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SI APPROPRIANO DI PASCOLI PER MACELLAZIONE CLANDESTINA

Secondo l’accusa gli indagati avrebbero acquisito il controllo dei terreni esercitando un’asfissiante forza intimidatrice

Per oltre dieci anni avrebbero tenuto sotto scacco diversi imprenditori agricoli del Tarantino con minacce, intimidazioni, danneggiamenti ed estorsioni per appropriarsi di aree in cui far pascolare i propri animali che venivano poi macellati clandestinamente: per questo i carabinieri di Taranto hanno notificato quattro ordinanze di custodia cautelare (tre in carcere e una ai domiciliari) a un uomo già condannato per associazione mafiosa, ai due figli e a un nipote. Gli investigatori hanno concentrato le indagini su una zona compresa tra i comuni di Pulsano, Leporano, Lizzano e Taranto.

Secondo l’accusa gli indagati, dopo aver occupato abusivamente un’antica masseria e le relative aree di pascolo, da destinare a ricovero degli animali e alla macellazione clandestina, avrebbero acquisito il controllo dei terreni esercitando un’asfissiante forza intimidatrice nei confronti di numerosi imprenditori agricoli costretti a subire le invasioni dei capi di bestiame (oltre mille) di proprietà dell’azienda agricola riconducibile agli indagati. I numerosi atti ritorsivi (incendi e danneggiamenti) e intimidatori commessi, anche con l’uso delle armi, ai danni di quegli imprenditori che avevano protestato o che si erano rivolti ai carabinieri, avevano ingenerato nelle vittime un particolare timore nel denunciare i soprusi subiti. In molti preferivano ricercare un compromesso con gli indagati pur di salvare le proprie aziende. Alcune vittime hanno rotto il muro del silenzio fornendo collaborazione. A vario titolo sono contestati i reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di introduzione di animali nel fondo altrui e pascolo abusivo, estorsione, incendio, danneggiamento e occupazione di edificio, oltre che di detenzione e porto illegale di armi, furto e minaccia.

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