OCCHI DI TIGRE, ORECCHIE DA MERCANTE
Tacco&Spillo
Che gli slogan col bestiario facile non portino fortuna al PD è risaputo dalla cronistoria delle sue disastrose sconfitte, ma ora che al timone c’è Enrico Letta, detto Sottiletta, c’è da pensare che gli “occhi di tigre” facciano persino una fine peggiore di quella capitata a Pierluigi Bersani che con la solita supponenza comunista voleva “smacchiare il giaguaro” ed invece s’è ritrovato a “pettinar le bambole” a Bettola. Ora lasciamo stare che l’iconografia animalesca porti sfiga ai dem, ma il ruggito sbandierato da Letta contro destra, Terzo Polo e M5S, qui in Basilicata è diventato come un miagolio di sudditanza per provare a piazzare alla presidenza della provincia di Potenza, il grillino Christian Giordano, nonostante l’efferato omicidio contro il povero Draghi e la rottura pilotata ed a cinque stelle sulle regionali siciliane. Eppure dinnanzi a tale nefandezza politica perfino l’eloquio da tisana riscaldata di Letta s’è mosso per ritrovare tono e temperatura con la nuova fatwa dem:“Mai coi traditori, mai coi MS5” ed invece il solito Raffaele La Regina, segretario regionale del PD, ha continuato a dare il peggio di sé, facendo orecchie da mercante e cucinando il povero felino nel brodo dell’inciucio. Cantano gli Sikitikis: “Metti una tigre nel doppio brodo du-hua du-hua du-hua”.