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CENTROSINISTRA, IL LABILE “CAMPO LARGO” E LE RICADUTE IN BASILICATA

a legge elettorale e l’ipotesi dei centristi di Calenda e Renzi da soli: le sorprese lucane non mancherebbero

Tra Se tutto appare chiaro nel centrodestra, ancora non è ben definito il quadro delle alleanze nel centro-sinistra. Il Partito Democratico tenta di tenere insieme tutto il “campo largo” dalla sinistra a Calenda e Renzi, senza escludere né i cinque stelle né il movimento di Di Maio.  Un’intesa difficile perché le forze politiche si sono lacerate profondamente nell’ultima fase del Governo Draghi fino a determinarne la caduta. È proprio sulla cosiddetta “agenda Draghi”, infatti, che verte il centro della discussione nel centrosinitra, con Cinque Stelle e la sinistra che puntano sulla discontinuità dall’agenda Draghi e i centristi di Calenda e Renzi che, invece, vogliono la continuità dichiarata con le azioni fatte e da fare del Governo Draghi.

LE RICADUTE IN BASILICATA

Al di là delle teorie e delle ricadute nazionali sulle alleanze, la questione non è secondaria anche nella nostra Basilicata sia per quanto riguarda i collegi uninominali che per ciò che concerne il proporzionale. Se il Partito Democratico non riuscisse a tenere insieme tutte le forze che non vogliono la vittoria della destra, sia il collegio alla Camera che quello al Senato non sarebbero realmente contendibili e la vittoria del centrodestra sia alla Camera che al Senato sarebbe quasi scontata. Tutto ciò ovviamente avrebbe una ricaduta sul proporzionale. A ballare sarebbero il secondo e il terzo seggio alla Camera.

IL COMPLESSO MECCANISMO ELETTORALE

Il meccanismo elettorale alla Camera prevede che in Basilicata un quoziente pieno sia intorno al 33%, risultato quasi irraggiungibile per qualsiasi partito. Fdi e Pd si avvicinano a questo risultato e, comunque, arriverebbero ad un resto molto alto che assegnerebbe quasi pieno il quoziente elettorale a meno di clamorose smentite.

IL SECONDO E IL TERZO SEGGIO

Il secondo e il terzo seggio verrebbero ad essere assegnati sulla base della ripartizione nazionale. Nel caso in cui i centristi di Calenda e Renzi andassero da soli, ci sono buone possibilità che la Basilicata raggiunga uno dei quozienti più alti, soprattutto se il candidato capolista alla Camera fosse una figura più moderata. Una candidatura di questo genere, infatti, potrebbe essere in grado di raccogliere intorno a sé il voto di quanti da destra e da sinistra non volessero votare i candidati delle liste non riconoscendosi nei volti noti candidati dai partiti più grandi. Non è un segreto per nessuno, infatti, che il lavoro di uno come Polese, per fare un nome, non dispiaccia ai moderati del centrodestra e possa riscuotere consenso anche nella parte “lib” del Partito Democratico ,tra chi non vedrebbe di buon occhio candidature di vecchi arnesi. Se i centristi andassero da soli o in un terzo polo, si aprirebbe la possibilità di andare in Parlamento come uno dei quozienti più alti.

IL CAMPO LARGO

Ovviamente assolutamente differente la situazione nel caso in cui il Pd riuscisse a tenere insieme la coalizione eterogenea. In questo caso, da un lato diventerebbero contendibili i due seggi uninominali, dall’altro sarebbero ridotte al minimo le possibilità di una elezione sul proporzionale non potendo in quel caso i centristi contare sui voti dei moderati scontenti del centrodestra. È chiaro che un accordo del genere comporterà comunque una rinuncia per il Pd che dovrà consegnare almeno uno dei due seggi uninominali ai partiti della coalizione.  Su questo punto si aprirà la partita tra i centristi e il M5S. Insomma a sinistra è tutto ancora da disegnare, sia i confini della coalizione che ovviamente le candidature.

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