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M5S, LOMUTI ALZA L’ASTICELLA

Il neo deputato sperava nell’oltre 30%, ma si “accontenta” del primato. Comparsata per Turco.

Conferenza stampa a Potenza per il Movimento 5 Stelle, dopo le scorse politiche che hanno visto il movimento confermato quale primo partito in Basilicata, avvicinandosi al 25%. I pentastellati eletti in Basilicata, sono Arnaldo Lomuti che da senatore uscente sarà ora deputato, e il tarantino Mario Turco al Senato. «Spero che sia questa la fotografia definitiva della situazione dei risultati elettorali anche per la Basilicata – commenta Lomuti -. Il M5S ha ottenuto un risultato significativo, che dice molto anche sulla nostra regione, essendo il primo partito, quello con più consensi tra i cittadini. È un dato di fatto che non sarà sfuggito in primis a noi, per le dovute riflessioni, e anche di conseguenza alle altre compagini dei partiti lucani, e nazionali. Chiaramente avremo una forte voce in capitolo in eventuali campi larghi o in collaborazioni per quanto concerne il prossimo appuntamento elettorale molto importante, ovvero le regionali. Ci fa sentire sicuramente molto forti, non più una forza politica secondaria, ma che dirà la sua». Nel giugno scorso, il presidente del M5S, Giuseppe Conte, nel rendere noti i coordinatori regionali, comunicò anche la nomina di Lomuti per la Basilicata «Il dato del 25% è un dato ovviamente sperato, speravo nel 30-35% – ha aggiunto Lomuti -, ma sono delle aspettative che si creano durante il percorso della campagna elettorale. Abbiamo portato avanti una campagna in cui si sono preferiti i palchi, le strade, le piazze e lì il nostro termometro politico, più che i sondaggi, ci davano elementi concreti per sperare in risultati eccezionali». Il vice presidente del Movimento 5 Stelle, Turco, inoltre asserisce: «La mia presenza qui attesta innanzitutto che adesso il M5S inizierà a creare anche qui i presupposti per la rimonta in diversi territori, tra cui la regione Basilicata e Potenza. Noi difenderemo gli interessi della Basilicata – si avvia a concludere – che sono quelli peraltro del Sud. Non accetteremo l’autonomia differenziata, che è un grande rischio per le regioni meridionali, senza la definizione dei Lep, i livelli essenziali di prestazioni. Quindi il Sud al centro del M5S, ma non solo».

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