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QUADRO ACCUSATORIO IN PARTE TRABALLANTE: DA BUCCICO A VIGGIANO, QUALCOSA NON TORNA

Il macrogruppo dei reati in occasione delle amministrative 2020, il più smontato dal Gip: al “sistema” Gravina mancano alcuni pezzi

Mentre in Comune a Matera si lavora alla riorganizzazione di Uffici e ruoli, con particolare riferimento a quelli di Rup, anche la Procura è impegnata in analoga attività di eventuale risistemazione dell’impianto accusatorio dell’inchiesta “Allattamento” sul cortocircuito, tramite «do ut des», tra politica, uffici comunali e mondo delle professioni, ovvero sul «vero e proprio mercimonio di incarichi professionali e affidamento lavori pubblici». Nell’ordinanza cautelare personale e reale firmata dal Giudice Valerio Giovanni Antonio Sasso, lo stesso Gip in più passaggi e per alcune contestazioni, va ricordato che sono 90 gli indagati, ha inteso sottolineare il «labile quadro indiziario» ricorrendo anche ad espressioni quali quella del «non può dirsi raggiunta la soglia della gravità indiziaria ». Tra questi casi, il macrogruppo dei reati contestati in occasione delle elezioni amministrative del settembre 2020. L’ex dirigente del Settore Opere Pubbliche, Gravina, contatterebbe alcuni «serbatoi di voti» affinché si candidino alle comunali «in cambio di futuri vantaggi, incarichi professionali, perlopiù». Tra i contatti, Capolupo. Ma per il Gip sull’“avvicinato” da Gravina, da un canto, «non vi è nemmeno un accenno diretto da Gravina a Capolupo sulle future utilità, dall’altro, proprio il fatto che il Capolupo rifiutava futuri incarichi in Giunta preferendo semmai incarichi professionali, denota che alcuna promessa fosse stata fatta dal Gravina a costui, e si noti che il Capolupo, a quanto riportato nella richiesta, non ottenne alcuno di tali incarichi ». Poi c’è la vicenda del figlio dell’ex senatore ed ex sindaco di Matera, l’avvocato Emilio Buccico. Gravina diceva che in favore di Rocco Michele Buccico aveva trovato alcuni soggetti, Perrone, Andrisani, Mazzilli, «che avrebbero portato molti voti». C’è anche l’intercettazione di una conversazione telefonica tra Buccico e Gravina totalmente ribaltata dal Gip nell’interpretazione. Per il Giudice il contenuto della conversazione telefonica e le considerazioni fatte, non solo «portano a escludere la sussistenza dei gravi indizi anche per tale capo di imputazione », ma scagionerebbero già proprio l’avvocato. «Ancor meno – ha rimarcato il Gip – può dirsi coinvolto, per completezza, l’avv. Buccico, che recepisce soltanto le “confidenze” del Gravina, che parla fondamentalmente a ruota libera, non certo quale “mandatario” degli interessi di Buccico». Oltre al «labile quadro indiziario », al Gip non tornano i conti neanche sul fatto che a comunali fatte, nessuna «“controparte”» avesse «sollecitato adempimento alla contestata promessa elettorale»: «ciò non avviene, tanto che non viene indicata alcuna conversazione utile». Vari gli episodi a limite. Per esempio, c’è quello di Angelo Raffaele Sardone che con altri consiglieri comunali avrebbe espresso voto favorevole in Consiglio all’approvazione dei progetti definitivi di una serie di opere pubbliche in cambio di «promessa di utilità non meglio precisate tra le quali un permesso rilasciato dal Comune di Matera per il Sardone e una mostra fotografica sul comune di Viggiano con costo a carico del Comune di Matera per il Sardone». Per il Gip, tuttavia, il dialogo delle intercettazioni tra Gravina e Sardone, che faceva parte della maggioranza consiliare, «è estremamente limpido e non si ravvede alcun bizzarro accordo». Non solo, per Sardone «l’unico riferimento è assolutamente inidoneo a consentire di ritenere la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza; difatti, non vi è traccia di precedenti accordi tra Gravina e Sardone, ove si consideri che il Gravina, dirigente delle opere pubbliche, non dovrebbe avere alcun potere di bloccare mostre fotografiche, né risulta acquisito alcunché in relazione a eventuale sussistenza di tale mostra fotografica: appare quindi abbastanza illogico che, nonostante la mostra in effetti non si sia tenuta, in mancanza, si ripete, di documentazione di tale mostra, il Sardone abbia comunque votato favorevolmente per le opere portate avanti dal Gravina, il che significa evidentemente che la manifestazione di volontà del Sardone sia stata libera da ogni influenza o accordo o promessa col Gravina». Anche sull’affidamento diretto di incarico per lavori di miglioramento sismico del Liceo Classico Duni, ad Antonio Mazzeo, il Gip non ha compreso «quale sarebbe la falsa attestazione» contestata dall’accusa, e evidenziando che «non risulta individuabile a monte, alcun artificio o raggiro», ha concluso che «pur se la condotta di avvicinamento del dirigente e di segnalazione non spicca per senso etico, non si ravvede l’elemento costitutivo della truffa, sia per quanto attiene la condotta, che ancor meno in relazione all’evento», il danno rilevante per l’amministrazione. In relazione alle misure cautelari personali, il Pubblico Ministero aveva chiesto la custodia cautelaredegli arresti domiciliari per oltre 30 indagati: Gandi, Lunalbi, Ferrara, Lorusso, Stella-Brienza, Di Cecca, Vammacigno, Lamacchia- Acito, Esposito Gianluca, Capolupo Venantina, Sardone Michela Melissa, Venditti, Mazzeo, Colucci, Esposito Gaetano, Tagliente Daniele, Manicone, Bianco Angelo, Scarola, Lamacchia, Nuzzaci, De Mola, Lapolla, Sardone Angelo Raffaele, Sansone, De Ruggeri, Viceconte, Curci, Mazzilli, Pietrocola Giuseppe e Iannuzziello Marcello Achille. Dato il non accoglimento da parte del Gip, la Procura di Matera, per questi e altri motivi, potrebbe procedere ad un eventuale puntellamento, anche in vista del possibile appello, del quadro accusatorio.

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