BasilicataBlogPolitica

CONSIGLIO, I CONTI NON TORNANO

Domani la prova dei numeri, il presidente Bardi o fa pace con i dissidenti o allarga

Parafrasando la celebre intervista con la quale Enrico Berlinguer prese le distanze dall’Urss e dal socialismo reale di oltre cortina, “la spinta propulsiva” della rivoluzione del cambiamento si è spenta. Il maldestro tentativo con il quale il Governo Regionale cerca di nascondere la discussione sulle indagini, sulle misure cautelari e sulla conseguente frammentazione della maggioranza rilanciando sullo sconto in bolletta del Gas è l’indicatore della fine della spinta propulsiva. Un’operazione di immagine con la quale si cerca di obbligare i lucani a discutere di bollette, di sconto, di autocertificazioni in modo da tenere la mente impegnata lontano dalla bomba giudiziaria e politica che ha colpito via Anzio, esattamente come maldestro tentativo propagandistico fu quello di Bardi di auto incensarsi ad Agosto, mentre si costruivano le liste per le politiche, approvando la Legge sullo sconto in bolletta del Gas. Una legge approvata a ferragosto di cui la Giunta Regionale ha già approvato una proposta di modifica da portare in Aula, una promessa di uno sconto automatico che si sta trasformando in un’odissea burocratica con Anci, sindaci e associazioni sul piede di guerra rivelano palesemente lo stato confusionale in cui versa la Giunta Regionale e la Maggioranza. Solo chi ha il caos programmatico può riuscire a trovare qualche danno anche da una misura a totale vantaggio dei cittadini. Il grande caos sotto il cielo è una situazione meravigliosa soltanto se sei un rivoluzionario cinese, se governi una Regione è soltanto un problema.

MAGGIORANZA CERCASI

Prima della bomba indagini, il centrodestra ragionava sull’ipotesi di una maggioranza politica composta da 11 consiglieri regionali, con l’esclusione di Zullino e Vizziello. Pasquale Pepe, nella sua conferenza stampa, aveva precluso ogni possibilità di riappacificazione con i due “autosospesi”. Senza Vizziello e Zullino, però, la maggioranza non esiste più. La Legge, infatti, prevede la sospensione dei consiglieri colpiti da misure cautelari che impediscano di raggiungere la sede del Consiglio, non è prevista la sostituzione del sospeso ma non si considera la loro assenza ai fini del numero legale né di ogni altra valutazione. Piro, infatti, si è dimesso facendo, così, diventare effettivo (e non più supplente) Bellettieri. Leone e Cupparo non potranno partecipare alle sedute di Consiglio (il primo) e di Giunta il secondo. Entrambi dovrebbero ricevere il provvedimento di sospensione che non prevede la sostituzione del Consigliere sospeso. Se Bardi procede alla revoca della nomina di assessore a Cupparo, l’assessore torna in Consiglio Regionale ma resta sospeso dalle sue funzioni. Ai sensi della normativa vigente, se interviene la sospensione le assenze dei Consiglieri sospesi non si computano ai fini della validità del numero legale. Con l’assenza necessaria di Leone, però, il centrodestra, per arrivare ad avere la maggioranza in Aula necessita del sostegno di Vizziello e Zullino, senza dei quali il centrodestra si riduce ad 8 consiglieri. L’opposizione attualmente ha 8 consiglieri regionali, se Zullino e Vizziello passano all’opposizione, il Centrodestra è minoranza in Aula, se restano “neutrali” Centrodestra e opposizioni hanno lo stesso numero di Consiglieri.

MARTEDÌ LA PROVA DELL’AULA

Domani si dovrebbe tornare in Consiglio, l’opposizione ancora non ha chiesto al Presidente di riferire sulle vicende né ha presentato una mozione di sfiducia, ma certamente il clima sarà infuocato. Senza Vizziello e Zullino il centrodestra non ha i numeri per garantire l’avvio dei lavori e la validità delle votazioni. Il Generale si trova adesso ad un trivio, può scegliere di fuggire dall’Aula evitando il confronto, può decidere di implorare l’aiuto di Zullino e Vizziello oppure di chiedere il soccorso rosso. In mancanza delle aperture da parte delle opposizioni o dei due ex leghisti dissidenti, nessun provvedimento potrà essere approvato in Aula, neanche la presa d’atto delle dimissioni di Piro che, così, resterebbe consigliere suo malgrado.

PROSEGUIRE PER FARE COSA?

Al di là dell’aspetto numerico, resta il nodo politico con cui abbiamo aperto l’articolo: se la spinta propulsiva si è esaurita al punto di non riuscire a trovare giovamento neanche dalla misura storica del gas gratis, perché continuare? Se anche martedì il Consiglio dovesse regolarmente svolgersi e l’aiuto di Zullino-Vizziello o il soccorso rosso delle opposizioni dovesse consentire l’approvazione di qualche provvedimento, che senso ha continuare questa lenta agonia? Una maggioranza non più tale in Aula, con la prevedibile paralisi delle attività amministrative che le indagini sempre determinano, la necessità di chiedere i singoli voti ai consiglieri regionali, il soccorso delle opposizioni da pietire ogni volta aprono allo scenario di una lenta agonia che non serve a nessuno se non a Bardi e allo stipendio di qualche consigliere regionale. Non serve ai cittadini, non serve al centrodestra questa situazione. Se ne sarebbero resi conto a Via della Scrofa. Il Partito di Giorgia Meloni avrebbe già preso atto che è inutile continuare e potrebbe dare un segnale chiaro in questa direzione non appena si chiuderanno le trattative per la composizione del Governo Meloni. Per Fratelli d’Italia, del resto, votare adesso, subito dopo la vittoria delle elezioni politiche, con un centro-sinistra lacerato, senza che si possa saldare l’alleanza M5S-Pd significherebbe andare a vittoria quasi certa con un Partito arbitro e dominus della situazione politica territoriale.

IL SILENZIO DELLE OPPOSIZIONI

A dare valore alla tesi che serpeggia dalle parti di Via della Scrofa c’è anche il silenzio delle opposizioni. Un Presidente della Regione indagato, un assessore e due consiglieri colpiti da misure cautelari, altri due assessori indagati e, soprattutto, intercettazioni che fanno emergere l’ipotesi che il Governo Bardi avrebbe deliberatamente ridotto i fondi all’ospedale San Carlo per sabotare Barresi, la scoperta che mentre la gente moriva senza poter fare i tamponi, Presidente e Giunta se ne facevano diversi dovrebbero produrre l’effetto naturale di una mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni. Senza nascondersi dietro al garantismo e senza parlare degli aspetti penali delle indagini, esistono profili politici su cui l’opposizione non può tacere. Una mozione di sfiducia presentata dall’opposizione oggi avrebbe grande probabilità di essere accolta, se l’opposizione non la presenta, evidentemente ha paura dell’ipotetico accoglimento della mozione e del conseguente scioglimento del Consiglio Regionale con elezioni anticipate da affrontarsi quando non si è pronti a farle. Un complesso di paura e di inferiorità che paralizza l’opposizione e che comprova la validità di chi sostiene che il centrodestra ha interesse a votare subito. Una situazione paradossale quella del Consiglio Regionale, dove non è facile determinare i confini tra maggioranza e opposizione né gli esatti interessi delle parti.

Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com
error: Contentuti protetti