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DE LUCA: «SU PITTELLA, ERRORI»

Pd lucano, amari campani: la stoccata del governatore non va giù ad Amendola

Non ha usato giri di parole Vincenzo De Luca a Picerno “da uomo, sono amico di Marcello Pittella e riconosco che sul piano umano sono stati commessi errori nei suoi confronti”, dice il Governatore della Campania. Dietro di lui resta impassibile Amendola, le sue braccia restano incrociate, le mani non applaudono mentre applaude la piazza Dem e il resto del palco. Lo sa Vincenzo De Luca, lo sanno anche i democratici che nei confronti di Pittella è stata commessa un’ingiustizia, a non rendersene conto sono soltanto il segretario La Regina e Amendola che di quell’ingiustizia è stato il beneficiario. Parole come balsamo per il candidato di Azione al Senato che, proprio per rispondere a quell’ingiustizia subita ha deciso di candidarsi e su quel sentimento diffuso fa leva per ottenere il consenso necessario per la sua battaglia.

IL CINISMO DELLA POLITICA, LA POLITICA DEGLI AFFETTI

Nella differenza tra le parole di De Luca da un lato e il silenzio di De Filippo, La Regina e Amendola c’è tutta la dimensione della politica. Da una parte il cinismo dell’arrampicatore, di chi ha la volontà di guadagnare metri anche passando sui cadaveri degli amici, dall’altra la passione politica che non dimentica le storie personali, le vite e le persone che ci sono dietro i politici. Una differenza abissale che demarca la grandezza di Vincenzo De Luca e spiega la sua capacità di consenso anche nei tempi in cui la sinistra ha difficoltà ad emergere, a muoversi, finanche ad esprimere un concetto politicamente accettabile. Una lezione di umanità e di grandezza che in molti, non solo a sinistra in Basilicata, dovrebbero apprendere perché la politica è il luogo del conflitto ma questo conflitto non può e non deve eliminare l’umanità.

LA CAMPAGNA ELETTORALE LACERANTE

Quella che si sta svolgendo in Basilicata a sinistra è una campagna elettorale lacerante, chiunque conosca il mondo della sinistra lucana ben conosce il rapporto che Marcello e Gianni Pittella hanno nei confronti di tanti uomini e donne che vengono dal mondo della sinistra, si identificano nelle posizioni politiche del Partito Democratico ma sentono come proprie le parole di De Luca e quell’ingiustizia inflitta all’ex governatore. Molti di loro saranno chiamati a scegliere tra la disciplina di partito e la volontà di risanare quell’ingiustizia, tra la speranza di eleggere uno di loro come Pittella e l’obbedienza che servirà a stroncare il riscatto di un uomo che alla sinistra ha dato forza, nella sinistra ha le radici. Vincenzo De Luca ha dato voce a quella lacerante sensazione, a quella divisione umana che esiste a sinistra. Come se in ogni elettore e militante di sinistra ci fosse una bilancia con due piatti, da una parte la disciplina di partito, dall’altra la volontà di risanare un’ingiustizia. Sarà proprio il piatto che peserà di più nella mente e nel cuore di ciascun elettore, dirigente e militante del centro-sinistra a determinare la vittoria di Pittella o di De Filippo. Una partita delicata che definirà anche se a sinistra sia più radicata la volontà di sconfiggere le ingiustizie o la cieca disciplina agli ordini di partito. Vincenzo De Luca, da grande uomo qual è, ha trovato il tasto dolente, il punto di dolore e non lo ha nascosto, ha valorizzato la ferita dando così voce a tanti che nella gestione regionale del Partito possono scegliere solo tra il silenzio e l’accusa di tradimento con relativa lista di proscrizione minacciata da La Regina. Una lezione di stile che speriamo resti in una terra che da troppo tempo ha imbarbarito la politica.

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