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CUP, IL TAR MANDA ARLAB AL VAR

Assunzioni categorie protette, nuove verifiche per Datacontact: senza requisito, riperde l’appalto.

Cup Basilicata, sul call center sanitario della Regione si conferma la tradizione: un colpo di scena ad ogni cambio di scena. Sull’appalto lucano da oltre 18 milioni di euro a base d’asta, a distanza di 3 anni dall’indizione, risalente al 2019, ancora non c’è pace: dal Tribunale amministrativo regionale (Tar) della Basilicata l’ennesimo verdetto, dopo i già sconvolgenti incroci del 2021, che rimette nuovamente in discussione l’aggiudicazione. Il raggruppamento temporaneo di imprese composto dalla Datacontact S.r.l. con la Lucana Sistemi S.r.l. e la Cooperativa Edp La Traccia, dopo essersi ripresa l’appalto via Giustizia amministrativa, decisivo l’esito del Consiglio di Stato del dicembre dell’anno scorso, adesso rischia seriamente di perderlo. Se così sarà, allora si tornerà come in un burocratico gioco dell’oca, alla casella di partenza e quindi all’originaria aggiudicazione da parte della Stazione unica appaltante della Regione (Suarb) in favore dell’Ati composta dalla Gpi S.p.A. con la Publisys S.p.A. Il ricorso di quest’ultime 2 società citate, è stato accolto dal Tar lucano, ma in parte, ovvero fondato nel merito, ma con consequenziali adempimenti, determinanti per decretare il vincitore dell’appalto milionario, in capo alla Suarb.

DATACONTACT, ASSUNZIONE CATEGORIE PROTETTE: VULNUS NELLE VERIFICHE DELL’ARLAB

Gpi e Publisys hanno contestato, essenzialmente, l’illegittimità della verifica del possesso continuativo, da parte dell’Rti Datacontact, del requisito di regolarità negli obblighi di assunzione di cui alla Legge del 1999, “Norme per il diritto al lavoro dei disabili”. Per l’Arlab e l’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Potenza e Matera, era, invece, tutto in ordine, ma come ora ha stabilito il Tar, così non può essere poichè le conclusioni potrebbero, al contrario, rivelarsi non veritiere in quanto mancanti alcuni necessari e indispensabili passaggi procedurali relativi alla verifica del possesso del requisito inerente all’obbligatoria assunzione, in una determinata quantità come prescritto dalla legge citata, dei disabili. Non è un dettaglio secondario, poichè il possesso di tale requisito è tra le condizioni di «efficacia del- l’aggiudicazione». Per il Tar di Basilicata che il “tutto in ordine” di Arlab e Ispettorato, la Suarb ha ricevuto il verbale di attestazione positiva e ha proceduto all’aggiudicazione non potendo esercitare discrezionalità, sia privo di solidità sostanziale è «incontestabile». La prova, modalità e date dei controlli effettuati. La verifica prima dell’Arlab, che poi ha interessato a sua volta l’Ispettorato, come contestato da Gpi e Publisys è stata circoscritta «alla sola annualità antecedente il provvedimento di aggiudicazione», ossia il 2021, invece che estesa, in coerenza con il principio di continuità dei requisiti, all’intero arco temporale decorrente dalla presentazione dell’offerta, coincidente con il 25 giugno 2019, all’aggiudicazione del 7 gennaio 2022: «periodo nel corso del quale, invece, si sarebbero concretizzate violazioni della normativa» in materia delle assunzioni obbligatorie in questione. Non è tutto, poichè dal punto di vista istruttorio, la verifica sarebbe stata incentrata unicamente sui cosiddetti “PiD”, prospetti informativi disabili, depositati da Datacontact: «attestazioni a data fissa e, come tali, inidonee ad evidenziare l’effettiva osservanza, anche in corso d’anno, degli obblighi assunzionali». In estrema sintesi, l’Ispettorato del lavoro non si sarebbe avveduto, che, nel corso del primo trimestre dell’anno 2020, Datacontact avrebbe contravvenuto alla normativa che prescrive che «i datori di lavoro devono presentare agli uffici competenti la richiesta di assunzione entro sessanta giorni dal momento in cui sono obbligati all’assunzione dei lavoratori disabili», avendo l’impresa inoltrato le richieste di nulla osta finalizzate a sanare le 2 scoperture verificatesi nell’anno 2019, da essa denunciate nel PiD relativo a quella annualità e presentato nel gennaio 2020, «oltre il termine legale di 60 giorni dalla data di insorgenza dei relativi obblighi assunzionali».

LE NUOVE VERIFICHE: SENZA IL REQUISITO DATACONTACT PERDE SICURO L’APPALTO

Per cui, la verifica effettuata e propedeutica all’aggiudicazione, è incompleta, e, pertanto non valida, per inesattezza del periodo scrutinato. Tutto ciò, ha condotto i giudici amministrativi lucani ad imporre un «puntuale riscontro», effettivo e sostanziale. Se carente l’ininterrotta disponibilità, da parte di Datacontact, del requisito di conformità alla normativa in materia di lavoro dei disabili, allora «l’inveramento», cioè l’acquisizione, della causa di esclusione dalla partecipazione alla gara, come da Codice degli Appalti. Per questo il Tar non ha già disposto l’inefficacia del contratto firmato dalla Datacontact, che nell’anno in corso ha incassato soldi pubblici per la gestione del Cup, dato che se l’avesse fatto, sarebbe automaticamente risultata annullata anche l’aggiudicazione. Tutto ritorna nelle mani della Suarb, che inizialmente aveva aggiudicato l’appalto a Gpi e Publisys, e che aspetterà dall’Arlab il nuovo verbale attestante o meno, per la Datacontact, il continuativo possesso o meno delle quote disabili. Se Datacontact risulterà non avere il requisito, come linearmente spiegato dal Tar, essendo il non possesso causa di esclusione, la Suarb dovrà assumere le opportune determinazioni nei confronti dell’aggiudicazione, «poiché definitivamente privata di efficacia» e, dunque, disporre «lo scorrimento della graduatoria» in favore dell’Ati composta dalla Gpi S.p.A. con la Publisys S.p.A. Con la ricezione del verdetto della Giustizia amministrativa, via al conto alla rovescia: entro 30 giorni si conoscerà il finale.

PROROGHE DELLE PROROGHE E SELF CLEANING: DATA CONTACT E PRECEDENTI

La Datacontact, che, tra l’incrocio Tar e Consiglio di Stato, saltato l’appalto dell’Agenda digitale per il periodo «2016-2020», ha gestito il Cup dal 2010 al 2015 da aggiudicatario della gara e poi per gli anni a seguire in base a una lunghissima serie di proroghe milionarie, in quest’appalto del 2019 era stata già esclusa dalla Suarb perché, in estrema sintesi, non aveva dato prova di aver posto in essere effettivi atti di dissociazione dalla posizione del precedente amministratore delegato, Angelo Raffaele Tosto, condannato per concorso in bancarotta fraudolenta, come da sentenza della Cassazione penale del 2015, con inabilitazione all’esercizio dell’impresa e incapacità ad esercitare uffici direttivi presso qualsiasi impresa per la durata di 10 anni. La discrezionalità della Suarb nel valutare l’affidabilità dell’Rti Datacontact resse fino al capovolgimento del Consiglio di Stato dello scorso dicembre il cui verdetto, che sconfessò il Tar di Basilicata, fu poi decisivo per l’aggiudicazione proprio alla Datacontact. Bisognerà attendere i fati- dici 30 giorni per avere la certezza, o meno, che in un modo o nell’altro, comunque la Suarb aveva visto lungo nell’escludere la Datacontact. Resta il fatto che, su altro versante, ai cittadini interessa la qualità del servi- zio offerto chiunque sia il gestore. E, in merito, le proteste e le polemiche sul Cup lucano, dati i disservizi segnalati, proseguono senza soluzione di continuità.

Ferdinando Moliterni

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