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ARCHEOLOGIA, LA “POTENZIALE” TEGOLA IN TESTA

Matera, criticità nei Sassi, in evidente stato di degrado e abbandono un insediamento dell’Età del Bronzo

Lo scenario rupestre che si affaccia in parte sul lato nord della Gravina di Matera e in parte scende strettamente a ridosso di via San Nicola dei Greci e Madonna delle virtù, costituisce uno dei siti primordiali più importanti e remoti della storia della città dei Sassi per le sue peculiarità non solo antropologiche, ma anche archeologiche. La peculiarità del sito risiede proprio nel fatto che all’insieme di agglomerati abitativi rupestri intagliati nella calcarenite, si alternano tutta una serie di insediamenti risalenti all’età del bronzo, dunque ad almeno 4mila anni fa, e che nei primi anni ‘60, sono stati oggetto di importanti scavi archeologici condotti da parte del Museo Ridola
Oggi però come le nostre immagini mostrano in esclusiva, il sito è in totale abbandono e la copertura sorretta da tegole in terracotta è stata completamente divelta e trafugata mentre i laterizi di copertura frantumati sono stati gettati nel piano sottostante, rischiando alcuni di finire direttamente sulla strada San Nicola dei greci e Madonna delle virtù.
Cercando di non correre inutili rischi anche perché il sito come detto è tuttora abbandonato e incustodito, abbiamo poi cercato con le telecamere di sbirciare all’interno e siamo riusciti a scorgere delle fosse per grano già sventrate, alcune cisterne per la raccolta delle acque e anche quelle che dovevano essere delle antichissime fosse di scarico di frammenti, vasi e cocci mal riusciti, ma ciò che soprattutto di nota è come le tegole ormai siano soltanto sovrapposte alla struttura in laminato che è perforata e soprattutto in precarie condizioni.
Eppure questo patrimonio così importante e così unico ed esclusivo al mondo e che adesso invece risulta ridotto a un mucchio di macerie, sarebbe dovuto inserito nella famosa ‘Carta del potenziale archeologico di Matera’ e valorizzato, custodito e reso fruibile.
L’enorme perdita culturale, storica e archeologica che l’abbandono del sito infligge alla città, si aggiunge ad un’ulteriore emergenza questa volta legata all’ incolumità pubblica derivante dal fatto che alcune delle tegole che sono soltanto giustapposte sulla lamiera, sono in bilico e davvero a un niente dal cadere sulla testa dei passanti.
Il vero pericolo dunque è costituito soprattutto da quelle tegole che sono posizionate sui laminati proprio a ridosso della strada sottostante.
Da un inquadratura sopraelevata si può vedere ancora meglio come la copertura di tegole sia in bilico.
Per non considerare poi il passaggio di autovetture e dell’autobus della linea Sassi sempre sotto il sito abbandonato e dunque sotto le tegole pendenti del capanno in laminato.
Eppure come già detto il Comune di Matera, il Dipartimento culture europee e del Mediterraneo e la Soprintendenza archeologica Belle Arti e paesaggio della Basilicata, un anno fa, siglarono un protocollo di collaborazione per realizzare la ‘Carta del potenziale archeologico della città di Matera, e del suo territorio.’
Un progetto ambizioso e prezioso che in nessuno dei suoi 18 articoli però contempla mai l’abbandono e la dimenticanza di un sito archeologico, soprattutto quando questo è la testimonianza prima di una città che si presenta al mondo come esempio è addirittura capitale della cultura

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