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LE ABITUDINI DELL’AIRONE GUARDABUOI

Questa specie nutrendosi di parassiti come zecche e mosche emofaghe, porta molti benefici ai ruminanti su cui si posa

Gli Ardeidi presenti nel nostro territorio che il documentarista lucano Carmine Lisandro ci ha mostrato nei servizi di Cronache TV, sono uccelli dai lineamenti longilinei, dotati di zampe e collo lunghi, coda corta, becco arancione lungo e robusto, come il prepotente e collerico Airone Cenerino, il bellissimo ed elegante Airone Bianco maggiore e l’Airone Rosso il trampoliere migratore dal piumaggio policromatico.

Con questo servizio ci mostra invece, una specie appartenente a questa famiglia, originaria delle pianure africane che, ormai in alcune parti d’Italia è diventata stanziale e che, puntualmente, all’inizio dell’autunno viene a farci visita per poi andarsene qualche mese dopo verso siti più favorevoli: si tratta degli Aironi Guardiabuoi, uccelli dal dimorfismo tra il maschio e la femmina indistinguibile dotati di un piumaggio bianco candido che, contrariamente agli Ardeidi citati, sono più piccoli e meno eleganti, visto che la loro altezza non supera i 30 cm., hanno un collo piccolo ed un becco giallo, le zampe sono corte e di colore grigio.

«È un uccello gregario -spiega Lisandro- il cui gruppo può arrivare a contare centinaia di individui anche se lo stormo che giunge e frequenta il nostro territorio non supera quasi mai i dieci esemplari.

Svolazzano per poi posarsi su terreni coltivati od incolti a caccia di piccoli rettili, serpentelli o lucertole oppure roditori come topolini o arvicole, ma sono soliti frequentare anche zone umide in vicinanza di torrenti o stagni dove, senza quasi mai entrare nell’acqua, non mancano, spinti dal loro insaziabile appetito, di catturare prede afferrandole con il becco come piccole bisce d’acqua, lumache o limacce ma anche anfibi come grosse rane che, a volte sono difficili se non impossibili da inghiottire.

Comunque gli ambienti dove è più facile incontrarli sono, come denota il loro nome Guardiabuoi, quelle aree costituite da prati erbosi dove pascolano greggi di capre o di pecore oppure mandrie di equini o bovini, radure nelle quali gli Aironi, da soli o in gruppi si aggirano frenetici tra l’erba alla continua ricerca di piccole prede come grilli e bruchi anche se, a volte, si posano sul dorso di questi ruminanti che con piacere tollerano questa pratica visto che si cibano di parassiti come zecche o mosche emofaghe così fastidiose per loro.

Inoltre si muovono con destrezza tra le loro zampe, sfruttando il fatto che i mammiferi, nel brucare l’erba, spaventano insetti come cavallette o coleotteri che venendo allo scoperto sono facilmente predati da questi attenti volatili.

Pur essendo una specie rigorosamente protetta dalla Convenzione di Berna e protetta dalla legge nazionale n. 157 del 1992 anche l’Airone Guardiabuoi ha dei nemici tra i quali spicca la Volpe sempre pronta a cercare di approfittarne non appena si presenta la più piccola occasione.

Verso il tramonto, alla fine della giornata, non è raro vedere lo stormo che volando si riunisce su grandi alberi, chiamati dormitori, dove per sentirsi più al sicuro, trascorrono la notte».

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