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“SINDACI YOUNG” E GOVERNI LOCALI, MECCA SI CONFESSA: «HO SEMPRE VOLUTO FARE ESATTAMENTE CIÒ CHE FACCIO»

Il primo cittadino di Avigliano: «Ne abbiamo visti politici reputati “esperti” ma che non hanno concluso nulla. Assolutamente avanti i giovani preparati»

Aumentano in tutto lo Stivale i Comuni amministrati da Sindaci giovani, nel nord Italia non mancano ventenni alla guida degli Enti, una cambio di paso che anche la Basilicata da qualche anno a questa parte sta toccando da vicino. Tra i Sindaci più giovani della nostra Regione vi è Giuseppe Mecca alla guida della città di Avigliano. Proprio con lui abbiamo cercato di disegnare il profilo di questo “switch” generazionale.

Come nasce la passione per la politica?

«Stato eletto a 33 anni, anche se la passione per la Politica inizia da molto lontano, da bambino praticamente. Prima in azione giovani, poi in Alleanza Nazionale. Ho sempre sognato di fare esattamente ciò che faccio».

Cosa è stato determinante nella scelta di candidarsi Sindaco?

Poter mettere a disposizione della mia Città passione e competenza, soprattutto l’idea di poter completamente rinnovare una classe dirigente e una classe politica, non solo sul piano anagrafico ma anche e soprattutto nel modo di governare e amministrare la cosa pubblica».

Lei è tra i sindaci più giovani di Basilicata, cosa rispondere a chi dice che amministrare è una questione per “persone navigate”?

«Credo il più giovane, se non erro. Per fortuna sono sempre meno quelli lo dicono. Penso che ne abbiamo visti molti di sindaci e di politici che venivano reputati “esperti” ma che di fatto non hanno concluso nulla di concreto. Assolutamente avanti i giovani, preparati e appassionati, senza nessun dubbio a riguardo».

Si parla molto di “disaffezione” dei giovani alla politica, è davvero così? E in tal caso, come si potrebbe riavvicinarli?

«In parte è così. L’antidoto verso l’anti politica è solo la buona Politica. Se saremo in grado di dimostrare con l’esempio che la buona politica esiste e che può ancora cambiare in meglio le condizioni di vita delle nostre comunità e delle persone, allora la politica sarà attrattiva, anche nei confronti dei giovani».

Responsabilità che aumentano, burocrazia crescente, comuni in affanno, spopolamento, possono essere deterrenti all’idea di una candidatura?

«Si, anche se penso che chi decide di fare Politica non può pensare di non misurarsi con i problemi, gradi o piccoli che siano, che affliggono il proprio territorio di competenza».

Qual è il bilancio che può trarre, dall’inizio del suo mandato ad oggi, secondo la sua esperienza?

«Largamente positivo. Abbiamo iniziato un lavoro ambizioso che mira a ripensare, ricostruire e rifunzionalizzare completamente la macchina amministrativa del comune. Avigliano è una Città che presenta ancora oggi gravissimi deficit strutturali, sui quali stiamo lavorando con determinazione e con una strategia chiara».

Com’è il confronto e l’interlocuzione con gli altri sindaci di Basilicata? 

«Ottimo. I Sindaci, di qualsiasi area geografica e di qualsiasi colore politico, sono in questo momento la migliore espressione della Politica italiana».

In tutto lo Stivale non sono rari casi, fino alle ultime elezioni, in cui i Comuni vengono commissariati per mancanza di candidati sindaci. È, a suo avviso, una crisi di “valori” o di “partiti”?

«Principalmente dei partiti, che hanno smesso di curare con l’attenzione di un tempo la formazione dei più giovani e la corretta selezione della classe dirigente».

Avigliano è la sua città, come sta vivendo questa esperienza da Primo cittadino?

«Dando fondo a tutte le mie energie, cercando di trarre fuori il meglio dagli assessori e dalla squadra di governo che mi accompagna in questa esperienza. Per me è un onore grandissimo poter essere il primo cittadino della mia Città e lavoro ogni giorno per restituire ai cittadini la fiducia che mi hanno attribuito».

Quali sono i progetti che intende realizzare durante il suo mandato, quelli con il Pnrr e quelli realizzati che le hanno dato più soddisfazione?

«Dobbiamo superare in questi cinque anni tutti i problemi legati al consolidamento delle aree interessate da fenomeni di dissesto idro-geologico, realizzare il nuovo impianto di illuminazione pubblica, superare in modo definitivo l’emergenza legata alla cattiva gestione delle politiche cimiteriali, portare avanti il progetto di potenziamento della rete idrica e fognaria, nonché della rete di metanizzazione del territorio. Migliorare le infrastrutture viarie, oltre che l’offerta sul piano degli impianti sportivi, L’efficientamento energetico degli immobili pubblici e la rivalutazione delle aree Paip. Questi sono alcuni degli elementi essenziali su cui dobbiamo necessariamente arrivare a meta entro il 2025»

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