Il cuore, ed in particolare il cuore delle donne, è il protagonista principale della settimana puntata di “NutriGenere”, il programma ideato e condotto dalla dott.ssa Maria Carmela Padula, Biologa Nutrizionista, con lo scopo di focalizzare l’attenzione sulla moderna medicina di genere (e di precisione) e sulla nutrizione di genere. Ospite negli studi di “Cronache TV” il dott. Antonio Lopizzo, Presidente Regionale dell’Associazione Cardiologi Ambulatoriali (A.R.C A.), già Primario della Cardiologia Medica Azienda Ospedaliera San Carlo Potenza. La cardiologia rappresenta una delle branche della medicina per la quale l’approccio gender oriented assume un significato molto importante, al fine di contribuire a ridurre l’incidenza di morti cardiovascolari che affliggono in maniera corposa il sesso femminile. Il dott. Lopizzo sottolinea, in apertura della puntata, un aspetto fondamentale: le cardiopatie rappresentano la prima causa di mortalità nella popolazione femminile, nonostante tali patologie siano poco percepite come “malattie delle donne”. Lo studio della malattia coronarica e dei suoi fattori di rischio ha, per anni, interessato soprattutto gli uomini, alla luce della maggiore frequenza in età media, della comparsa in età più giovane rispetto alla donna e dell’elevata letalità nella popolazione maschile. Con l’avanzare dell’età e con la menopausa, le differenze in termini di frequenza della malattia sono più elevati nelle donne rispetto a quelli riscontrati negli uomini. Studi più recenti hanno evidenziato che le cardiopatie, nella popolazione femminile, presentano sintomi diversi, oltre ad uno spettro di incidenza, una gravità e una prognosi molto diversa rispetto alle stesse patologie nell’uomo. Le manifestazioni cliniche sono spesso di difficile diagnosi, le complicanze maggiori e la prognosi peggiore.  Basti pensare che, nelle donne, i sintomi dell’infarto sono molto differenti rispetto agli uomini, in quanto, per questi ultimi, si verifica un dolore al braccio e un senso di oppressione al petto, che compare solo in uno stadio molto avanzato della malattia nella donna. Questo fa sì che, in alcuni casi, il rivolgersi al medico e la diagnosi stessa nella donna siano tardive, con conseguenze anche letali. Le possibilità di recupero post-evento cardiovascolare sono un’altra differenza di genere, in quanto più alte negli uomini rispetto alle donne. Esistono, inoltre, fattori di rischio specifici genere-correlati, come ad esempio il fumo: le donne sono esposte allo stesso livello di rischio fumando un terzo delle sigarette rispetto agli uomini. Come spiegato dal dott. Lopizzo, la donna presenta caratteristiche biologico-ormonali, caratteristiche anatomiche dei vasi, una massa magra e una massa grassa differenti, elementi che condizionano lo sviluppo della malattia e la risposta ai farmaci in termini di efficacia e sicurezza. Condurre uno stile di vita adeguato è il miglior modo per prevenire le malattie cardiache. Per quanto riguarda gli interventi principali sul life style, oltre ad una moderata e costante attività fisica e all’abolizione del fumo, la dieta personalizzata “per il cuore delle donne” dovrebbe mirare a: raggiungimento peso e massa grassa adeguata; controllo parametri metabolici (soprattutto colesterolemia, trigliceridemia, glicemia); riduzione del consumo di sale (< 2,3 g/die); introito di grassi saturi < 10% (se possibile < 7%) e colesterolo < 300 mg/die; riduzione dell’apporto di zuccheri raffinati e alimenti processati, oltre ad essere ricca di frutta, verdure e molecole bioattive. Diventa fondamentale la consapevolezza del rischio cardiovascolare nella donna, come nell’uomo, al fine di mettere in atto azioni preventive e curative “a misura di donna”, ossia genere-specifiche, più mirate, con conseguenze positive per l’individuo e per la collettività, soprattutto in termini di miglioramento della qualità di vita e di riduzione dell’impatto economico-sanitario di patologie di notevole rilevanza epidemiologica.

Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com
error: Contentuti protetti