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“LOVE ADDICTION”, SINTOMI E CONSEGUENZE QUANDO LA DIPENDENZA È SENZA SOSTANZA

Ospite negli studi di Cronache Tv la psicologa e psicoterapeuta Consolo: i rapporti che ingabbiano

Amore romantico o dipendenza affettiva? Potrebbe essere questo il titolo della terza puntata di Talks, “Narrazioni contemporanee”, programma condotto dal sociologo Rosario Palese e in onda di venerdì su Cronache Tv, Canale 76 del digitale terrestre, nonchè disponibile anche sui canali social dell’emittente, dove si è discusso di questa nuova forma di dipendenza: quella emotiva. Che cosa è e chi sono quelle persone che diventano schiave di questa nuova forma di tossicodipenza? Sono alcune delle questioni che sono state poste ad Ilaria Consolo, psicoterapeuta, sessuologa e specialista in dipendenze patologiche. Nel definire il fenomeno della “love addiction”, la psicoterapeuta ha esordito illustrando come «la dipendenza affettiva sia una dipendenza comportamentale e possiede le stesse caratteristiche della tossicodipendenza, ma non è determinata dall’azione stanza tossica – droghe, alcol, farmaci – però presenta i medesimi segni e sintomi di tutte le for-me di dipendenza, per cui il piacere derivante dall’oggetto della dipendenza in questo caso è il partner». Continuando poi nella descrizione sono emerse anche le modalità con cui il dipendente emotivo vive la relazione, infatti secondo la dottoressa Consolo «la persona cerca di trascorrere sempre più tempo insieme alla persona dalla quale dipendente e parallelamente diminuisce il tempo vissuto con altre persone o in altre situazioni, in altre, in altre attività. Inoltre, la persona dipendente affettiva, può sentire il partner distante fisicamente o affettivamente, e per questo può provare dei sintomi molto penosi, dall’ansia al panico, alla depressione e sono i sintomi d’astinenza». Durante la trasmissione si è anche posto l’accento sul lato scientifico del problema, infatti la Consolo afferma che «ci sono molte ricerche che parlano di fattori predisponenti la dipendenza affettiva, come per esempio i conflitti all’interno della coppia genitoriale, l’abuso emotivo, fisico e sessuale, l’abuso di sostanze e di alcool rispetto ai “caregiver”, quindi è abbastanza evidente che le primissime relazioni con le nostre figure di accudimento ci accompagnano per tutto l’arco di vita e queste sono alla base del sistema di attaccamento». La sessuologa ha poi posto l’accento sulle tipo di partner che la persona dipendente affettiva ricerca, si tratti spesso di «uomini ambivalenti e rifiutati, che in qualche modo confermano a queste donne di non valere, di non poter essere amate, ma sicuramente un incastro perfetto è quello con la personalità narcisista, che si ciba proprio della sottomissione delle dipendenti affettive. Egli ha bisogno di mantenere il predatore e talvolta può diventare anche abusante».  Ilaria consolo, che è anche vicepresidente dell’Istituto Italiano di sessuologia scientifica di Roma, ha anche affrontato il tema del riconoscimento della dipendenza affettiva, perchè a suo avviso in tutte le forme di dipendenza è fondamentale riconoscere di avere un problema. Questo accade in genere quando si tocca un fondo di disperazione determinato spesso da eventi molto dolorosi. Il consiglio utile sarebbe – per la psicoterapeuta – quello di rivolgersi ad un professionista per affrontare le dinamiche disfunzionali del presente e quelle del passato che hanno innescato il comportamento dipendente. Partendo dalla conoscenza di sé, puntando sulle risorse e sul proprio potenziale emotivo, per raggiungere l’autonomia, un sano equilibrio psicologico e un buon livello di autostima che consenta di pensare di poter essere accettata per ciò che si è e concedersi di farsi amare e rispettare all’interno di un rapporto di reciprocità.  È fondamentale giungere a modalità relazionali più sane e a nuove modalità di amare in primis sé stesse

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