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EX SCUOLA MEDIA DI VIA LEONCAVALLO: UN ALTRO RUDERE DA DEMOLIRE E DA RECUPERARE IN CITTÀ

Tra viale Dante e corso Garibaldi versa nel più completo abbandono da più di 10 anni: continua da qui il viaggio di Cronache sotto i colpi micidiali dell’incuria e del disinteresse

Prosegue su queste colonne il viaggio di Cronache tra i “non luoghi”: quegli edifici – inseriti in aree della città centrali o periferiche, proprietà pubbliche o private, aventi differenti superfici e volumetrie – “vuoti a rendere”. E a Potenza si è scoperto essere davvero lungo l’elenco dei fabbricati che attendono da tempo una riqualificazione che non arriva. Vuoi perché mancano i fondi per ristrutturarli, vuoi perché incatenati in una burocrazia che si fatica a sbrogliare, vuoi per destinazioni d’uso sospese che li rende di fatto inutilizzabili o poco appetibili per un eventuale acquirente. Tra questi, oltre a quelli già segnalati nei giorni scorsi, rimane un contenitore vuoto – chiuso e inutilizzato dal 2009 e messo in vendita nel 2011, con tre aste andate deserte – l’ex scuola media statale di via Ruggero Leoncavallo. Ma cosa ne è stato dell’edificio di via Leoncavallo negli ultimi anni? Tra viale Dante e corso Garibaldi –in prossimità delle “Cento Scale” –l’Istituto versa da più di un decennio nel più completo abbandono. Continuando ad implodere sulle proprie macerie sotto i colpi micidiali dell’incuria e del disinteresse, in cui il degrado ha preso il sopravvento sia con il passare del tempo sia per causa dell’incuria da parte delle amministrazioni avvicendatesi nel corso degli anni nonché dei cittadini stessi, che spesso e volentieri ne incentivano il teppismo di questi luoghi. Ai nostri occhi, appare infatti un edificio, fagocitato dalla vegetazione, dai rifiuti e dagli atti di vandalismo. Un intero contesto ambientale sul territorio in prossimità del centro storico completamente escluso dal mondo civile. La pandemia, che ormai sembra allentare la morsa, lascerà per sempre scolpite nella memoria le immagini delle scuole trasformate in trincee. Interi Istituti scolastici, nazionali quanto locali, che sono stati riadattati per l’emergenza e per permettere comunque ai ragazzi di non essere privati del loro diritto allo studio e all’Istruzione. Una fotografia che stride con i corridoi dell’ex scuola media statale succursale della “Sinisgalli” di Potenza, da molti anni in abbandono e in attesa di rinascere nel segno della cultura. Eppure, un riutilizzo di questo edificio – come delle tante altre aree dismesse in città – anche valutando una riprogettazione dal basso degli spazi abbandonati, potrebbe essere la chiave di svolta in un percorso di sviluppo sostenibile per una città che vede il “vuoto urbano” protagonista. A onor di cronaca, però, è importante non tralasciare sia gli episodi di denuncia avviati in questi anni – su una questione evidentemente sottovalutata- sia le iniziative del Comune di Potenza di un’asta pubblica per metterla in vendita. L’immobile dismesso rispondeva alla destinazione d’uso “suoli destinati alle infrastrutture a rete, servizi, attrezzature e standard esistenti di quartiere” e aveva un prezzo base d’asta di oltre 1 milione di euro. Nel 2012, poi, pare che l’edificio fosse stato messo nuovamente in vendita attraverso un altro bando pubblicato dal Comune del capoluogo che, ancora una volta, ebbe con esito fallimentare. In ultimo, l’Amministrazione Guarente – pere tramite dell’assessore Vigilante – ha predisposto, a marzo scorso, un ampio programma di rigenerazione urbana che prevede di riutilizzare anche questa struttura abbandonata attraverso un progetto chiamato “Potenza Riusa”: sulla carta, si tratterebbe di un intervento mirato alla semplificazione delle procedure per il cambiamento di destinazione d’uso. La misura consiste in un bando pubblico al quale hanno potuto accedervi i soggetti pubblici ma anche privati, in possesso di immobili classificati come Srau, ovvero “Suoli riservati all’armatura urbana”, destinati a servizi e infrastrutture. Bando di cui, ad oggi, si ignora lo stato dell’arte. Una grande opportunità che potrebbe restituire alla città ed alla comunità i propri vuoti urbani dando loro nuovo valore all’interno del tessuto urbano. E questo contenitori giocherebbe un ruolo fondamentale nella sfida della promozione di opere di riqualificazione. Perché, sono proprio questi i luoghi che possono e devono ambire a diventare i motori trainanti di una riqualificazione diffusa per cui si può cominciare a parlare di vuoti a rendere, per evocare una nuova dimensione fatta di possibilità ed occasioni per un nuovo sviluppo della città di Potenza. La storia dell’ex scuola media statale di via Leoncavallo, è emblematica di una città che non vuole farcela. Un capoluogo che appare non in grado di valorizzare le sue differenze nonché le sue potenzialità. Potenza ha bisogno di amore e non di finte carezze. Basterebbe poco perché diventi uno dei simboli forti della Basilicata nel mondo. È sufficiente – metaforicamente parlando – non violentare un edificio volto all’Istruzione, come quello in via Leoncavallo, e non trattare la Cultura e l’ambiente in quel modo. La nostra speranza è che si riesca, soprattutto nei casi come questo, a riconvertire il luogo per riuscire a dare risposte adeguate alla comunità potentina.

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