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POLESE CHIAMA, POTENZA RISPONDE

Nel capoluogo folla delle grandi occasioni per i candidati del Terzo Polo: collegati Renzi e Boschi.

Non una semplice campagna elettorale ma una festa di entusiasmo e partecipazione. È questa l’aria che si respirava ieri sera a Potenza nella sala del Parco del Seminario. Ad animare un parte di elettorato lucano, come non si era mai visto in queste settimane di campagna elettorale, ci ha pensato Mario Polese candidato alla Camera con il Terzo Polo. La storia politica di Mario Polese è nota ai più, è stato tra i primi a seguire Renzi e fondare in Basilicata Italia viva una nuova “casa” politica -come da lui stesso definita- per poi insieme al collega Luca Braia dargli un segnale distintivo e di rispetto creando il gruppo in Regione Basilicata. Eppure nonostante in questi anni si sia fatto notare per iniziative e battaglie in pochi probabilmente si sarebbero aspettati il pienone visto ieri. Una fiume di lucani accorsi da ogni angolo della regione pronti a sostenerlo, almeno a parole, e lanciarlo verso un nuovo importante traguardo. Se ci arriverà per primo certamente lo sapremo il 25 settembre prossimo ma per ora il tutto esaurito all’interno della sala e l numerose persone rimaste fuori a seguire con i led wall all’esterno l’intera sera fanno certamente ben sperare per il renziano.

UN TRIBUTO ALLA SUA CITTÀ NATALE: POTENZA

Polese ha voluto rendere omaggio alla sua città natale, Potenza. Ad inizio e fine discorso il renziano si è soffermato più volte, prima di passare ai punti più importanti del suo programma, sul capoluogo di regione. «Potenza è casa mia e io sono l’unico potentino che può rappresentare questa città a Roma» ha esordito Polese con enfasi. Un passaggio sulla sua passione legata al calcio e ai colori rossoblù della città senza dimenticare un appello fondamentale: «Il calcio per me è lo sport con il valore di unione più ampia e non di divisione. Potenza e Matera dobbiamo vederle come un unico territorio, come tutta la Basilicata». Sull’aspetto più politico l’affondo è stato rivolto alla Lega: «Siamo una città meridionale amministrata dalla Lega Nord. Un paradosso della storia. La Lega è arrivata al capolinea, ha scelto di non candidare nessuno in posizione eleggibile in Basilicata. È un segnale chiaro. Anche questa città va liberata».

IL GRIDO DI “IO VOTO LUCANO”

Dopo le numerose polemiche che hanno accompagnato questa tornata elettorale lucana con i numerosi “forestieri” a capo delle diverse liste il Terzo Polo non può che prendersi una rivincita. Non a caso tanto i candidati di Italia Viva quanto quelli di Renzi che compongono la lista della coalizione sono tutti Made in Basilicata. Un fatto non da poco, come ricordato dallo stesso Polese che ha lanciato il grido: «Io voto lucano» spiegando «Nelle nostre liste ci sono solo lucani. Una linea di identità ben precisa. Vuol dire riconoscere a questa regione la qualità che ha sempre avuto. La Basilicata è la terra dei grandi Statisti e Meridionalisti, eppure per tutti è diventata terra di conquista. Sappiamo tutti che eletti e non eletti non li vedremo più».

I PUNTI CARDINE DEL PROGRAMMA: GIOVANI, MERITOCRAZIA ED EUROPA

In questa campagna elettorale sono tante le cose che avremmo voluto sentire e non le abbiamo ancora sentite. Abbiamo sentito parlare poco di giovani, di futuro e di lavoro. Neanche un accenno alla meritocrazia. Ma qui serve spezzare una lancia nei confronti di Mario Polese, probabilmente avrà tanti difetti ma è uno dei pochi politici ad aver sempre difeso questo principio. “Meritocrazia” è l’idea che sia necessario far partire tutti dalla stessa linea di partenza, ma poi ce la si gioca. A oggi in Italia non è così, in pochi riescono a ritagliarsi un loro spazio senza partire avvantaggiati in termini economici e/o di conoscenze. Una contrarietà ben chiarità sullo stop agli assistenzialismi: «Basta con i sussidi a tutti ma solo a chi ne ha bisogno, a chi non può lavorare non a chi non vuole farlo». Maggiore sviluppo, come proposto da Renzi negli ultimi anni. E poi sostegno vero alle Imprese: pagare meno tasse, credito e fisco agevolato e formazione per agevolare l’occupazione. Via libera ad una riforma sanitaria che integri pubblico e privato per abbattere costi e aumentare i servizi. Più medici e infermieri e soprattutto abolire il numero chiuso alla Facoltà di Medicina. Idee chiare anche sulle infrastrutture: strategiche ed essenziali. Valori chiari per credere nell’Europa, «l’unico partito che da Macron in Francia a Draghi in Italia hanno riportato il nostro Paese al centro dell’Europa».

UN PROGETTO POLITICO IN CONTINUA CRESCITA

Polese nel suo intervento ha ricordato il primo incontro a Firenze con Renzi quando Italia Viva da un progetto su carta diventava finalmente realtà «Tutto questo partendo praticamente da zero». I sentimenti che per ora hanno accompagnato questo viaggio sono stati quelli di lealtà e coraggio ma il renziano ha sottolineato come «siamo orgogliosi di condividere i valori del cattolicesimo democratico». Un messaggio probabilmente rivolto ai tanti gruppi che in questa campagna elettorale pur rappresentanti di valori chiari non riconoscendosi più in determinati partiti hanno deciso di appoggiare la strada del Terzo Polo. Infine una stoccata ai rivali, «ai tanti che mi davano del pazzo e del visionario. Ho sempre creduto che questo progetto fosse la scelta giusta. Ricordo quegli sguardi e quelle parole di molti che politicamente mi davano e ci davano per morti nel giro di qualche mese. Italia morta non Italia . Siamo pronti a riprenderci la nostra regione».

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