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CHI SI FA PECORA DAL LUPO VIENE MANGIATO

Basilicata politicamente depredata

Tre lucani su sette eletti in Basilicata. Una proporzione tutt’altro che incoraggiante, forse anche peggiore di quella prevedibile al momento della presentazione delle candidature. Un solo senatore, Gianni Rosa da Avigliano. Due deputati, Salvatore Caiata da Potenza e Arnaldo Lomuti da Venosa. Non un materano, sparita la rappresentanza territoriale dell’area sud, territori e popolazioni storicamente sempre presenti nelle aule parlamentari non avranno più un loro riferimento e dovranno farsi “adottare” da qualcun altro. É dura da accettare per aree che lamentano costantemente di essere trattate da periferia, mai prioritarie, e che in altri momenti hanno compreso sulla propria pelle l’importanza di essere ben rappresentati quando la coperta é troppo corta e non é possibile accontentare tutti. Certo, il dato anagrafico o residenziale che colloca i restanti quattro eletti fuori dal territorio regionale non esclude a priori un’attenzione ai problemi e alle istanze delle aree in cui sono stati eletti ma il legame tra un collegio ed il suo parlamentare, soprattutto quando nasce e muore nel giro di un mese di campagna elettorale, sembra davvero troppo flebile per riporvi eccessive aspettative. Figurarsi per quelli che anche durante la campagna elettorale, proprio nel collegio in cui sono risultati eletti a furor di popolo, non vi hanno mai messo piede al punto che risulta difficile anche reperire una foto ufficiale da inserire nelle grafiche o nei dibattiti. Eletti fantasma o “saraceni” che hanno predato il seggio senza neppure prendersi il disturbo di chiederlo. Queste elezioni hanno dimostrato ancora una volta la potenza del simbolo e quella del nome. Un simbolo ha attirato voti a palate senza neppure il bisogno di domandarlo agli elettori. Un puro e assoluto atto di fede, non legato né alla grazia né al santo, solo fede e guai a chiamarlo ancora di protesta perché di protestare non avrebbero davvero diritto dopo 5 anni di sostegno al governo, a meno di scadere nell’assurdo di farlo contro le loro opere ed omissioni. Un nome ha attratto voti anche se collocato sotto un simbolo non trainante, facendo numeri, assoluti e percentuali, che spiccano non solo a livello locale ma nel quadro nazionale. Un ultimo dato di colore: la tenerezza con cui ci si appella al deputato lucano eletto nella circoscrizione estero rivendicandolo nella compagine lucana come se fosse merito nostro e un parziale ristoro per l’occasione perduta a casa nostra. Sono logore e stantie le considerazioni sui cervelli in fuga, sulle maggiori opportunità per chi è fuori da confini (e dalle logiche) regionali e sul merito premiato all’estero. Come regione del sud veniamo spesso considerati area coloniale e noi per primi manteniamo pervicacemente la mentalità dei colonizzati, briganti che non fanno più paura a nessuno, nemmeno nelle rappresentazioni popolari, mansueti e pacificati sostenitori di Generali di altre battaglie.

E la morale é sempre la stessa, con ogni sociale, politica, etica e antropologica conseguenza: chi si fa pecora dal lupo viene mangiato.

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