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COMUNALI 2020: IL DIRIGENTE, I «“CAPI BASTONI”» E I BUCCICO

Gravina dai «serbatoi di voti» in cerca di preferenze per il figlio dell’ex senatore: per il Gip, servono prove più incisive

Per l’inchiesta «allattamento», 90 indagati, la Procura di Matera prepara l’appello per ottenere il totale riconoscimento delle misure cautelari in prima istanza avanzate e in minima parte accolte dal Gip: il carcere per i 3 ai domiciliari,   Francesco Paolo Gravina, ex dirigente dell’Ufficio Opere Pubbliche del Comune di Matera, Domenico Pietrocola, ingegnere dell’Area Tecnica della Provincia, e il professionista Tommaso Di Bari, nonchè i domiciliari per una 30ina di persone. Il Pm li voleva per: Gandi, Lunalbi, Ferrara, Lorusso, Stella-Brienza, Di Cecca, Vammacigno, Lamacchia-Acito, Esposito Gianluca, Capolupo Venantina, Sardone Michela Melissa, Venditti, Mazzeo, Colucci, Esposito Gaetano, Tagliente Daniele, Manicone, Bianco Angelo, Scarola, Lamacchia, Nuzzaci, De Mola, Lapolla, Sardone Angelo Raffaele, Sansone, De Ruggeri, Viceconte, Curci, Mazzilli, Pietrocola Giuseppe e lannuzziello Marcello Achille chiede gli arresti domiciliari. C’è di tutto e di più nell’inchiesta sull’associazione a delinquere, composta da più di 10 persone, «promossa da Gravina, organizzata e diretta da questi» allo scopo di commettere« più delitti di abuso d’ufficio, corruzione per l’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio, concussione, induzione indebita a dare o promettere utilità, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, turbata liberà degli incanti, traffico di influenze illecite, falso ideologico, truffa aggravata ai danni del comune di Matera». Tra il di tutto e di più, oltre agli incarichi e agli appalti pilotati, attenzionato anche un particolare episodio a sfondo politico che vede tra i protagonisti l’avvocato penalista Emilio Nicola Buccico, già senatore della Repubblica e sindaco di Matera, e suo figlio, Rocco Michele. Gli altri indagati per questo specifico episodio, sono Gravina, Mazzilli e Andrisani. Con soli 941 euro dichiarati come spese elettorali, Rocco Michele Buccico era riuscito nella sua elezione, candidato nella lista “Matera per De Ruggieri”, a consigliere comunale. Nel settembre del 2020, nuove amministrative, altra candidatura, questa per Sassone sindaco: voti di preferenza raccolti dal figlio di Buccico, 309. Risultato: non eletto. Gli inquirenti, però, si sono concentrati sulla campagna elettorale. In occasione delle amministrative del settembre del 2020, Gravina, per l’accusa, contattò «alcuni serbatoi di voti, affinchè si candidassero alle comunali, «in cambio di futuri vantaggi», incarichi professionali, perlopiù. Chiamato, per esempio, Capolupo, al quale prospettò un «incarico di assessore». Per gli inquirenti, Gravina è «estremamente doppiogiochista», nel senso che provava a individuare, al di là delle appartenenze politiche, i «futuribili consiglieri comunali, cercando di tenere furbescamente il piede in due scarpe». Per questi e altri motivi, «parla» con l’avvocato Buccico, dicendogli che per il figlio aveva trovato «alcuni soggetti», Perrone, Andrisani e Mazzilli, «che avrebbero portato molti voti». Gravina sembra far presente che in passato aveva dato alcuni incarichi, «evidentemente affidamenti», per «tenere tutti per i coglioni», nel senso che, «in “riconoscenza”» sarebbe passato «a battere cassa per indirizzare i voti». Stante la presunzione di in-nocenza, il «disegno criminoso» era quello di ottenere, a vantaggio di Rocco Michele Buccico, il voto elettorale da parte di Luciano Perrone, dell’architetto Michele Andrisani e dell’ingegnere Fabio Mazzilli. Il perché proprio loro, per l’accusa è semplice: erano i «“capibastoni” perché avevano disponibilità di pacchetti di voti». Promesse, per raggiungere lo scopo, a Andrisani e Mazzilli, «l’affidamento di incarichi professionali» nell’ambito degli interventi programmati dal settore opere pubbliche del Comune di Matera che, in seguito, «gli stessi ottenevano». Promessa fatta, e anche «adempiuta». Per Andrisani, secondo l’accusa, l’incarico, nel dicembre del 2020, di progettazione esecutiva e coordinamento della sicurezza per i lavori di manutenzione  straordinaria presso l’ex sede universitaria di via Lazzazzera. Per il Gip, tuttavia, «labile» il quadro indiziario proposto in relazione ai reati contestati in occasione del-le elezioni amministrative. Per certi passaggi, per esempio, «non viene indicata alcuna conversazione utile».

Ferdinando Moliterni

3807454583

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