. A notte il governatore rientrava a casa, contento. C’era una confusione massima sotto il cielo, quindi la situazione era eccellente. Cronaca della giornata a parte, c’è una considerazione politica che l’ultimo venerdì spinge a fare. La reazione dei partiti all’inchiesta giudiziaria è stata all’insegna di un rispettoso garantismo. Anche i toni della comunità dei cittadini sono stati contenuti. Questo perché la fisiologia dei “vaffa” ha in genere una parabola, il populismo è un’altalena e i partiti tutti, chi più chi meno, hanno guai giudiziari da affrontare o affrontati. La storia degli ultimi anni dice questo, in Italia e in Basilicata. Ma c’è un’ulteriore valutazione che “i sinistri” lucani dovrebbero tener ben presente. La luna di miele tra il centrodestra e la regione evidentemente non è finita, quel desiderio di cambiamento che portò, alle ultime regionali e ora il 25 settembre, al rotolamento di anni di potere del centrosinistra, non è ancora appagato, apprezzabile o non apprezzabile che sia il governo del generale. Ci sono umori, attese, sensazioni, emozioni che nulla hanno a che vedere con la politica dei fatti o non fatti, e che, piuttosto, si radicano in una indefinita ed eccitante carica di nuovismo portatore di attese. Finisce sullo sfondo, dunque, il fatto che il centrodestra sia imploso velocissimamente, a metà legislatura regionale – la prima – per un famelico desiderio di protagonismo dopo una vita di digiuno o, al massimo, di consociativismo. E’ evidente che l’accelerata sul bonus gas, decisamente confusa, nel venerdì nero del centrodestra lucano, sia stata una prova di forza, nel tentativo di spostare l’attenzione dei cittadini dal missile giudiziario. Vorremmo dire al presidente Bardi che non ce n’era bisogno ma che da oggi in poi dovrà essere guardingo sul futuro perché “i sinistri” potrebbero (e dovrebbero) uscire dalla stanza dell’analista, riporre il cilicio ed essere più abili nelle manovre d’opposizione. Per il resto il garantismo diffuso è un bene per tutti, questo Paese sarà finalmente più civile quando la politica saprà essere autonoma dal potere giudiziario. Circolano già le foto della ex presidente del senato, Casellati, con Piro, in campagna elettorale. E’ una colpa della signora? Semmai di un sistema di Servizi addormentati, a voler essere buoni. I giornali nazionali speculeranno per un po’ sull’accoppiata, certo potrebbe essere imbarazzante per Meloni affidare a Casellati proprio il dicastero della Giustizia come da Arcore sembra indichino. Vedremo se la prima ministra saprà essere più laica su questo versante, come mai nessun predecessore è stato negli ultimi anni della storia italiana. Oggi è lunedì, cerchiamo di saltare il martedì.

Di Lucia Serino

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