AttualitàBasilicata

DISCARICA “LA MARTELLA”, UN ANNO FA IL ROGO

Matera, prosegue la bonifica della discarica, il “capping” e il ripristino ambientale e del verde

Un anno fa di questi giorni un’enorme colonna di fumo nero si sollevò dalla piattaforma di trattamento e stoccaggio dei rifiuti situata a Matera nel borgo di La Martella.
La densa colonna di fumo nero poi si estese trasformandosi in una vera e propria nube che nel giro di qualche ora era perfettamente visibile sia in territorio lucano che pugliese suscitando una grandissima apprensione da parte di tutti i cittadini e soprattutto degli abitanti del borgo La Martella.
Ci vollero ben 7 squadre dei vigili del fuoco del Comando di Matera e due di quello di Potenza oltre all’azione dell’elicottero Erickson S- 64 detto ‘Aquila rossa’ un potente lanciatore di acqua, per domare dopo diverse ore l’incendio che aveva interessato ben di quattro ettari dei 15 dell’intera discarica. Occorse poi l’utilizzo di liquidi e schiume ritardanti e anti infiammati per soffocare le fiamme e poi per tutta la notte raffreddare il sito incandescente e fermare la combustione sotterranea.
Ebbene a distanza di un anno siamo tornati alla discarica e abbiamo constatato che la situazione è perfettamente sotto controllo tutto quanto sembra procedere per il meglio e il servizio di sicurezza, di vigilanza e sorveglianza è stato intensificato e resta sempre la massima allerta protettiva su tutto il perimetro della piattaforma di stoccaggio.
Nel frattempo proseguono anche le operazioni di bonifica e di adeguamento della discarica, che rientrano nell’ambito del ‘Contratto istituzionale di sviluppo per Matera’.
Si tratta di operazioni che dettate dal Ministero della transizione ecologica e del Commissario ad acta, iniziarono nel luglio dello scorso anno, r che consentiranno di superare la procedura di infrazione Comunitaria nella quale era incappato diversi anni fa il Comune nella gestione della discarica.
La bonifica che consiste nello ‘spostamento dei sovrabbanchi di rifiuti’ in un settore meno congestionato della discarica, lavorando un totale di 45mila tonnellate di rifiuti, è finanziata per un importo di 10 milioni di euro di cui 3 milioni arrivano dal Ministero della transizione ecologica e 7 dal ‘Patto per la Regione Basilicata FSC 2014/2020
La risistemazione della piattaforma poi prevede una seconda fase detta del ‘capping’ cioè della -copertura definitiva dei settori svuotati e l’installazione di nuovi impianti di trattamento del percolato, di biogas e del trattamento delle acque meteoriche, e infine sono previsti anche interventi di ripristino ambientale con il ripristino delle aree verdi.
Per la cronaca va anche ricordato che nei mesi successivi all’incendio della discarica, seguirono da parte dell’ Arpab, l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Basilicata, gli accertamenti e le misurazioni sulla qualità dell’aria e sulle particelle inquinanti depositatesi sui terreni. Il reportage ufficiale dell’Arpab è stato confortante perché ha confermato che -l’impatto delle diossine nell’aria non era stato significativo- Successivamente anche le analisi dei campioni ‘top soil’ faranno dire all’Arpab che -la presenza di idrocarburi nei campioni di suolo agricolo analizzati, sono sempre in concentrazione inferiore al limite di determinazione analitica-
L’abbiamo dunque scampata bella!
Quanto poi alle cause dell’incendio della discarica, nell’ultima conferenza stampa il Questore Eliseo Nicolì ha confermato che -Le indagini sono ancora in corso e che comunque si è molto vicini all’ipotesi di incendio colposo-
L’assenza di ‘dolo’ nell’incendio dunque se confermata tranquillizzerebbe tutti sull’assenza di fenomeni mafiosi che ben si sposano con l’ingerenza nella gestione dei rifiuti. Ma comunque resterebbero ancora senza risposta gli aspetti della ‘colpa’ è cioè se l’incendio è stato causato da comportamenti negligenti, imprudenti o dalla mancata capacità di domare il rogo o dall’inosservanza di determinate norme. E per chi desidera tutelate l’ambiente e garantire una qualità della vita ecosostenibile e soprattutto civile, queste sono tutte domande a cui occorre necessariamente dare al più presto una risposta.

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