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POTENZA, L’INCALZO DELL’OPPOSIZIONE: «QUALE FUTURO PER GLI ABITANTI DI BUCALETTO?»

A causa del cambio del soggetto attuatore, dall’Ater al Comune, il Piano dei 70 alloggi nel quartiere è a rischio: questo il focus del tavolo tra consiglieri regionali e comunali coi cittadini

Si è svolto a Potenza presso la Sala delle Commissioni del Comune un incontro-dibattito dal titolo: “Quale futuro per gli abitanti di Bucaletto?”. Il noto quartiere popolare della periferia sud-est del capoluogo lucano progettato all’indomani del terremoto del 23 novembre 1980, per risolvere i problemi delle famiglie sfollate. A rischio oggi 70 alloggi popolari e 10 milioni di euro. Da qui l’esigenza dell’opposizione di confrontarsi su un tema così delicato e di stigmatizzare gli inaccettabili ritardi e le lacune dell’Amministrazione Comunale di Potenza in relazione al progetto di edilizia residenziale pubblica di Bucaletto che vede una irrealistica disputa tra Ater Potenza, Comune di Potenza e Regione Basilicata. Sulla questione l’opposizione in Consiglio comunale ha presentato un’Interrogazione e ne ha voluto discutere in un incontro con gli stessi cittadini. Perché «quando le lotte interne portano alla perdita di finanziamenti e a non poter dare adeguate risposte ai cittadini – afferma l’opposizione -vuol dire che è arrivato il momento di mettere la parola fine a questo miserevole teatrino» in cui l’opposizione punta l’indice contro l’immobilismo dell’Amministrazione Guarente, in particolare, e della Regione Basilicata in generale. Secondo i consiglieri comunali di minoranza al Comune di Potenza, infatti, la Lega con l’assessore alle Infrastrutture, Donatella Merra e il sindaco del capoluogo lucano, Mario Guarente «vogliono espropriare del suo ruolo e dalla sua mission istituzionale l’Ater della provincia di Potenza esautorandola dal compito di realizzare 70 alloggi di edilizia popolare e 10 locali a Bucaletto, mettendo seriamente a rischio finanziamenti FESR e POC Regionali pari a 7 milioni di euro da utilizzare entro il 31/12/2023, frutto di una convenzione firmata nel 2019. Così facendo, oltretutto – incalza l’opposizione – si creerebbero le condizioni per aprire contenziosi che condurrebbero alla drammatica conseguenza di dover restituire 3 milioni di euro del cofinanziamento Ater ad oggi esistente».

GLI ABITANTI DI BUCALETTO CHIEDONO RISPOSTE

Orbene, di questo e delle possibili azioni atte a contrastare l’incapacità degli Amministratori si è discusso durante il confronto pubblico nel Palazzo di Città alla presenza di cittadini e società civile.I residenti di Bucaletto, infatti, chiedono chiarezza sulla realizzazione degli alloggi, stanchi di promesse e dinamiche politiche chiaro solo alle Istituzioni stesse. Dopo che il Comune di Potenza è subentrato all’Ater come soggetto attuatore, sarebbero a rischio i 10 milioni di euro destinati alla realizzazione all’interno del quartiere di 70 alloggi e 10 locali . Il timore è che, con il passaggio del cambio si debba rivedere tutto l’iter burocratico, nonché amministrativo con le annesse fonti di finanziamento e i tempi di realizzazione. «Ci tenevamo particolarmente a questo incontro – spiega il consigliere comunale  Pierluigi Smaldone (Potenza Città Giardino) – ed incontriamo i cittadini di Bucaletto perché abbiamo colto una grande preoccupazione che, di fatto, ci lascia sgomenti in questo frangente perché, nonostante le note e lunghe difficoltà che riguardano la situazione abitativa del quartiere, se ne sta aggiungendo un’altra di criticità: altri imperdonabili, gravissimi e forse non rimedibili, ad oggi, ritardi tali da mettere a rischio l’intero progetto». «Si sta assistendo a un cambio delle carte in tavola – incalza Smaldone – in cui il Comune di Potenza, che già è noto per i suoi problemi cronici di carenza di personale, tenta di assumere in proprio l’attività di progettazione per la realizzazione di questi alloggi e, secondo noi, questa condizione non farà altro che mettere a repentaglio il corretto utilizzo di questi Fondi». Di fatto, a distanza di tre anni, è ancora tutto fermo e con la modifica del soggetto attuatore si rischi di allungarne ancora di più i tempi di realizzazione, nonostante l’Accordo di programma fosse già stato sottoscritto e l’intervento già pianificato. A spiegarne il perchè è il consigliere comunale Rocco Pergola (La Potenza dei Cittadini): «La revoca del soggetto attuatore comporta l’azzeramento della programmazione fatta, nonché una rimodulazione del finanziamento ma ciò significherebbe rifare una nuova programmazione e azzerare tutti gli atti ufficiali che riguardano questo tema e, in particolare, l’assegnazione da parte dell’Ater della pubblicazione e l’adozione del Piano attuativo, la convenzione, nonchè i pareri acquisiti dal punto di vista geologico». Eppure, ci si ritrovava nella fase in cui  «bisognava soltanto fare la Gara per la realizzazione degli alloggi e dei locali commerciali per il quartiere di Bucaletto – evidenzia Pergola – ma ad oggi, invece, quando già erano state date particolari rassicurazioni, ecco che si torna al punto di partenza». «Questo significa che – enfatizza il consigliere d’opposizione – quelle risorse, che erano già nella disponibilità dell’Amministrazione comunale, verranno perse». E con lo slittamento dei tempi il rischio è anche il Fondo dei fitti e questo non farebbe altro che incrementare in tutta probabilità un notevole disagio anche per chi aspettava la realizzazione di questi alloggi. «Uno slittamento che non è più tollerabile – enfatizza Pergola – nonostante era stato rassicurato che la gestione tra Regione, Comune e Ater avessero lo stesso colore politico di centrodestra e che non ci sarebbero dovute essere, quindi, timori e un accordo Istituzionale in essere. Tutto questo viene smentito – evidenzia Pergola – da questo atto di revoca che sostanzialmente sancisce il fallimento di questa attività politica amministrativa». «Attraverso questo incontro abbiamo voluto segnalare la necessità di invertire la rotta presa da questa Amministrazione – conclude il consigliere comunale Pergola – della Regione e dell’Ater». Questioni politiche che non interessano ai cittadini, i quali chiedono solamente e una volta e per tutte chiarezza e di essere ascoltati, «ma veramente e per bene». Perché si considerano «stanchi di promesse inutili».

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