MATERA TORNA AL GUSTO EUCARISTICO DEL PANE
XXVII Congresso Nazionale, tradizioni e simboli spirituali del simposio che si svolge nella città dei Sassi
Così Monsignor Pino Caiazzo Arcivescovo della diocesi di Matera Irsina, ha introdotto il tema del XXVII Congresso Eucaristico Nazionale che si svolge a Matera, e che s’intitola ‘Torniamo al gusto del pane per una chiesa eucaristica e sinodale’. Un congresso dunque il cui senso religioso e storico è radicato nelle profonde tradizioni della cristianità e nella centralità che nella città dei Sassi riveste sin da epoche antichissime, il pane. Elemento quest’ultimo basilare nella alimentazione degli abitanti dei Sassi, ma anche fondamentale come simbolo insieme al vino del principale sacramento della religione cristiana, che è appunto l’Eucaristica, cioè l’incarnazione del Verbo che si fa corpo e sangue.
Il pane a sua volta viene fatto con il grano e non è un caso che il santo patrono della città dei Sassi sia proprio Sant’Eustachio il cui nome deriva dal greco: ‘Eu’ che vuol dire ‘bene’ e ‘Stachius’ che significa ‘spiga’. Sant’ Eustachio è dunque colui che dà buone spighe e quindi produce un buon raccolto. Evidente è dunque il collegamento con la cultura contadina di Matera, con il mondo cerealicolo. La spiga di grano che impugna il santo materano è dunque un simbolo di comunanza e fratellanza. Una moltitudine di spighe i cui semi si uniranno per dar vita al pane. Una unione e comunione che è anch’essa in perfetta sintonia con il Congresso Eucaristico che è appunto ‘sinodale’ e vede per la prima volta nella storia di Matera la partecipazione di tutta la comunità parrocchiale d’Italia.
Ma tornando al pane, anche nella cattedrale di Matera vi è una iconografia in tema, molto significativa. È quella dedicata all’affresco di San Giuliano il santo ‘ospitaliere’, dell’accoglienza dunque è che è raffigurato proprio nell’atto di donare un pezzo di pane a un mendicante.
Il pane di Matera poi, tipicamente è rappresentato con le tre gobbe che sono ricavate dal triplice taglio trinitario e nello stesso tempo si riferiscono anche ai tre elementi che lo compongono, cioè acqua, terra e fuoco. Ritorna dunque la tradizione materana della panificazione e dei suoi tanti antichi forni a legna, dove la città dei Sassi si è sviluppato nel corso dei secoli, affermandosi proprio come città del pane.
E poi chi di noi non ricorda ancora le nostre mamme e nonne quando impastavano il pane. Una tradizione quella di affidare il pane al segno della croce che è sopravvissuta alla tragedia delle guerre, alla ineluttabile povertà dei Sassi e perfino alle recenti pandemie. Un segno che è simbolo della forza della tradizione cristiana e di un gusto quello del pane che continua a lievitare nei forni antichi, a diffondere il suo profumo nei vicinati e ad essere condiviso dai tanti pellegrini in arrivo a Matera per il Congresso Eucaristico.