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IL CUGINO DI LACORAZZA

Di Sanzo: il lucano del Nord America

LE MACERIE DEL PARTITO REGIONE

C’era una volta il Partito Regione. Vinceva sempre ed è stato un modello meridionale. Il Pd insieme agli alleati con tecniche di entrismo e trasversalismo ne teneva la guida scatenando più che dialettiche, feroci diatribe degne del Partito Socialista prima di Craxi. Ne restano le macerie. Le elezioni sono un terremoto. Sul grado della scala Mercalli pesa la proclamazione degli eletti. Amendola eletto sul filo di lana peserà molto sugli equilibri futuri. De Filippo trombato è un shock devastante. La ricostruzione è molto difficile. Segreteria nazionale e regionale hanno sbagliato tutto. Letta a Roma si è dichiarato dimissionato fino al prossimo congresso. Dalle urne in Basilicata esce un consenso radicato all’appartenenza di lungo corso che si unisce a chi ha apprezzato il nuovo indirizzo del giovane La Regina (pochi in verità). Ora per il segretario regionale è l’ora più difficile. Rimettere il mandato o rimettere insieme i cocci? I big del partito contrari alla sua linea aspetteranno il tempo necessario per aprire la resa dei conti che sta dietro l’angolo. Cifarelli, Adduce, Margiotta, De Filippo apriranno una Norimberga che prevede nuovi organigrammi già pronti in qualche cassetto. Ne vedremo delle belle.

IL TERZO POLO È REALTÀ LUCANA

L’errore marchiano del Pd di non voler dialogare con Marcello e Gianni Pittella è evidente. Il terzo polo è una realtà consolidata. In Basilicata ha una raccolta di consenso tra le più alte d’Italia. Ci si prepara alle regionali e la presenza nelle istituzioni si farà sentire. Da destra e sinistra ne dovranno tenere conto.

CINQUE STELLE SENZA ORGANIZZAZIONE

I Cinque stelle sono il primo partito della Regione. È una certezza. Il radicamento del territorio e l’opposizione a Roma e Potenza ha bisogno di nuove forme di organizzazione per avere una maggiore area di consenso con i propri elettori che sono molti. Per il buon Lomuti tanto lavoro da fare. Del Turco, tarantino, parliamo dopo.

LA NUOVA DESTRA

Il centrodestra è egemone. Con rapporti di forza modificati. Fratelli d’Italia ha una rappresentanza larga, la Lega ha perso le antiche spinte propulsive, Forza Italia ha un ruolo da rimodulare. Grande successo di Salvatore Caiata che già si consulta con la Meloni per meglio operare. In Regione però paradossalmente esploderanno le tensioni che già si sopiscono sotto le schede scrutinate.

ELETTI LONTANI DALLA BASILICATA

Il dato più allarmante è quello degli eletti. Pochi lucani che avranno a Roma una responsabilità enorme. L’eletta Casellati per Forza Italia, nonostante gli annunci della notte della vittoria, è già tutta tesa a giocare una sua personale partita molto impervia per mantenere la sua postazione al vertice di Palazzo Madama. La Basilicata può attendere. Ancor più paradossale l’elezione del sottosegretario Turco dei Cinque stelle mai visto in tutta la campagna elettorale. Un caso uguale alla compagna di Berlusconi, Marta Fascina, eletta a Trapani senza aver mai messo un piede in Sicilia. Enzo Amendola da eletto avrà un ruolo importante nella ricostruzione del Pd lucano. Probabili alleati Vincenzo Folino e Roberto Speranza eletto nella Napoli di Enzo Amendola.

IL LUCANO D’AMERICA

Ci consoliamo con la lontana circoscrizione d’America in cui il Pd elegge Christian Di Sanzo, 39 anni. Nato a Prato da padre lucano e madre toscana. È andato a formarsi nelle migliori università americane ed è diventato un’eccellenza di gran livello. È anche cugino di Piero Lacorazza. Magari Di Sanzo saprà meglio rappresentare i lucani, questo parlamentare simbolo di vecchie e nuove emigrazioni.

Di Paride Leporace

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