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SULLA “CAVA DI MONTE CRUGNAME” LATRONICO GIOCA IL JOLLY: LA PROROGA

L’autorizzazione concessa alla Cementeria Costantinopoli sospesa per altri 2 mesi: l’assessore scarica la colpa sull’avvocatura regionale

Prima del gong finale, a giochi senza frontiere della burocrazia lucana, l’assessore regionale all’Ambiente, Cosimo Latronico di Fratelli d’Italia, sulla paradossale vicenda nota come “Cava Monte Crugname”, ha deciso di utilizzare il jolly a disposizione: la proroga della sospensione dell’autorizzazione, dalla Regione già concessa a maggio, per il progetto presentato dalla Società Cementeria Costantinopoli Srl. Anche se Latronico poteva farlo, va ricordato che non ci sarà un bis, poichè il termine della sospensione può essere prorogato per  una sola  volta soltanto. Stupisce il ricorso alla “bandiera bianca” della deroga, dato che a giugno l’intera vicenda sembrava ormai incardinata su un binario che non prevedeva, e, in teoria, ancora non le prevede, alternative rispetto al definitivo dietro front sul via libera al progetto di coltivazione di una cava di quarzareniti in località Monte Crugname, ricadente nel Comune di Melfi. Il pre finale, che è tutt’ora provvisorio, la punta dell’iceberg: supplemento di istruttoria ad iter ufficialmente chiuso. Sotto la superficie, l’intreccio di evidenti contraddizioni. Sull’autorizzazione alla cava, la Conferenza di Servizi ha avuto tre sedute: maggio 2018, marzo 2019 e dicembre 2019, mentre la determinazione motivata di conclusione, risale, invece, all’aprile 2020. L’ultimo verbale del Comitato tecnico regionale per l’Ambiente,  invece, è datato 27 ottobre 2021. Dal 2017, anno in cui è stata presentata l’istanza di Valutazione d’impatto ambientale (V.I.A.), ci sono voluti, pertanto, 5 anni per terminare l’iter autorizzativo che ad 1 mese dalla conclusione, quella del 4 maggio scorso con il via libera dalla Giunta regionale, rischia forte-mente di saltare per un evento, l’incendio, verificatosi in data di molto antecedente rispetto a quando,  la Società Cementeria Costantinopoli Srl, ha presentato l’istanza precisamente acquisita e registrata al protocollo Dipartimentale nell’aprile del 2017. L’incendio, per la precisione, è quello del luglio del 2015. Lo scorso giugno, la sospensione, durata 60 giorni, dell’autorizzazione concessa previo giudizio favorevole di compatibilità ambientale, è stata la prima naturale conseguenza. La seconda, doveva essere, ma l’appuntamento è stato rimandato data la proroga, quella della revoca dell’autorizzazione. Ciò perchè la relativa legge quadro sugli incendi, che è del 2000, prescrive che «le zone boscate ed i pascoli i sui soprassuoli siano stati percorsi dal fuoco non possono avere una destinazione diversa da quella preesistente all’incendio per almeno 15 anni». E l’incendio del 2015, come verificato anche dalla consultazione del Catasto delle aree percorse dal fuoco, c’è stato e avrebbe percorso addirittura «la totalità delle aree di progetto» della Cava Monte Crugname. Tra la prima sospensione di giugno e la proroga di agosto, il 5 luglio scorso il tavolo per completare l’attività suppletiva di verifica di sussistenza dei presupposti di legittimità meno dell’autorizzazione in favore della Cementeria Costantinopoli Srl, a cui hanno partecipato il Comune di Melfi, l’Ufficio Difesa del Suolo, Geo-logia ed Attività estrattive e l’Ufficio Foreste e Tutela del Territorio. È stato chiesto, 2 giorni dopo, un parere legale con all’Avvocatura Regionale. La Regione, infine, incolpa sé stessa se non è riuscita a rispettare il termine dei 2 mesi che via Ver-rastro aveva stabilito per decidere, in maniera risolutiva, se sulla Cava fosse revoca o meno, come se l’incendio del 2015 non fosse mai avvenuto.  A quasi 1 mese dal parere legale richiesto all’avvocatura regionale, lo stesso è «tuttora non riscontrato». Questo il motivo, strumentale o meno che sia, posto alla base della proroga approvata dalla Giunta regionale. Cava di Monte Crugname, politica e interessi economici privati: la Regione decide ancora una volta di non decidere stabilendo altri 60 giorni di proroga. A questo giro, però, è l’ultima chance: il bis è vietato.

Ferdinando Moliterni

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