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COVID-19, UNA SFIDA SOTTOVALUTATA

L’appuntamento con le tematiche sociali che attanagliano il nostro tempo

“Che peste e guerra ad un medesimo tempo ne struggano…”. Così Achille nell’Iliade esortava Agamennone a superare le divisioni e prendere iniziative nell’interesse del bene comune. Oggi assistiamo qui in Basilicata e a livello mondiale ad una pericolosa risalita dei contagi da Sars Covid-19 ed è doveroso risalire alle cause e chiedersi dove tutto questo ci porterà. Sulle cause non ci sono dubbi: l’abolizione degli obblighi delle misure di prevenzione e i conseguenti assembramenti hanno causato il dilagare dei contagi. Riguardo alle conseguenze sicuramente non è trascurabile il costo sociale dei contagi in termini di astensioni dal lavoro anche se leggermente mitigato dal periodo estivo coincidente con il periodo di ferie di alcune categorie di lavoratori. Non è neanche trascurabile la ricaduta su un sistema sanitario già di per sé sovraccarico che non è riuscito ancora a smaltire il ritardo accumulato nella prima fase della pandemia e che rischia di rimanere paralizzato nei confronti della richiesta di salute a causa di una nuova emergenza Covid. Vi sono poi le spese per le cure, i trasporti in Ospedale e i disagi per le famiglie senza parlare dei ritardi nella diagnosi, nella cura e nel fallow up di malattie gravi come quelle oncologiche. Tutto questo deve essere considerato e portato all’attenzione dei cittadini i quali, se non adeguatamente informati, rischiano di cadere vittime inconsapevoli di un assurdo negazionismo speculativo dettato da logiche economiche a corto raggio. Ne quid nimis ( nulla di troppo) recita l’antico detto greco che secondo la tradizione era stato scolpito dal Dio Apollo nel tempio di Delfi. Gli eccessi e l’imprudenza anche se producono effetti positivi nell’immediato portano spesso a risultati che nel medio termine vanificano quei vantaggi e precipitano le società in crisi di lunga durata. Il 12 Luglio 2022 l’Oms ha pubblicato il rapporto sulla dodicesima riunione del Comitato di Emergenza del Regolamento Sanitario Internazionale chiamata a valuta-re una serie di punti riguardanti l’evoluzione della pandemia e gli approcci dei Governi al fenomeno pandemico. Dalla lettura del rapporto si evidenzia l’ennesimo scollamento tra le posizioni del mondo scientifico, le scelte della politica e la percezione dei cittadini, condizionata in gran parte dagli organi d’informazione, di superamento della fase critica della pandemia. Trattandosi di materia scientifica è normale una tale difformità di vedute giustificata anche da una stratificazione delle conoscenze che porta ad una difformità di valutazioni a cerchi concentrici. Mentre per i non addetti la pericolosità del virus è commisurata al grado di morbilità e di mortalità per coloro che si occupano di salute pubblica il problema viene inquadrato in modo più ampio e quindi viene data importanza ad alcuni aspetti del fenomeno del tutto trascurati dalla popolazione e che vanno in netta contrapposizione con le scelte politiche ed i comportamenti di massa dei cittadini. Partendo dal presupposto che una infezione da Covid-19 “vaccino mediata” sia di per sé molto meno pericolosa rispetto quanto si è visto e vissuto nella fase iniziale della pandemia l’Oms avverte che la fase critica non è stata superata potendo ancora, la pandemia, evolvere in tutte le direzioni. Infatti la commissione mette in guardia sul fatto che rimanendo a disposizione del virus un serbatoio naturale così vasto, favorito dall’incremento abnorme dei contagi, costituito da uomini, animali domestici, di allevamento e selvatici vi è un correlato aumento della possibilità che si possano sviluppare mutazioni che potrebbero dare origine a ceppi molto più virulenti rispetto agli attuali esistenti e persino resistenti ai vaccini e ai farmaci. A questo si aggiunga la drastica riduzione, in alcune aree, dei test molecolari che rappresentano il materiale su cui vengono eseguiti i sequenziamenti genomici senza i quali ai virologi risulta complicato effettuare sia un aggiornamento continuo dell’anagrafe dei ceppi in circolazione che l’analisi dei dati sui fenotipi. Da qui la necessità di spingere sul fronte vaccinale e sul ripristino delle misure di contenimento come l’uso della mascherina ed il distanziamento nonché sulla ripresa di un adeguato ed attento monitoraggio dei contagi. Rimane purtroppo un elevato livello di criticità da parte dei sistemi sanitari di molti Paesi nei confronti di una nuova ondata pandemica. Qui viene spontaneo porsi qualche domanda su come vengono attualmente spesi i soldi pubblici e quelli del Pnrr. Di fronte ad una fondata ipotesi di una nuova crisi mondiale scatenata da un agente patogeno, sulla scorta di quanto vissuto negli ultimi tre anni, forse sarebbe opportuno da parte dei Governi nazionali e regionali porre l’attenzione e indirizzare i fondi verso un potenziamento dei sistemi di diagnosi e cura chiudendo, adesso che si è in tempo, le falle strutturali ed organizzative messe a nu-do dalla pandemia compresa l’implementazione dei sistemi di pianificazione sanitaria atti a ridurre la trasmissione e il carico di malattia. Da qui l’appello ad una collaborazione internazionale tesa a favorire il controllo del virus e il potenziamento di un sistema della salute che riesca a resistere a possibili sfide future. Da parte nostra un invito ai cittadini a mettere in campo, anche se non obbligatorie, tutte quelle buone pratiche per la prevenzione del contagio al fine di non ritrovarsi, al termine delle folli ridde estive, a dover fronteggiare una impennata della già presente crisi socio-economica che investe il nostro Paese e la nostra Regione.

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